“Serve una forza lavoro diversificata”, l’analisi della Corte dei conti europea

La Corte dei conti europea fa luce sulla condizione lavorativa dei dipendenti pubblici dell’Unione europea: limiti e possibilità del futuro dei professionisti
11 Novembre 2024
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Dipendente Ue Canva

Le istituzioni dell’Unione europea devono intensificare i loro sforzi per soddisfare l’esigenza di una forza lavoro sempre più diversificata. A sostenerlo è una relazione pubblicata dalla Corte dei conti europea.

Nonostante un quadro occupazionale flessibile e recenti miglioramenti, la pubblica amministrazione europea fatica ancora ad attrarre personale per determinati profili specifici. E secondo la Corte dei conti, il motivo risiede nel fatto che le istituzioni fanno “troppo affidamento sul personale temporaneo in alcune aree politiche, il che potrebbe mettere a rischio la continuità aziendale”.

Un invecchiamento della forza lavoro, squilibri geografici e un quadro di performance troppo rigido sono altri problemi: ecco cosa sostiene la Corte dei conti Ue.

La forza lavoro dell’Ue

Ci sono oltre 50.000 persone che lavorano per l’Ue con diversi tipi di contratto: funzionari permanenti, personale temporaneo e personale contrattuale. La Commissione europea, come riporta l’analisi, è il più grande datore di lavoro istituzionale con circa 30.000 dipendenti, seguita dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea (rispettivamente circa 7.000 e 3.000 dipendenti).

“Le istituzioni dell’Ue stanno ancora lottando per attrarre determinati profili e nazionalità specifici, nonostante offrano condizioni di lavoro moderne e flessibili – ha affermato Jorg Kristijan Petrovič, Membro dell’Eca responsabile dell’audit -. Le nostre raccomandazioni mirano ad aiutare le istituzioni dell’Ue a gestire meglio la propria forza lavoro, a diventare datori di lavoro più attraenti e a migliorare le prospettive di carriera del proprio personale “.

Riqualificazione e intelligenza artificiale

Nel corso degli anni, il numero di compiti svolti dalle istituzioni europee è aumentato, ma non il numero dei suoi dipendenti. “Le istituzioni dell’Ue – si legge nel report – hanno affrontato le priorità emergenti riassegnando il personale dove era più necessario e diversificando i canali di reclutamento. Di conseguenza, fanno sempre più affidamento sul personale con contratti a tempo determinato, nonostante il rischio di interruzioni del servizio quando tali contratti scadono”.

L’intelligenza artificiale potrebbe in qualche modo contribuire ad alleviare questo problema in futuro. I revisori sottolineano che le istituzioni dovrebbero fare di più per affrontare la questione sistemica della gestione di un carico di lavoro aumentato con risorse limitate.

Mentre il potere d’acquisto del personale dell’Ue è diminuito più di quello dei dipendenti pubblici nazionali, gli stipendi rimangono in linea con quelli offerti da altre organizzazioni internazionali. Tuttavia, le istituzioni hanno ancora difficoltà a reclutare candidati da tutti gli Stati membri in modo da garantire loro una forza lavoro geograficamente equilibrata. Hanno anche difficoltà a reclutare e trattenere personale essenziale, come gli esperti IT. “Inoltre – continua la Corte -, le istituzioni non sono state in grado di attrarre reclute più giovani in numero sufficiente a compensare una forza lavoro che invecchia, nonostante le iniziative mirate ai giovani laureati. Poiché le istituzioni non hanno un approccio comune per identificare i motivi per cui i lavori che offrono non sono sempre attraenti, ciò rende le loro azioni meno efficaci”.

Gli auditor hanno individuato punti deboli nella gestione delle prestazioni della forza lavoro: il quadro di valutazione è principalmente incentrato sulla gestione dei casi più gravi di incompetenza professionale, ma “la procedura coinvolta è macchinosa e raramente applicata. Esistono poche procedure formali per affrontare e correggere le scarse prestazioni prima che diventino incompetenza professionale. Allo stesso tempo, i vincoli legali limitano la capacità delle istituzioni di premiare i grandi risultati con promozioni più rapide, mentre le ricompense non finanziarie non sono ben sviluppate”.

Gli auditor hanno anche scoperto che i concorsi interni non vengono utilizzati al massimo delle loro potenzialità per fornire sufficienti opportunità di carriera al personale, in particolare per i ruoli di segreteria, impiegati e assistenti.

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