Milano dichiara guerra ai Suv e segue l’esempio di Parigi, Londra e Basilea sui Suv?
In queste ore i consiglieri di maggioranza hanno depositato a Palazzo Marino una mozione per far pagare la sosta in base al peso del veicolo.
La proposta, che sarà discussa dopo la sessione di Bilancio, chiede al sindaco Beppe Sala e alla sua giunta di “programmare una adeguata maggiorazione della tariffazione della sosta su strada (da due a tre volte la tariffa ordinaria in ogni ambito di sosta interessato) che dovrà riguardare tutti i veicoli privati per trasporto passeggeri, indipendentemente dalla residenza o domiciliazione del proprietario, a partire da un peso superiore alle 1,6 tonnellate con motore termico o elettrico”.
L’ultima specifica sull’alimentazione dimostra che la ratio della proposta non è (solo) diminuire l’inquinamento ambientale, ma ridurre il numero di veicoli che con la loro massa diventano ‘padroni della strada’ e rappresentano un pericolo per gli altri utenti.
Milano, sosta salata per i Suv
La mozione suggerisce di considerare altri fattori per determinare la tariffazione maggiorata, come le dimensioni del veicolo, il tempo di stazionamento e l’area urbana di utilizzo (centro città o periferia). Tra i firmatari della mozione ci sono Enrico Fedrighini del gruppo misto, i democratici Angelica Vasile, Simonetta D’Amico e Rosario Pantaleo, il consigliere dei Verdi Carlo Monguzzi, e due eletti della lista di Beppe Sala, Marco Fumagalli e il capogruppo Gabriele Rabaiotti.
I proponenti sottolineano come la quantità e le dimensioni dei veicoli in circolazione abbiano un impatto diretto sulla salute dei cittadini, sulla qualità e fluidità della mobilità urbana, sull’efficienza del trasporto pubblico di superficie e sulla sicurezza della mobilità pedonale e ciclabile, che nella città meneghina è un pericolo costante e concreto.
Come già fatto dai loro omologhi di Parigi, per supportare la loro mozione, i promotori citano l’associazione di Ong europeee Transport & Environment, con sede a Bruxelles, che ha documentato un significativo aumento dei Suv sul mercato. Nel 2010, questi veicoli rappresentavano circa il 9% delle vendite delle sei maggiori case automobilistiche europee (Stellantis, Renault, Volkswagen, Bmw, Mercedes e Volvo), mentre nel 2022 questa percentuale è salita al 47%. Se si considerano tutti i produttori, la percentuale supera il 50% del parco macchine totale.
“Questo significa che mentre lo spazio fisico urbano non è espandibile, una quota crescente dello spazio urbano disponibile viene progressivamente ridotto a causa dell’incremento numerico e dimensionale del parco veicolare circolante”, si legge nel testo della mozione.
Perché intervenire sulle tariffe
I consiglieri ritengono che politiche tariffarie come il road pricing e il park pricing possano essere strumenti efficaci e rapidi per gestire la mobilità urbana, liberando spazio attualmente occupato dai veicoli a motore e restituendolo a usi più sostenibili come la pedonalità, la ciclabilità e le corsie riservate al trasporto pubblico di superficie.
Già da diversi anni, il Comune di Milano ha adottato delle norme per ridurre il congestionamento e aumentare la sicurezza stradale (si veda il dibattitto su Città 30), ma i risultati sono stati deludenti.
Anche se il capoluogo lombardo ha “da tempo adottato una misura di road pricing per ridurre in congestionamento del centro urbano (Area C) e successivamente una misura di riduzione delle emissioni inquinanti – LEZ (Area B), l’applicazione di entrambe queste misure non sta producendo effetti particolarmente significativi per quanto riguarda il volume di traffico ed il conseguente congestionamento dello spazio urbano”, spiegano i consiglieri promotori.
Per questo motivo, la mozione propone di prendere esempio da città come Londra, Parigi, Lione e Basilea, che stanno implementando una tariffazione fortemente differenziata della sosta stradale in base alle dimensioni del veicolo. Questo approccio mira a disincentivare l’uso di veicoli ingombranti in ambito urbano, generando allo stesso tempo risorse per potenziare la rete di trasporto pubblico e realizzare infrastrutture ciclabili protette e intersezioni sicure con semaforizzazione differenziata per veicoli a motore, ciclisti e pedoni.
Infatti, anche in caso di adozione della misura ‘anti-Suv’, ci saranno sempre degli autisti disposti a utilizzare queste auto nonostante i rincari dei parcheggi. Con questo provvedimento, però, le somme versate verrebbero utilizzate per adottare nuove misure green a Milano e migliorare la vivibilità e la sicurezza stradale della città. Un problema che verrebbe trasformato in soluzione.
Cosa ha fatto Parigi contro i Suv
La mozione meneghina punta a realizzare ciò che a Parigi è già realtà. In seguito a un referendum, infatti, da settembre 2023 parcheggiare un’auto di grandi dimensioni nella capitale francese costa 18 euro all’ora in centro (dal 1° all’11° arrondissement) e 12 euro all’ora nel resto della città. Una sosta di sei ore con un Suv può arrivare a costare 225 euro, rispetto ai 75 euro delle altre auto.
La posizione del governo locale è chiara: il Suv non è un mezzo di trasporto congruo per la città; chi non vorrà adattarsi alle esigenze climatiche e urbanistiche dovrà pagare questa sua scelta a suon di soste salate.
“Qui non ci sono sentieri sterrati, né strade di montagna… I Suv sono assolutamente inutili a Parigi. Per di più sono pericolosi, ingombranti e utilizzano troppe risorse”, spiegò allora il vicesindaco David Belliard che è anche responsabile dei trasporti e aggiunge: “Il nostro obiettivo è inviare un messaggio molto forte alle case automobilistiche: non dovrebbero produrre questo tipo di auto, dovrebbero essere completamente vietate”.
Ora sarà il turno di Milano?