L’attenzione agli aspetti ESG (Environmental, Social & Governance) è sempre più un fattore chiave anche nel settore farmaceutico, e i pazienti sono tra i principali attori nel valutare l’impatto di queste strategie. Secondo uno studio condotto da PatientView, Gilead Sciences ha ottenuto il primo posto tra le aziende con cui le associazioni di pazienti collaborano e il secondo posto nella classifica generale ESG, confermandosi tra le realtà del settore più impegnate in questo ambito.
La survey ha coinvolto oltre 700 associazioni di pazienti – tra cui 50 italiane – in più di 200 aree terapeutiche in 74 Paesi e ha messo in luce il ruolo sempre più centrale della sostenibilità e della responsabilità sociale nel settore farmaceutico, partendo da una considerazione: i pazienti e i gruppi di pazienti sono uno degli stakeholder principali delle aziende farmaceutiche.
Un sondaggio su 15 ‘big pharma’
PatientView ha dunque valutato il punto di vista dei pazienti sulle attività ESG delle società del settore, e ha stilato due classifiche:
a) del settore farmaceutico in generale
b) di 15 aziende ‘big-pharma‘ che attualmente dispongono di un programma ESG dettagliato:
- AbbVie
- Amgen
- AstraZeneca
- Boehringer Ingelheim
- Bristol Myers Squibb
- Eli Lilly
- Gilead Sciences
- GSK
- J&J Innovative Medicine (ex Janssen)
- Merck & Co/MSD
- Novartis
- Pfizer
- Roche/Genentech/Chugai
- Sanofi
- Takeda.
I gruppi di pazienti intervistati hanno comunque dato la loro opinione sull’efficacia delle strategie ESG di altre 25 aziende farmaceutiche: Astellas Pharma, Bayer, Biogen, BioMarin, Chiesi Farmaceutici, CSL Behring, Daiichi Sankyo, Eisai, Grünenthal, Ipsen, LEO Pharma, Lundbeck, Menarini, Merck KGaA/EMD Serono, Novo Nordisk, Octapharma, Otsuka, Pierre Fabre, PTC Therapeutics, Sarepta, Servier, Sobi, UCB, Vertex, ViiV Healthcare.
Temi ESG sempre più rilevanti nel settore farmaceutico, Usa fanno eccezione
L’indagine ha confermato come i temi ESG siano sempre più rilevanti per le associazioni di pazienti, con l’eccezione degli Stati Uniti, dove si è osservato un recente aumento di un sentimento anti-ESG. Ma in generale il sondaggio mostra chiaramente come le aziende farmaceutiche che integrano in modo efficace i principi ESG nella propria strategia aziendale siano percepite come più affidabili e meritevoli di collaborazione.
Tutti i tre fattori ESG sono importanti, ma è l’area Sociale, ovvero l’impegno verso la società e le persone che la compongono, fuori e dentro l’azienda, quella maggiormente considerata: oltre i 50% dei gruppi di pazienti intervistati infatti ha affermato di valutare “sempre” o “a volte” le attività ESG delle aziende farmaceutiche quando decide se collaborare con una di queste, con una particolare rilevanza data proprio alle questioni sociali.
E alla domanda su quanto si ritenessero rilevanti gli aspetti ESG, il 67% dei gruppi di pazienti ha valutato importante l’impatto di un’azienda farmaceutica sull’ambiente, il 94% l’impatto sulla società e l’88% gli standard di governance aziendale di un’azienda farmaceutica.
L’importanza degli ESG e la percezione dei pazienti
Le 15 aziende ‘big pharma’ incluse nella ricerca sono state valutate dai gruppi di pazienti intervistati secondo otto indicatori che dovrebbero contribuire a definire e standardizzare il modo in cui le società possono misurare il proprio impatto sui pazienti stessi:
• Comunicazione: capacità di comunicare efficacemente le proprie attività ESG ai pazienti e alle associazioni (oltre alla semplice pubblicazione di rapporti ESG sul proprio sito web)
• Responsabilità nei confronti dei pazienti: ascolto e considerazione del punto di vista dei pazienti sulle questioni ESG
• Coinvolgimento dei pazienti: inclusione delle opinioni delle associazioni di pazienti nelle strategie ESG
• Supporto ai gruppi di pazienti: sostegno concreto alle associazioni di pazienti nelle loro attività ESG
• Chiarezza di intenti: comunicazione dei propri obiettivi ESG ai pazienti, ai gruppi di pazienti e al pubblico
• Report trasparenti: comunicazione chiara ai pazienti, ai gruppi di pazienti e al pubblico sui progressi nel raggiungimento degli obiettivi ESG
• Equità e accesso: impegno per ridurre le disuguaglianze sanitarie e migliorare l’accesso ai farmaci nei diversi Paesi
• Rafforzamento dei sistemi sanitari: contributo attivo attraverso le proprie attività ESG nel rafforzare i sistemi sanitari dei Paesi dei gruppi di pazienti.
Le classifiche ESG: dove si posiziona Gilead
In base agli otto indicatori, la ricerca ha stilato due classifiche delle aziende più impegnate sul fronte ESG:
• Classifica generale ESG (tutte le aziende farmaceutiche): Gilead si posiziona al secondo posto, preceduta solo da Roche e seguita da Johnson & Johnson
• Classifica delle aziende con cui le associazioni di pazienti collaborano: Gilead ottiene il primo posto, seguita da Roche e AstraZeneca.
Questo risultato conferma l’attenzione di Gilead nei confronti dell’innovazione terapeutica, in linea con la sua mission di migliorare la salute dei pazienti colpiti da patologie gravi e dal grande impatto sociale.
I pazienti chiedono più coinvolgimento
Un altro elemento importante emerso dalla survey è che per i pazienti le aziende farmaceutiche dovrebbero allargare ulteriormente le proprie competenze in modo da coinvolgerli maggiormente nelle attività ESG. Dei 701 gruppi partecipanti al sondaggio, 368 hanno fornito 424 commenti e indicato priorità sui tipi di sostegno che desidererebbero ricevere. Due le aree di azione delineate:
- Rafforzare il rapporto con le associazioni di pazienti, coinvolgendole direttamente nelle strategie ESG, creando e mantenendo rapporti anche più stretti e progettando insieme misure importanti
- Dimostrare un’azione pratica e trasparente, attraverso comunicazioni chiare e obiettivi misurabili ma anche attraverso il focus su terapia e cure.
Solo 14 dei 368 gruppi di pazienti partecipanti che hanno fornito commenti sulle pratiche ESG delle aziende farmaceutiche ha affermato che l’argomento non era importante (né per loro né per le comunità di pazienti che supportano), o per principio o per mancanza di risorse del gruppo di pazienti, oppure perché i gruppi di pazienti non collaboravano con le aziende farmaceutiche.