Incendi Los Angeles, quando il surriscaldamento climatico incontra la minimizzazione del rischio

In fumo un’area pari a San Francisco, almeno 10 morti, 180 mila persone evacuate e carcerati utilizzati per domare le fiamme
10 Gennaio 2025
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Incendi Los Angeles
Una macchinina giocattolo bruciata dagli incendi di Los Angeles_fotogramma

Un’area pari all’intera San Francisco in fumo, 6.000 ettari di terreno bruciati (circa 117 chilometri quadrati), almeno 10 morti, 180 mila persone evacuate, 350 mila edifici senza corrente elettrica, perdite economiche tra i 52 e i 57 miliardi dollari. Il tutto, mentre questa mattina la polizia ha arrestato un uomo che tentava di appiccare un nuovo fuoco, un’altra fiamma nell’incubo degli incendi di Los Angeles.

C’è tutto nella tragedia che sta colpendo la California da: gli effetti del surriscaldamento globale, l’impreparazione delle autorità e la disumanità di chi vuole peggiorare la situazione.

Incendi Los Angeles, le cause e gli aggiornamenti

Quello che inizia oggi, per Los Angeles, è il quarto giorno consecutivo di incendi, che si sono sviluppati da martedì e che sono tutt’oggi per lo più fuori controllo. Gli incendi in corso sono cinque e si sono estesi velocemente a causa del forte vento e di un basso livello di umidità. Due, incendio Palisades e incendio Eaton, sono già considerati fra i più devastanti della storia della città. Un terzo, il Kenneth nella zona di San Fernando Valley, è cresciuto velocemente dal pomeriggio di ieri, giovedì 9 gennaio. Dopo qualche ora, i vigili del fuoco sono riusciti a ridimensionarlo, ma il forte vento previsto per oggi potrebbe di nuovo aggravare la situazione. Tra le zone interessate dai roghi ci sono Altadena e Pasadena, San Fernando Valley, a Sylmar (Hurst fire), la zona di Tamarack (Eaton fire), mentre l’incendio più recente è stato localizzato nell’area a nord ovest della metropoli (Woodley fire). L’incedio boschivo denominato Sunset Fire minaccia la Hollywood Walk of Fame e l’iconica scritta installata nel 1923. La ‘fabbrica dei sogni’ rischia di diventare un incubo, così come quello che sta travolgendo la città da ormai quattro giorni.

Negli ultimi anni, gli incendi che devastano Los Angeles e altre regioni della California sono diventati un triste rituale annuale fino ai più devastanti della storia del Paese con cui si è aperto questo 2025.

La crescente frequenza e intensità degli incendi in California trova spiegazione nel surriscaldamento globale. Il Fifth National Climate Assessment del governo federale attribuisce al cambiamento climatico un ruolo primario nel rendere le condizioni climatiche più adatte al proliferare degli incendi. Il riscaldamento globale ha aumentato del 25% il rischio di incendi esplosivi nella regione.

Le temperature sempre più elevate hanno prolungato i periodi di secchezza, creando le condizioni ideali per l’accumulo di vegetazione secca altamente infiammabile. Dati recenti rivelano che dal 1970 le aree distrutte dagli incendi in California sono aumentate del 172%, con proiezioni allarmanti per i decenni a venire.

Eventi estremi come i venti di Santa Ana, la siccità estrema e i cosiddetti hydroclimate whiplash – transizioni rapide tra periodi umidi e secchi – hanno ulteriormente intensificato la gravità degli incendi. Secondo Daniel Swain, climatologo dell’Ucla, questi cambiamenti climatici estremi sono destinati a intensificarsi ancora di più con il progredire della crisi climatica, moltiplicando il rischio di incendi devastanti.

La responsabilità dell’amministrazione

Nonostante l’enorme pressione per agire, le risposte amministrative e politiche non sempre sono state all’altezza della sfida. La scelta di costruire comunità vicino a fitte aree vegetative, spesso senza adeguate misure di prevenzione, ha aumentato esponenzialmente la vulnerabilità degli abitanti agli incendi.

