Alzare gli occhi al cielo? Solo per esprimere un desiderio. La notte di San Lorenzo, il 10 agosto di ogni anno, ha il magico potere di distogliere migliaia di persone dai propri impegni e far sì che si dedichino alla ricerca di uno dei fenomeni più attesi dell’anno: la caduta delle stelle.
Questo fenomeno dovuto a uno sciame meteorico chiamato Perseidi, il cui picco di visibilità si verifica proprio intorno a questa data. Ma se per colpa dell’inquinamento luminoso non riuscissimo più a vederle?
La notte di San Lorenzo, tra mito e scienza
Uno sciame meteorico si verifica quando la Terra attraversa una nube di detriti lasciati da una cometa lungo la sua orbita. Sono piccoli frammenti di polvere e ghiaccio che entrano nell’atmosfera terrestre a velocità elevate. A contatto con l’atmosfera si riscaldano rapidamente e si disintegrano, creando le caratteristiche scie luminose che chiamiamo “stelle cadenti” o meteore.
Lo sciame del 10 agosto è quello delle Perseidi, uno fra i più attesi durante l’anno. I suoi detriti provengono dalla cometa Swift-Tuttle, scoperta nel 1862.
Ma cosa c’entrano le stelle con San Lorenzo? Il martire cristiano Lorenzo, secondo la tradizione, fu arso vivo su una graticola proprio ad agosto del 258 d.C. Le stelle cadenti che cadono tra il 10 e il 12 agosto sono state associate alle sue lacrime e vagano nel cielo ogni anno, cadendo sulla Terra. Un fenomeno artificiale umano, però, potrebbe non consentire la poetica visione delle stelle cadenti. Si tratta dell’inquinamento luminoso: ecco cos’è.
L’inquinamento luminoso
L’inquinamento luminoso consiste nella luce artificiale che inonda le nostre città e le aree circostanti, con ricadute su ambiente e salute umana, oltre all’impossibilità di vedere le stelle cadenti (o le stelle in generale).
Secondo un rapporto pubblicato nel 2023 dall’International Dark-Sky Association (IDA), l’Italia è tra i Paesi più illuminati d’Europa. Circa l’80% della popolazione italiana vive in aree dove la Via Lattea non è più visibile a occhio nudo, un dato che riflette l’estrema diffusione dell’illuminazione artificiale.
Le luci artificiali sono l’insieme di luci stradali, insegne luminose e l’illuminazione notturna di monumenti e edifici pubblici. Causano problemi ad animali notturni come pipistrelli, uccelli migratori e insetti. L’inquinamento luminoso interferisce sui loro ritmi circadiani, altera i comportamenti di caccia e migrazione, e può portare a una riduzione delle popolazioni di queste specie.
Ma l’essere umano non ne è esente. In Italia, si stima che circa il 30% della popolazione soffra di disturbi del sonno legati a un’eccessiva esposizione alla luce artificiale durante le ore notturne. In città come Torino e Milano sono nati progetti pilota per ridurre l’illuminazione pubblica durante le ore notturne e per sostituire i vecchi lampioni con modelli a LED più efficienti e meno inquinanti.
Dove si possono vedere le stelle cadenti?
È quindi ovvio che le stelle cadenti possono essere viste solo se le condizioni del cielo siano favorevoli. Ecco dove e come si potrà godere della notte di San Lorenzo:
- In alta quota
Le zone montuose, grazie alla loro altitudine e alla ridotta presenza di inquinamento luminoso, sono tra i luoghi migliori per osservare le stelle cadenti. Non è necessario salire su montagne elevate in quanto l’assenza di luci artificiali potrebbe rendere l’esperienza pericolosa. Per questo si consigliano piccole alture collinari, accessibili al pubblico, dalle quali godere della vita. - Spiagge remote o parchi naturali
Uno dei luoghi prediletti e romantici è quello di godere del cielo stellato con il sottofondo del mare. Cercare spiagge remote e lontane dai centri cittadini è una soluzione valida per far sì che si possa osservare il fenomeno delle stelle cadenti, senza le interferenze urbane. Lo stesso vale per i Parchi accessibili al pubblico e riserve naturali dove l’intervento umano è volto alla salvaguardia della biodiversità e non comprende inquinamento luminoso eccessivo. - Osservatori astronomici
Per i più appassionati ai fenomeni astronomici, ci sono osservatori nazionali che organizzano eventi dedicati.
Si consiglia, inoltre, si stare lontani da fonti luminose ravvicinate come gli smartphone. Anche quelli di ultima generazione faticano a fotografare le stelle cadenti, il cui fenomeno è bello perché “analogico” e naturale. Inoltre, la vista può risentire dell’esposizione ravvicinata ad una fonte luminosa e alterare, seppur di poco, la visuale del cielo illuminato.
Posare il telefono e armarsi di pazienza è la cosa migliore: potrebbero caderne molte o nessuna per ore, con un po’ di calma, però, si potrà esprimere il desiderio sperato.Il cielo stellato è un patrimonio naturale che non possiamo permetterci di perdere. Le stelle, invisibili e dimenticate da molti di noi, devono tornare a brillare.