Spogliarsi e pedalare nudi o seminudi lungo le strade della città: questo è il World Naked Bike Ride (WNBR), giunto quest’anno alla sua ventesima edizione.
A dispetto delle impressioni, questo evento non è una semplice esibizione di nudità: il WNBR esprime una forte presa di posizione contro la dipendenza dai combustibili fossili, a favore della sicurezza dei ciclisti e per promuovere uno stile di vita sostenibile. La manifestazione ha assunto ormai una portata globale.
Storia della World Naked Bike Ride
La prima World Naked Bike Ride si è tenuta nel 2004, sostenuta da una combinazione di movimenti di protesta contro la guerra e per l’ambiente. Giustizia sociale e lotta contro il cambiamento climatico vanno sempre più spesso di pari passo negli ultimi anni, insieme alla consapevolezza che sono spesso le popolazioni più povere a subire i danni maggiori del climate change, pur essendo solo in minima parte responsabili dell’inquinamento.
L’evento è nato in parte dall’idea del Manifesto di Vancouver e dall’evento “Critical Mass”, che era già una forma di protesta ciclistica.
Ben presto, la WNBR si è diffusa in altre città in tutto il mondo, da San Francisco a Londra, da Parigi a Sydney. Nonostante l’allargamento temporale e spaziale, il principio di base resta quello originale: “Bare As You Dare” (“Nudo quanto vuoi”), che incoraggia i partecipanti a sentirsi a proprio agio nel loro livello di nudità. C’è chi pedala semi-nudo coprendo le parti intime e chi preferisce intendere alla lettera quel “Naked”.
L’obiettivo principale della manifestazione è porre l’attenzione sulla natura, ma la WBNR punta anche a sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli che i ciclisti affrontano quotidianamente sulle strade.
Le due cose, infatti, vanno di pari passo: se si promuove un sistema di trasporto più ecologico dove le biciclette hanno un ruolo fondamentale, ne beneficia sia l’ambiente, sia la sicurezza stradale. Un trasporto più ecologico è un trasporto più umano.
La World Naked Bike Ride di Londra 2024
Negli anni, la WBNR di Londra è diventata una delle più grandi e visibili a livello mondiale. Oltre mille ciclisti hanno sfilato per le strade della città partendo da diversi punti di incontro strategici in città per poi convergere in un percorso comune che attraversa alcune delle strade e dei monumenti più iconici della capitale britannica.
Uno dei portavoce dell’evento di Londra ha dichiarato: “La World Naked Bike Ride di Londra non è solo una manifestazione di nudità, ma una celebrazione del potere della bicicletta e della vulnerabilità dei ciclisti sulle strade. Siamo qui per inviare un messaggio chiaro: abbiamo bisogno di un’infrastruttura sicura e di un ambiente urbano che favorisca il trasporto sostenibile”.
L’evento del 2024 ha previsto anche workshop pre-ride su sicurezza stradale e sostenibilità ambientale, nonché attività post-ride per celebrare la comunità ciclistica e promuovere stili di vita ecologici. I partecipanti vengono incoraggiati a decorare i loro corpi con pitture e messaggi artistici o di protesta climatica, come in questo esempio.
La British Naturism Association sostiene che nel 2022 erano circa 6 milioni i britannici che si ritenevano naturisti.
Perché essere nudi
La WNBR non è solo un evento annuale, ma fa parte di un movimento globale più ampio che cerca di cambiare il modo in cui le persone percepiscono il trasporto urbano e l’ambiente.
I partecipanti sono nudi o seminudi perché, attraverso la loro vulnerabilità fisica, vogliono mettere in evidenza la fragilità dei ciclisti e dei pedoni rispetto ai veicoli a motore. La manifestazione mira a incoraggiare politiche di mobilità sostenibile, come piste ciclabili sicure e una riduzione dell’uso delle automobili nelle aree urbane.
La bicicletta in Italia
Dieci giorni fa, il 3 giugno, ricorreva la Giornata mondiale della bicicletta, la migliore occasione per fare il punto sull’uso delle due ruote senza motore.