Il governatore Gavin Newsom ha sottolineato la necessità di una risposta coordinata, richiedendo al Presidente Biden dichiarazioni di disastro maggiore per sbloccare fondi federali e potenziare gli interventi. Esperti e attivisti ritengono che investimenti più consistenti nella gestione forestale e nella pianificazione urbana sostenibile possano rappresentare soluzioni più efficaci sul lungo termine. Intanto, la città di Los Angeles ha dichiarato lo stato di emergenza.

Il presidente uscente, Joe Biden, scrive su X: ‘Sto inviando tutte le risorse federali possibili nella California meridionale, tra cui centinaia di vigili del fuoco federali, 30 elicotteri e aerei antincendio, 8 C-130 del Dipartimento della Difesa e 500 militari addetti allo sgombero del territorio’. E ancora: ‘Stiamo lavorando con il Dipartimento della Difesa – assicura – per individuare ulteriori possibilità di intervento’.

Sarà l’ultimo grande impegno per l’esponente democratico. Dopo di lui, alla Casa Bianca tornerà Donald Trump, il tycoon secondo cui ‘il cambiamento climatico è soltanto una bufala cinese’.

Intanto il vecchio/nuovo presidente americano attacca l’amministrazione locale: ‘Una delle parti migliori e più belle degli Stati Uniti d’America sta bruciando fino alle fondamenta. È solo cenere e Newsom dovrebbe dimettersi. È tutta colpa sua! Dovrebbe andare immediatamente nella California settentrionale e aprire il condotto principale dell’acqua, lasciando che l’acqua fluisca verso il suo stato arido, affamato e in fiamme, invece di farla finire nell’Oceano Pacifico’, scrive su Truth. ‘Dovrebbe essere fatto subito. Basta scuse da questo governatore incompetente. È già troppo tardi!’, chiosa Trump.

Tanti i vip risentiti verso l’amministrazione locale, tra cui la showgirl italiana Elisabetta Canalis che si scaglia contro il sindaco di Los Angeles, Karen Bass: ‘Questo è il nostro sindaco. In una città come Los Angeles è responsabile di avere tagliato 20 milioni di dollari di budget che sarebbero dovuti andare ai vigili del fuoco. Oggi il risultato lo vediamo sotto ai nostri occhi’, scrive l’ex velina di Striscia La Notizia che da anni vive a Los Angeles insieme alla figlia Skyler Eva (ma ora si trova al sicuro in Italia). Il commento arriva nelle sue storie di Instagram dove condivide scene apocalittiche ‘Un paesaggio che non avrei mai pensato di vedere’, ‘Un deserto di fumo e silenzio’.

Gli impatti devastanti sulla salute e sull’economia

Il suolo è il primo elemento danneggiato dagli incendi, ma non l’unico: a rischio diretto c’è anche la salute dei cittadini e l’economia locale. Durante questi fenomeni, la qualità dell’aria si deteriora notevolmente, con la diffusione di particolato fine e sostanze tossiche che aggravano problemi respiratori e cardiovascolari. Le popolazioni più vulnerabili, inclusi anziani e bambini, subiscono danni a lungo termine che i sistemi sanitari fanno fatica a gestire.

Secondo l’Environmental Protection Agency (EPA), dal 1983 l’estensione delle aree bruciate dagli incendi è aumentata significativamente, peggiorando la crisi sanitaria. Anche il peso economico degli incendi è colossale: i danni provocati dagli eventi recenti potrebbero superare i 57 miliardi di dollari.

La gestione degli incendi richiede un cambio di paradigma. Il solo spegnimento delle fiamme non è sufficiente: è necessario intervenire sulla prevenzione e sulla pianificazione territoriale. Le azioni cruciali includono:

  • Pianificazione urbana sostenibile: limitare l’espansione urbana in aree ad alto rischio.
  • Interventi di gestione forestale: l’eliminazione controllata della vegetazione secca può ridurre significativamente il combustibile per gli incendi.
  • Educazione pubblica: aumentare la consapevolezza su come prevenire gli incendi e su come proteggere le abitazioni.

