Milano si conferma tra le metropoli più accessibili a piedi a livello globale, conquistando il secondo posto in una recente classifica internazionale che premia la sua struttura urbana a misura di pedone. Un risultato che si aggiunge a un precedente primato ma che non cancella del tutto le polemiche di chi ci vive.
Lo studio di Compare the Market
Secondo una ricerca pubblicata ad aprile 2024 dal sito australiano Compare the Market, Milano è la seconda città più camminabile al mondo, superata solo da Monaco di Baviera, città che ospiterà la finale di Uefa Champions League tra la meneghina Inter e il Psg. Lo studio ha analizzato 53 località in tutto il mondo, valutando diversi parametri come le distanze percorribili a piedi, i punteggi di sicurezza, i costi del trasporto pubblico, le zone car-free e le piste ciclabili.
Un elemento particolarmente significativo emerso dalla ricerca è che l’80% della popolazione milanese vive entro un chilometro da servizi sanitari ed educativi, un dato che conferma l’eccellente accessibilità pedonale della città.
Il primato europeo in questo ambito è schiacciante: nove delle dieci città più camminabili al mondo si trovano nel vecchio continente. Oltre a Monaco e Milano, completano la top ten Warsaw, Helsinki, Tokyo (unica città non europea), Madrid, Oslo, Copenaghen e Amsterdam.
Stephen Zeller, General Manager di Compare the Market, ha sottolineato l’importanza di questi parametri: “L’analisi dei trasporti e dei servizi è un aspetto cruciale nella valutazione di una potenziale casa. Questo significa esaminare i collegamenti del trasporto pubblico, identificare le fermate più vicine, i loro orari e frequenze, e valutare la sicurezza dei percorsi pedonali”.
Il primato assoluto: lo studio di Nature Cities del febbraio 2025
Questo secondo posto arriva dopo che, a febbraio 2025, Milano era stata addirittura incoronata come la città più “camminabile” al mondo tra quelle con più di 500.000 abitanti, secondo uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Cities.
La ricerca, condotta da Matteo Bruno e dal team dei Sony Computer Science Laboratories di Roma, aveva analizzato oltre 10.000 città in tutto il mondo, valutando i tempi medi necessari per raggiungere servizi essenziali come supermercati, scuole, ospedali, ristoranti e uffici pubblici.
I risultati erano stati sorprendenti: il 97,5% dei milanesi ha tutto ciò che serve a meno di 500 metri da casa, con un tempo medio di percorrenza a piedi di appena 6,4 minuti. Un dato che aveva collocato Milano in cima alla classifica mondiale, seguita da altre città europee come Copenaghen e Dublino, con Torino al terzo posto (tempo medio di 7,1 minuti) e Genova al nono (con il 93,8% degli abitanti in “quartieri a 15 minuti”).
Le “città dei 15 minuti”
Alla base di entrambe le classifiche c’è il concetto di “città dei 15 minuti”, teorizzato dall’urbanista Carlos Moreno, professore alla Sorbona di Parigi. Un modello urbano in cui ogni cittadino può raggiungere a piedi o in bicicletta, in un quarto d’ora, tutti i servizi essenziali per la vita quotidiana.
Questo approccio urbanistico sta guadagnando sempre più attenzione a livello mondiale, con molte città che cercano di adattare la propria struttura per migliorare l’accessibilità pedonale. Milano, grazie alla sua conformazione storica e alla pianificazione recente rappresenta un esempio virtuoso di questo modello. Non si può ignorare, tuttavia, che gran parte di questo successo dipende dalla presenza di tante imprese, uffici e servizi più che da una viabilità veramente a prova di pedone o ciclista.
L’Italia brilla nella classifica mondiale
Il buon posizionamento di Milano non è un caso isolato nel panorama italiano. Nella top ten delle città più camminabili secondo lo studio di Nature Cities figuravano anche Torino (terza) e Genova (nona), mentre Bologna, Firenze e Livorno garantiscono servizi a 15 minuti per almeno il 90% della popolazione. Il capoluogo emiliano, patria dell’esperimento (finora ampiamente riuscito) di Città 30, è stato recentemente individuato come città più smart d’Italia.
Un risultato che contrasta con la situazione di altre grandi città italiane: a Roma, solo il 71% della popolazione vive in un’area “a 15 minuti”, percentuale che scende al 60% per Napoli.
Il primato assoluto dell’Europa
Entrambi gli studi evidenziano un netto divario tra l’Europa e gli altri continenti. Delle prime 50 posizioni nella classifica delle grandi città camminabili di Nature Cities, ben 45 erano occupate da centri urbani europei. Al di fuori del vecchio continente, solo alcune città asiatiche come Kyoto in Giappone e Taipei a Taiwan raggiungono livelli comparabili di accessibilità pedonale.
Particolarmente significativa è l’assenza delle città nordamericane dalle prime posizioni. Come osserva lo studio, “molte di esse sono state progettate attorno alle automobili, con quartieri residenziali che si estendono lontano dai servizi centrali”. A Los Angeles, ad esempio, il tempo medio di percorrenza a piedi verso i servizi essenziali supera i 20 minuti.
Implicazioni per il futuro urbano
Questi studi non si limitano a fotografare la situazione attuale, ma offrono anche spunti per migliorare la pianificazione urbana. Come sottolinea la ricerca di Nature Cities, “una distribuzione più equilibrata dei servizi all’interno delle città potrebbe migliorare enormemente la camminabilità”.
L’esempio di Parigi è emblematico: basterebbe ricollocare il 5% delle attività per ridurre di 2 minuti il tempo medio di percorrenza a piedi e aumentare al 97% la quota di abitanti in “quartieri a 15 minuti”.
La percezione dei cittadini
A marzo, il sindaco Beppe Sala ha rivendicato con orgoglio questi risultati ottenuti da Milano: “è la città più camminabile al mondo, bastano sette minuti a piedi per raggiungere i servizi”. A settembre scorso un report di Will Media ha classificato Milano come prima città in Italia per mobilità sostenibile. Qui il 41% dei cittadini preferisce i mezzi pubblici per i propri spostamenti. Anche perché, quasi sempre, ci si sposta più velocemente. A favorire questa tendenza c’è un sistema di trasporto pubblico ben strutturato e una mentalità “europea”, attenta alla sostenibilità.
Una visione che però non sempre coincide con la percezione quotidiana dei cittadini, spesso alle prese con traffico e inquinamento e con i numerosi scioperi dei mezzi di trasporto.
Come nota ironicamente il “Milanese Imbruttito” commentando il primato, forse i milanesi optano per i piedi “perché non abbiamo sbatti di cercare parcheggio”.