Napoli, San Gregorio Armeno e la sfida del sovraffollamento: un ticket salverà il presepe?

La celebre via dei presepi soffoca sotto il peso dell'overtourism: una proposta di un biglietto d’ingresso per regolamentare i flussi turistici divide residenti e visitatori
28 Novembre 2024
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Il Simbolo Del Graffio Rosso Contro La Violenza Sui Pastori Del Presepe
Napoli, San Gregorio Armenio (Fotogramma)

Il fenomeno dell’overtourism sta diventando una piaga per molte delle città italiane più amate dai turisti. Un esempio lampante di questa sfida arriva da Napoli e in particolare da San Gregorio Armeno, nel cuore del centro storico: un simbolo e non solo una strada. La celebre via dei presepi, con le sue botteghe artigiane che tramandano tradizioni antichissime, è uno scrigno di cultura e autenticità. Tuttavia, questo luogo iconico diventa, sempre più, anche il teatro di una battaglia quotidiana contro il sovraffollamento turistico. Il flusso di visitatori raggiunge livelli tali da rendere impossibile persino camminare: un fiume di persone invade i vicoli stretti, trasformando un’esperienza magica in un incubo logistico sia per i residenti sia per gli stessi turisti.

La proposta di introdurre un ticket d’ingresso di 5 euro nasce proprio dalla necessità di restituire vivibilità a questa zona, migliorando al contempo la gestione del turismo. Il consigliere comunale e presidente del Comitato Vivibilità Cittadina, Gennaro Esposito, ha avanzato l’idea di un biglietto digitale, acquistabile tramite piattaforme dedicate, che garantirebbe accesso regolamentato nei periodi di maggiore affluenza, come le festività o eventi di richiamo globale. I fondi raccolti sarebbero reinvestiti in sicurezza, servizi pubblici e tutela del patrimonio. Esposito descrive il caos quotidiano con un esempio emblematico: per attraversare pochi metri in una via del centro storico ha impiegato mezz’ora, schiacciato dalla folla e dal traffico. Una scena comune, che amplifica il disagio dei residenti e rende difficoltosa la vita soprattutto per le persone con disabilità.

Se da un lato c’è chi teme che il biglietto possa scoraggiare i turisti, dall’altro emerge un dato chiaro: il turismo “mordi e fuggi” non giova alla città. Secondo un’indagine Ipsos, il 51% degli italiani individua nell’overtourism un fattore che compromette la qualità della vita, mentre il 39% sottolinea come anche i turisti stessi subiscano un’esperienza meno piacevole.

Firenze, Roma, Venezia: il nodo del turismo di massa

Napoli non è un caso isolato. Da Venezia a Firenze, passando per Roma, l’overtourism è un problema che accomuna molte città italiane. Firenze, ad esempio, vive una crescita costante di affitti turistici brevi, che nell’ultimo biennio hanno registrato un aumento del 32%. La sindaca Sara Funaro sottolinea come questa tendenza metta a dura prova il tessuto urbano, con ricadute negative sia per i residenti che per i visitatori. La città ha adottato misure per regolamentare il fenomeno, ma la complessità normativa e i ricorsi legali rendono difficile l’attuazione di soluzioni incisive. “Abbiamo bisogno di una legge nazionale simile a quella adottata per Venezia”, afferma Funaro, richiamando l’attenzione sulla necessità di strumenti legislativi efficaci per contrastare il sovraffollamento e riequilibrare i flussi turistici.

Venezia, dal canto suo, è stata pioniera nel proporre un ticket d’ingresso per la città storica, con un’applicazione prevista a partire dal 2024. L’obiettivo non è solo economico ma soprattutto gestionale: limitare il numero di visitatori giornalieri e tutelare un ecosistema fragile e unico al mondo. Anche qui, il dibattito è acceso. La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha dichiarato che il numero chiuso non è la soluzione ideale, ma ha sottolineato come un biglietto possa diventare uno strumento fondamentale per gestire i flussi e valorizzare il patrimonio culturale e naturalistico.

Roma, invece, rimane una destinazione di punta per il turismo globale, citata dal 68% degli intervistati Ipsos come città preferita per un viaggio premio. Tuttavia, la Capitale soffre degli stessi problemi come e più le altre città d’arte dal momento che sono attesi nella capitale dai 32 ai 40 milioni di persone per il Giubileo 2025.

Secondo l’indagine Ipsos Future4Tourism, il 31% degli italiani ritiene che l’ingresso su prenotazione possa essere una soluzione efficace, mentre il 26% suggerisce di dirottare i flussi verso aree meno frequentate ma altrettanto meritevoli di visita. Si tratta di una visione condivisa anche dal Touring Club Italiano, che vede nei borghi una risorsa strategica per alleggerire la pressione sulle grandi città.

Il turismo lento come risposta al sovraffollamento

Un’alternativa al turismo di massa sembra essere il turismo lento, una tendenza in crescita che promuove esperienze autentiche e sostenibili. Borghi, aree rurali e destinazioni meno conosciute rappresentano un potenziale inespresso che potrebbe diventare un valido alleato contro l’overtourism. Per sfruttare questa opportunità, però, è necessario investire in infrastrutture, accessibilità e servizi digitali, migliorando la vivibilità di questi luoghi senza snaturarne l’identità.

Gli italiani stessi stanno mostrando maggiore consapevolezza sul tema. Circa il 60% degli intervistati Ipsos si dichiara favorevole a strategie per limitare il sovraffollamento, segnalando una crescente attenzione verso modelli di turismo più rispettosi dell’ambiente e delle comunità locali. Eppure, la strada da percorrere è ancora lunga, e il dibattito sul ticket d’ingresso o su altre misure regolatorie resta aperto, tra chi le vede come un’opportunità e chi teme che possano trasformarsi in un ostacolo per i visitatori.

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