Mucche sdraiate al sole, così in Sardegna si pascola in spiaggia

Berchida è una delle spiagge più incontaminate dell’isola dove la fauna locale può riappropriarsi degli spazi naturali
8 Maggio 2025
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Mucche Spiaggia Sardegna Canva
Mucche Spiaggia Sardegna Canva

Immagina di ascoltare il dolce infrangersi delle onde, sentire il vento caldo accarezzare la pelle e, invece di ombrelloni e folla di bagnanti, scorgere mucche sdraiate al sole, serene e indisturbate. Non è un miraggio, ma la realtà della spiaggia di Berchida, nel territorio di Siniscola, sulla costa nord-orientale della Sardegna.

Qui, lontano dal turismo di massa, l’ambiente resta incontaminato, permettendo scene sorprendenti: come le mucche che prendono il sole indisturbate. Un luogo dove l’ambiente continua a dettare i suoi ritmi, permettendo uno spettacolo tanto insolito quanto armonioso.

La spiaggia di #Berchida si stende sotto un cielo azzurro, dove le acque cristalline del Mediterraneo accarezzano la…

Pubblicato da Visit Berchida su Martedì 14 maggio 2024

Mucche al mare

Il fenomeno delle mucche in spiaggia in Sardegna è il risultato di un perfetto equilibrio tra tradizioni pastorali, biodiversità locale e assenza di turismo di massa.

Le mucche che si rilassano sulla spiaggia di Berchida, nel territorio di Siniscola, fanno parte di un sistema di allevamento estensivo tipico della Sardegna, dove gli animali sono lasciati liberi di pascolare in ampi spazi naturali. Durante la transumanza primaverile, gli allevatori permettono alle mandrie di spostarsi verso la costa, dove il clima è più mite e la vegetazione è più ricca.

Inoltre, Berchida è una delle spiagge più incontaminate dell’isola, senza infrastrutture turistiche invasive, il che consente alla fauna locale di riappropriarsi degli spazi naturali. L’assenza di turismo di massa e il rispetto dell’ambiente permettono che avvengano fenomeni spontanei come quello delle mucche che prendono il sole indisturbate.

Questo equilibrio tra natura e tradizione, tuttavia, è sempre più minacciato dall’overtourism, che rischia di alterare gli habitat e ridurre spazi vitali per la fauna locale.

L’impatto dell’overtourism sulla biodiversità

Negli ultimi anni, la Sardegna ha dovuto affrontare il problema dell’overtourism, con molte località costiere sovraffollate che rischiano di perdere la loro integrità ambientale.

Tra giugno e settembre 2024, la Sardegna ha raggiunto un nuovo record di 4.802.417 arrivi tra porti e aeroporti, superando i risultati pre-pandemia. A rilevarlo è l’analisi condotta dalla Comunicazione e Centro Studi di UniOlbia sui dati forniti da Sardegna Mobilità, il servizio della Regione Sardegna che registra quotidianamente i movimenti negli scali dell’isola. Rispetto all’estate 2023, gli arrivi del 2024 sono cresciuti del 4,1%, mentre il confronto con il 2019 evidenzia un aumento del 6,6%.

Per contrastare questo fenomeno, già lo scorso anno alcune spiagge hanno adottato ingressi a numero chiuso e prenotazioni obbligatorie.

Rena Bianca, ad esempio, situata a Santa Teresa Gallura, ha limitato l’accesso a 1015 visitatori al giorno dal primo giugno al 30 settembre. È richiesto un contributo di 3,50 euro, ma i residenti e alcune categorie protette come disabili e bambini tra i 5 e i 12 anni sono esentati. O ancora Cala Goloritzè, una delle spiagge più belle della Sardegna che per preservare l’ambiente e garantire una migliore esperienza ai visitatori consente l’accesso solo a 250 persone al giorno. O, infine, Punta Molentis, con un massimo di 600 persone che possono accedere ogni giorno.

Specie autoctone a rischio: un patrimonio da proteggere

La Sardegna ospita circa 2500 specie autoctone, di cui 345 sono endemiche (cioè esclusive) dell’isola. Tra le piante a rischio di estinzione troviamo il Ribes sardoum, un arbusto che cresce solo nel Supramonte di Oliena, e il cardo del Gennargentu, presente esclusivamente nelle pendici orientali del Bruncu Spina.
Per quanto riguarda la fauna, l’isola è casa di numerose specie autoctone, tra cui il muflone sardo, il cervo sardo, la volpe sarda e il discoglosso sardo, un anfibio locale.

Curiosamente, la Sardegna è anche famosa per avere più pecore che abitanti: secondo Coldiretti, ce ne sarebbero poco più di due per abitante.

Strategie per ridurre il turismo di massa

L’overtourism è un problema globale, e molte città stanno adottando strategie per mitigarne gli effetti. Como, ad esempio, ha vietato la pratica dei “buttadentro”, ovvero l’invito insistente ai turisti da parte dei ristoratori, e ha imposto limiti ai gruppi turistici. Venezia, invece, ha introdotto un ticket d’ingresso per i visitatori giornalieri.

Altre strategie includono la destagionalizzazione del turismo, la promozione di mete meno conosciute e la limitazione degli affitti brevi, come avviene nelle Cinque Terre. In Sardegna, il turismo sostenibile sta guadagnando terreno: il progetto “Noi Camminiamo in Sardegna”, presentato alla fiera Fa’ la cosa giusta!, ha registrato un aumento del 29% dei camminatori nel 2024 rispetto all’anno precedente, con oltre 1,4 milioni di pernottamenti lungo i cammini italiani.

Aree protette e zootecnia sostenibileLa Sardegna vanta una rete di 128 siti Natura 2000 (la rete europea di aree protette), tra cui 31 Zone di protezione speciale (per la conservazione della fauna selvatica e uccelli migratori) e 89 Zone speciali di conservazione (legate alla sostenibilità degli habitat naturali). Questi territori sono fondamentali per la tutela della biodiversità e per garantire la coesistenza tra attività umane e fauna selvatica.

Un esempio di successo è il progetto Life Abilas, che mira a reintrodurre l’Aquila di Bonelli, estinta in Sardegna tra gli anni ‘80 e ‘90. Inoltre, la zootecnia sostenibile sta diventando una pratica sempre più diffusa, con allevamenti che rispettano il benessere animale e l’equilibrio ambientale.

La scena delle mucche che prendono il sole in spiaggia è più di una semplice curiosità: è un simbolo di un ambiente sano e preservato. La Sardegna ha l’opportunità di diventare un modello di turismo sostenibile, dove la natura e la fauna locale possono coesistere con l’uomo senza essere minacciate.

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