Si è osservato che le istituzioni stanno riconoscendo un ruolo sempre più centrale alle bici per sostenere la transizione green. Tra i Paesi Ue l’Italia è agli ultimi posti per utilizzo delle due ruote: motivi infrastrutturali (ci sono poche poste ciclabili) e culturali (siamo, anche per ragioni storiche, affezionati ai motori) rendono la macchina ancora il mezzo privato di gran lunga più utilizzato dagli italiani. Tra i Ventisette, siamo quelli con più auto per abitante.
Non solo primati negativi, però. Come rilevato da Confartigianato, l’Italia è il primo Paese Ue per esportazione di biciclette cosiddette muscolari: se ne vendono oltre confine 1.685.581 di bici tradizionali, con una quota del 14,7% sul totale Ue.
Se si comprendono anche quelle elettriche, il Paese è il secondo in Europa, con una quota del 12,1% del mercato Ue, pari a 1.860.095 unità vendute all’estero. Per l’Italia, l’export del settore vale 1.149 milioni di euro, di cui 606 milioni di euro in componentistica e 543 milioni di euro in biciclette.
Qualcosa sta cambiando anche sull’uso del mezzo lungo lo stivale: “In questi anni, il tema della ciclabilità sta conoscendo, in tutto il mondo e anche in Italia, una crescita spaventosa, complice una serie di fattori, periodo post-pandemico, l’innovazione tecnologica, la creazione delle e-bike. Fattori che sicuramente hanno favorito questa crescita, questa rivoluzione”, dice all’Adnkronos Sebastiano Venneri, responsabile nazionale Legambiente Turismo.
Allora quali sono gli ostacoli alla rivoluzione delle bibicletta lungo la penisola?
“Questa rivoluzione lenta e genile non è accompagnata da una politica coerente a livello di amministrazione centrale, questo è il tema. Cioè ci sono situazioni episodiche di tante realtà diverse che stanno portando avanti, ognuna di propria iniziativa, politiche di crescita e di sviluppo di questo fenomeno. Quello che manca è un accompagnamento di queste misure”, osserva Vennerdi che parla di “rivoluzione gentile ma disordinata” e facendo eco all’appello del presidente nazionale di Legambiente, sempre sulle nostre pagine.
L’impegno dell’Ue per promuovere l’uso della bicicletta
Lo scorso ottobre la Commissione europea ha presentato la proposta di Dichiarazione Europea sull’uso della bicicletta, su iniziativa della commissaria europea per i trasporti Adina Valean. I risultati e gli obiettivi fissati in ottica di sostenibilità, vale la pena ricordarlo, sono di nuovo in discussione dopo i risultati delle europee 2024 che verosimilmente provocheranno un alleggerimento del Green Deal.
Quella di ottobre scorso è stata la più ambiziosa mossa dell’esecutivo Ue per promuovere l’uso della bicicletta, uno dei mezzi di trasporto più sostenibili, accessibili e inclusivi.
La dichiarazione, pur non essendo vincolante dal punto di vista legale, funge da bussola strategica per le politiche e le iniziative esistenti e future con i suoi 36 principi per potenziare il ciclismo, organizzati attorno a 8 linee-guida chiave:
– Sviluppare e rafforzare le politiche sul ciclismo;
– incoraggiare la mobilità inclusiva e accessibile;
– creare più e migliori infrastrutture per il ciclismo;
– aumentare gli investimenti e creare condizioni favorevoli per il ciclismo;
– migliorare la sicurezza stradale;
– sostenere l’occupazione verde e lo sviluppo di un’industria ciclistica europea di livello mondiale;
– sostenere la multimodalità e il turismo ciclistico;
– migliorare la raccolta dati sul ciclismo, ancora disomogenea nell’Unione
Il testo della Commissione prevede ampio spazio per la promozione del ciclismo verso le persone diversamente abili, anziane e i bambini, sottolineando i benefici salutari e sociali della bicicletta, mezzo di trasporto che abbatte le barriere economiche grazie al suo prezzo contenuto e all’assenza di costi fissi.
La dichiarazione è parte degli sforzi in materia di sicurezza stradale ed è in linea con gli obiettivi della Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente, del Nuovo quadro di mobilità urbana e della strategia industriale dell’Ue che del Green Deal.
Intanto, in tutto il mondo migliaia di persone si ritrovano ogni anno per la WNBR e per dimostrare con la nudità che l’essere umano è altamente vulnerabile di fronte alla natura e ai suoi stravolgimenti.