Crollo della Torre dei Conti a Roma: la morte di Octay Stroici, gli edifici fatiscenti e la sicurezza nei cantieri

Il 60% degli edifici è stato costruito prima del 1977, anno in cui sono state introdotte le norme antisismiche
4 Novembre 2025
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Crollo Torre Conti Roma
Frame del crollo della Torre dei Conti (Adnkronos)

Il crollo parziale della Torre dei Conti ai Fori Imperiali ha spezzato una vita e riportato al centro del dibattito pubblico due emergenze strutturali del Paese: lo stato di degrado del patrimonio edilizio italiano e la sicurezza nei cantieri. Octay Stroici, operaio 66enne di origine romena, è morto all’ospedale Umberto I dopo essere stato estratto dalle macerie dopo 11 ore di intervento dei vigili del fuoco. Il suo cuore si è fermato durante le manovre di rianimazione, nonostante gli sforzi dell’équipe medica durati circa un’ora.

L’incidente del 3 novembre 2025, avvenuto intorno alle 11:20 in largo Corrado Ricci, ha coinvolto un cantiere di restauro da 7 milioni di euro finanziato dal Pnrr nell’ambito del progetto “Caput Mundi”. Altri quattro operai, inizialmente bloccati nella parte superiore della torre, sono stati tratti in salvo quasi subito.

La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per disastro e omicidio colposi, sequestrando l’area del cantiere. Secondo le prime ipotesi investigative, il crollo potrebbe essere stato causato dallo scollegamento del solaio durante la rimozione delle puntellature di sostegno.​

Una torre con otto secoli di storia

La Torre dei Conti (qui il video del crollo) rappresenta uno degli esempi più significativi delle case-torri della Roma medievale, residenze fortificate delle famiglie baronali e delle autorità ecclesiastiche. Eretta nell’858 sull’area del Tempio della Pace nei Fori Imperiali, la struttura venne ampliata nel 1203 su iniziativa di papa Innocenzo III, che ne fece la sede della sua famiglia, i Conti di Segni. Francesco Petrarca la citò nelle sue lettere, riferendosi a essa come “Torre Maggiore” o, incredibile a leggerlo oggi, “Torre Secura” per la sua imponenza e inespugnabilità

Nel corso dei secoli, la torre ha subito danni da terremoti e spoliazioni: il travertino che la rivestiva venne asportato nel tardo Cinquecento per la costruzione di Porta Pia. Dopo oltre un decennio di abbandono, nel 2022 erano partiti i lavori di restauro con l’obiettivo di trasformarla in un centro culturale con aule studio e terrazza panoramica. Il progetto rientrava nella riqualificazione dell’intera area archeologica centrale di Roma.​

Il dramma delle morti sul lavoro

Il decesso di Octay Stroici si inserisce in un quadro allarmante per la sicurezza nei cantieri italiani. Nel 2024 sono state registrate 1.090 vittime di incidenti sul lavoro, con un aumento del 4,7% rispetto all’anno precedente. I dati provvisori dell’Inail relativi ai primi due mesi del 2025 indicano già 138 decessi, +16% rispetto allo stesso periodo del 2024. Ogni giorno, in Italia, tre persone muoiono sul luogo di lavoro.

Il settore edile rappresenta il comparto più colpito: nel 2023 sono stati 150 gli infortuni mortali in cantiere, pari al 15% del totale dei lavoratori caduti. L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering evidenzia che il livello di irregolarità nei cantieri raggiunge il 76,48%.

Secondo l’Inail, le principali cause degli infortuni sono:

  • cadute dall’alto;
  • eccessivo sforzo fisico,
  • alta manualità (grande abilità pratica, spesso fatta con le mani, come montare ponteggi, maneggiare attrezzi o materiali pesanti, eseguire movimenti precisi e ripetitivi);
  • stagionalità e clima (temperature molto alte o molto basse, pioggia, vento forte o ghiaccio modificano la sicurezza del cantiere).

