Solitudine, ne soffre il 20% dei lavoratori al mondo

Le emozioni negative aumentano tra gli under 35 e i remote working: ecco cos’è emerso nello State of Global Workplace Report 2024
13 Giugno 2024
4 minuti di lettura
Donna Stanca A Lavoro

A livello globale, uno su cinque dipendenti riferisce di aver provato solitudine per gran parte del giorno precedente. Questa percentuale è più alta per i dipendenti sotto i 35 anni e più bassa per quelli sopra i 35 anni. I dipendenti che lavorano completamente da remoto riferiscono livelli significativamente più alti di solitudine (25%) rispetto a quelli che lavorano completamente in loco (16%). Questo è quanto emerso da State of the Global Workplace Report 2024, secondo il quale, l’isolamento sociale e la solitudine cronica hanno effetti devastanti sulla salute fisica e mentale di un lavoratore. Scopriamo qualcosa in più sul fenomeno.

Il benessere tra i dipendenti più giovani è diminuito nel 2023

La professoressa di Harvard e senior science di Gallup, Lisa Berkman, e i suoi colleghi hanno studiato la relazione tra legami sociali e comunitari e tassi di mortalità nel corso di un periodo di nove anni. Il rischio di mortalità tra le persone che mancavano di legami comunitari e sociali era due volte maggiore rispetto a quello delle persone che avevano molti contatti sociali. Queste differenze erano indipendenti dalla salute fisica, dallo status socioeconomico e dalle pratiche sanitarie. Il lavoro di per sé, però, riduce la solitudine. In generale, infatti, il report riporta che gli adulti che lavorano sono meno soli (20%) rispetto a quelli che sono disoccupati (32%), e questo rimane vero per ogni generazione e fascia di età.

Ciò che emerge è che a livello globale, il benessere dei dipendenti è diminuito nel 2023 dal 35% al 34%. Il calo del 2023 è stato avvertito, nello specifico, dai lavoratori under 35 anni. Il divario di felicità tra i gruppi di età più giovani e più vecchi è generalizzato al di fuori del lavoro. Il World Happiness Report di quest’anno ha scoperto che le persone nate prima del 1965 (baby boomers e i loro predecessori) hanno valutazioni della vita circa un quarto di punto più alte rispetto a quelle nate dopo il 1980 (millennials e Gen Z).

L’impegno dei dipendenti

Non tutti i problemi di salute mentale sono legati al lavoro, ma il lavoro è un fattore nelle valutazioni della vita e nelle emozioni quotidiane. I dipendenti che non amano il loro lavoro tendono ad avere livelli più alti di stress e preoccupazione quotidiani, così come sono elevate tutte le altre emozioni negative. Su molti elementi di benessere (stress, rabbia, preoccupazione, solitudine), essere attivamente disimpegnati sul lavoro è equivalente o peggiore rispetto alla disoccupazione.

Al contrario, quando i dipendenti trovano il loro lavoro e le relazioni lavorative significative, l’occupazione è associata a alti livelli di benessere quotidiano e bassi livelli di tutte le emozioni negative. Da notare che la metà dei dipendenti che sono impegnati sul lavoro prosperano nella vita in generale.

Per i datori di lavoro, affrontare la salute mentale richiede il sostegno per prosperare nella vita e l’impegno sul lavoro. I datori di lavoro dovrebbero fornire benefici appropriati e flessibilità per sostenere il benessere dei dipendenti senza trascurare la loro leva più grande sulla valutazione della vita dei dipendenti: costruire squadre produttive e ad alte prestazioni. Il welfare aziendale, in altre parole, è fondamentale per svolgere mansioni in modo sostenibile per il proprio equilibrio di vita.

Fattori economici e policy aziendale

Un dato che emerge significativamente è che c’è un numero di dipendenti attivamente disimpegnati – cioè, i lavoratori che si oppongono attivamente agli obiettivi del loro datore di lavoro – e che è pari al 15% della forza lavoro globale. Rispetto ai loro colleghi, è più probabile che soffrano nel loro benessere complessivo, che si sentano meno rispettati e che sperimentino meno gioia quotidiana. Il 54% dei lavoratori attivamente disimpegnati dice di aver provato molto stress nei giorni precedenti il sondaggio.

Cosa spinge un lavoratore a disimpegnarsi nelle proprie mansioni? Sicuramente gioca un ruolo significativo il guadagno. I fattori economici, infatti, sono tra le principali cause per le quali i dipendenti si spingono verso la ricerca attiva di nuove professioni o nuove realtà aziendali. A mancare, però, a volte, sono le tutele minime.

L’Indice dei Diritti del Lavoro identifica la presenza o l’assenza di 46 statuti legati al lavoro in 135 paesi. Questi includono leggi relative a salari, discriminazione, congedo retribuito e sicurezza, tra gli altri. L’indice non misura l’applicazione di queste leggi, ma solo la loro presenza. Tuttavia, può fornire un modo per confrontare i paesi con più o meno protezioni legali per i dipendenti e le associazioni con il benessere dei dipendenti.

Indipendentemente dalle leggi sul lavoro, l’impegno dei dipendenti è associato anche alla speranza per il futuro. L’impegno dei dipendenti ha una correlazione più stretta con la valutazione futura della vita rispetto alla presenza di leggi sul lavoro. Quando i dipendenti sono impegnati sul lavoro, hanno una speranza significativamente più alta per le loro vite future nel complesso: un ottimo lavoro è fortemente associato alla speranza per il futuro.

Il ruolo del manager nel benessere dei lavoratori

Anche il ruolo del manager, infine, è fondamentale per il benessere dei lavoratori e le prestazioni organizzative. I manager tendono a percepire stipendi più alti e godere di uno status sociale superiore. Questo li rende più propensi a sentirsi connessi alla loro organizzazione e a sentire che le loro opinioni contano. Ma quando i manager sono coinvolti, anche i dipendenti tendono ad essere più coinvolti. Un manager efficace è in grado di motivare i membri del team, spostandoli da indifferenti a ispirati.

“Nelle organizzazioni di best-practice, la maggior parte dei manager e dei non-manager sono coinvolti. Queste organizzazioni raggiungono livelli di coinvolgimento e benessere dei dipendenti molto più elevati rispetto alla media globale – conclude il report -. Il cambiamento del luogo di lavoro globale dal 2020 ha reso la gestione delle persone più complicata. Le organizzazioni di successo danno alta priorità all’assunzione e allo sviluppo dei manager, integrano l’engagement in ogni fase del ciclo di vita dei dipendenti e manager, e sottolineano il benessere sul lavoro e nella vita. Queste organizzazioni supportano attivamente il benessere dei dipendenti, andando oltre la salute fisica per includere il supporto alla pianificazione e all’alfabetizzazione finanziaria”.

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