Carcerati pagati (pochissimo) per fare i vigili del fuoco

Gli incendi di Los Angeles sollevano anche un tema di sostenibilità sociale, oltre che ambientale: per contrastare le fiamme, il Dipartimento penitenziario e riabilitativo dello stato (Cdcr) ha mobilitato 395 detenuti in 29 squadre antincendio. Questi uomini e donne, già addestrati in appositi ‘campi di fuoco’ gestiti dal Cdcr, lavorano fianco a fianco con i vigili del fuoco professionisti per contenere le emergenze con paghe comprese tra 5,80 e 10,24 dollari al giorno, con un bonus di 1 dollaro all’ora durante le emergenze attive come questa. Durante turni di 24 ore, il compenso può arrivare a 26,90 dollari.

Secondo il dipartimento, i detenuti che partecipano a queste operazioni rappresentano fino al 30% della forza lavoro antincendio dello stato. I loro contributi spaziano dal contenere le fiamme a proteggere comunità e strutture critiche, spesso nelle condizioni più pericolose.

Come funzionano i campi di fuoco

Il sistema dei campi di conservazione del Cdcr include più di 30 siti in tutta la California, dove detenuti di minima sicurezza vengono addestrati per rispondere a emergenze come incendi e inondazioni. Per partecipare, i candidati devono avere pene residue di otto anni o meno e sono esclusi coloro che hanno commesso reati come incendio doloso o abusi sessuali.

Durante l’addestramento, i detenuti acquisiscono competenze professionali che potrebbero teoricamente facilitare il loro reinserimento lavorativo una volta rilasciati. Tuttavia, molti segnalano difficoltà a ottenere impieghi antincendio post-liberazione, nonostante l’esperienza maturata sul campo. Un programma di formazione di 18 mesi aiuta i partecipanti a ottenere qualifiche per candidarsi a posizioni antincendio entry-level presso Cal Fire, mentre il Cdcr promuove processi di cancellazione rapidi per agevolare il loro ritorno alla società.

Amika Mota, che ha partecipato a oltre 20 operazioni antincendio mentre era incarcerata, racconta a The Guardian l’asperità del lavoro: ‘Siamo sempre stati quelli che si sporcavano le mani, che affrontavano le fiamme più pericolose, guadagnando il rispetto dei colleghi’. Ora direttrice esecutiva della Sister Warriors Freedom Coalition, Mota evidenzia che, nonostante la passione dei detenuti per il loro lavoro, le loro retribuzioni rimangono limitate.

Benefici e criticità del programma

Da un lato, i campi di fuoco offrono un’opportunità unica per i detenuti di dare un contributo significativo alla società, svolgendo un lavoro che salva vite. Per molti, questa esperienza rappresenta una possibilità di riscatto e riabilitazione.

Dall’altro, il programma non è esente da critiche. Organizzazioni per i diritti dei detenuti sottolineano che i compensi sono nettamente inferiori rispetto a quelli dei vigili del fuoco professionisti, e che l’accesso a posizioni stabili nel settore resta un ostacolo per molti ex detenuti.

Jeff Macomber, segretario del Cdcr, ha lodato il loro impegno: ‘Il lavoro dei nostri vigili del fuoco incarcerati è essenziale per la risposta della California agli incendi. La loro dedizione e professionalità sono inestimabili’.

Tuttavia, questa dipendenza dalla manodopera carceraria pone interrogativi su come lo stato debba affrontare emergenze climatiche sempre più gravi. La lotta agli incendi in California non è solo una questione operativa, ma anche sociale, etica e climatica, e richiede un ripensamento delle politiche pubbliche per garantire una risposta equa e sostenibile.

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