In un caso su tre, secondo i dati del 2023, i lavoratori feriti in cantiere non sarebbero inquadrati con il giusto contratto, e spesso sono incaricati di eseguire mansioni edili senza la formazione adeguata.​

Dal 1° ottobre 2024 è entrata in vigore la patente a punti per il lavoro edile, un sistema che prevede sospensioni in caso di morte sul lavoro con colpa grave e premia le aziende che investono in sicurezza e formazione. La patente viene incrementata di un credito per ogni biennio senza violazioni, fino a un massimo di 50 crediti totali.​

L’Italia degli edifici obsoleti

Il crollo della Torre dei Conti riporta l’attenzione su un problema più ampio: lo stato del patrimonio edilizio italiano. I dati Istat mostrano che il 72% degli edifici residenziali ha più di 43 anni, costruiti prima del 1980. Complessivamente, l’80% degli edifici residenziali risulta obsoleto e il 57% è stato realizzato prima degli anni Settanta. Dei 12,2 milioni di edifici residenziali censiti, 5,2 milioni hanno più di 50 anni.​

Quasi la metà degli immobili sul territorio nazionale andrebbe ristrutturata e riqualificata, sia dal punto di vista strutturale che energetico. Come riportato dal report dell’Ufficio Studi di Federcepicostruzioni del 2023 sul patrimonio edilizio italiano, il 60% (7,2 milioni di edifici) risale al periodo anteriore al 1977, anno in cui furono introdotte per la prima volta norme antisismiche e sull’efficienza energetica in edilizia.

Anche il fenomeno degli edifici abbandonati assume dimensioni preoccupanti: per Istat e Cescat, il 6% del patrimonio immobiliare italiano si sta avviando a diventare rovina e sono quasi 2 milioni le case disabitate. L’insieme delle aree industriali dismesse copre il 3% del territorio nazionale, una superficie pari a quasi 9mila chilometri quadrati, paragonabile all’intera Umbria. Nelle aree sovra-urbanizzate il degrado tende a diminuire, ma la media resta alta e corrisponde a circa un’abitazione abbandonata ogni dieci.​

Disparità territoriali

Il quadro non risulta omogeneo lungo la penisola. Per quanto riguarda le abitazioni non occupate, in Calabria il 44,1% risulta vuoto, seguito dalla Valle d’Aosta con il 43,5% e dal Molise con il 41,2%. Al contrario, le regioni del Nord presentano percentuali più basse: la Lombardia, con il 18,5%, è la regione con la minor incidenza del fenomeno, seguita dall’Emilia-Romagna con il 21,3% e dal Lazio con il 22%.​

Anche le grandi città non sono immuni: a Milano, secondo uno studio di Scenari Immobiliari, ci sono circa 80mila appartamenti vuoti, pari al 10% del patrimonio abitativo della città. Su questi dati incidono principalmente le condizioni degli immobili e la posizione in termini di collegamento e sicurezza.​

Scuole a rischio crollo

Il degrado colpisce anche l’edilizia scolastica. Nel 2024 solo il 47% degli edifici disponeva del certificato di agibilità. Durante gli ultimi cinque anni, appena il 31,2% ha beneficiato di indagini diagnostiche sui solai e solo il 10,9% ha ricevuto interventi di messa in sicurezza. Da settembre 2024 a settembre 2025 sono stati registrati 71 crolli negli edifici scolastici, il numero più alto degli ultimi otto anni secondo un rapporto di Cittadinanzattiva.​

La metà degli edifici scolastici ha circa 60 anni e il 49% è stato costruito prima del 1976, in data antecedente all’entrata in vigore della normativa antisismica. Una situazione che interessa oltre 7 milioni di studenti delle scuole statali, 684mila insegnanti e le rispettive famiglie.

Per gli edifici storici, il capitolo 8 delle Norme Tecniche per le Costruzioni (Ntc 2018) fornisce direttive sulla progettazione degli interventi di consolidamento statico e miglioramento sismico. L’edilizia storico-monumentale richiede ulteriori considerazioni e limitazioni specifiche, stabilite dal Dpcm del 9 febbraio 2011.​

Nel 2006, il rapper Fabri Fibra cantava in “Mal di stomaco”: “Questi tetti che crollano, ma dove vanno, mica posso contare i bambini morti ogni anno”. Da allora, poche cose sono cambiate se non che quegli edifici, ora hanno vent’anni in più.

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