Lucca Comics, Himorta e la discriminazione nel gaming: “Giocatrici usano nickname maschili per evitare molestie”

La cosplayer più seguita d’Europa parla delle discriminazioni nel settore e poi aggiunge: “Il cosplaying insegna la sostenibilità, ma è più facile comunicarla ai giovani”
29 Ottobre 2024
4 minuti di lettura
Antonella Arpa Himorta Intervista
Antonella Arpa, conosciuta come Himorta

Inizia domani il Lucca Comics & Games 2024, l’evento europeo più atteso dell’anno dagli amanti dei fumetti, del gaming, del cosplaying e del mondo fantasy. Oltre 200.000 persone (non solo giovani) accomunate dalla passione per un mondo colorato, felice, ideale, molto distante dal pianeta reale, alle prese con una profonda crisi climatica. “Più che voglia di evadere, però, siamo tutti accomunati da una dolce nostalgia dell’infanzia”, spiega ai microfoni di Prometeo 360 Himorta, la cosplayer più seguita d’Europa con oltre 1 milione di follower su Instagram.

Antonella Arpa, questo il suo nome all’anagrafe, sarà special guest al Lucca Comics 2024 ed è una autentica testimonial della sostenibilità. O meglio, dell’Esg, dato che il suo impegno sostenibile spazia su vari campi, concentrandosi su quello ambientale e sociale e offre spunti preziosi anche per le aziende.

Le donne nel gaming

Antonella si batte da sempreper la parità di genere delle donne nel settore gaming ed è ambasciatrice dell’associazione “Women in game” contro le discriminazioni di genere.

Per anni le donne nel gaming sono state discriminate. Come cambia la percezione di genere nel gaming e nel cosplaying, c’è ancora un forte discriminazione?

“Ci sono ancora problemi di sessismo e di inclusione di genere in questo ambiente”, esordisce Himorta spiegando le differenze tra i due campi: “la discriminazione è un po’ più forte nel gaming rispetto al cosplaying; entrambi i campi hanno a che fare con questo tipo di fenomeno ma in maniera diversa. Quella del gaming – spiega Antonella Arpa – è una vera e propria discriminazione di genere: la donna non può videogiocare e se perde, non perde perché non è brava in quel gioco, ma perde perché è donna e, in quanto tale, scarsa nei videogiochi”.

Poi ci sono tutti i problemi relativi alle molestie in game, ovvero utenti che usano le chat per fare avances non gradite. Questa situazione è così diffusa che molte giocatrici si nascondono dietro nickname maschili proprio perché non vogliono essere importunate o prese in giro”, spiega ancora Himorta.

La discriminazione di genere è presente anche nel cosplaying, ma con una matrice diversa: “Il cosplaying è un hobby che richiede di mettersi in mostra, alcuni personaggi magari indossano minigonne, canottiere o simili; quindi, le donne che fanno cosplay subiscono per di più episodi di body shaming”, spiega Antonella Arpa che poi fa degli esempi concreti: “Sei troppo grassa per fare questo personaggio, sei troppo magra per fare quello, sei troppo bassa, sei troppo alta”.

In definitiva, sia che si tratta di gaming che di cosplaying “nonostante i miglioramenti, la discriminazione di genere è ancora presente in entrambi i campi”, chiosa Himorta.

Perché il cosplaying è sostenibile

Guardando gli scintillanti e impegnativi costumi dei cosplayer si tende a pensare che la loro realizzazione richieda un ingente sfruttamento di materie prime e, quindi, che questo sia un hobby a grande impatto ambientale. Niente di più sbagliato, come ci spiega Antonella.

In base alla tua esperienza, quali sono i messaggi più efficaci per educare gli utenti ad adottare comportamenti sostenibili?  

“Sicuramente il cosplay aiuta tantissimo da questo punto di vista, perché è un hobby piuttosto costoso, soprattutto se bisogna acquistare certe armature. Ma il nostro mondo è creativo anche nel trovare soluzioni: esistono i cosiddetti ‘mercatini del cosplay’ dove chi le ha realizzate e magari utilizzate per una fiera, rivende le stesse armature a un prezzo molto ribassato, alimentando un mercato dell’usato che è fondamentale per i cosplayer.

Il cosplay è un bellissimo ambiente per quanto riguarda l’ecosostenibilità: non solo riutilizziamo le armature e gli accessori che sono già in buono stato, ma sistemiamo, restauriamo, diamo nuova vita agli elementi che si sono rovinati con l’usura”. Un approccio coerente con le esigenze di questi tempi e con le nuove norme Ue sul diritto alla riparazione. Per il cosplaying la sostenibilità è così importante che “ci sono proprio degli acconciatori che in qualche modo restaurano le parrucche. In questo modo – spiega Himorta – abbattiamo sia lo spreco ambientale che lo spreco di risorse economiche. Il ‘mercatino del cosplay’ in Italia conta più di diecimila persone, segno che tantissimi cosplayer usano l’opzione del riciclato e dell’usato”.

La sostenibilità si configura come contraltare alla discriminazione di genere, la parte costruttiva di un mondo che crede nella condivisione di valori, oltre che di ricordi. Himorta fa un esempio pratico: “Spesso utilizziamo i tappetini per fare ginnastica in casa, che si usurano relativamente subito. Invece che buttarli, li riutilizziamo: se riscaldati, quei tappetini diventano un materiale facilmente modellabile da cui ricaviamo armature, accessori o altro”.

Insomma, non si tratta solo di riciclare materiali già utilizzati per il cosplay, ma anche di evitare rifiuti urbani e trasformarli in oggetti a impatto zero. Qualcosa da ricordarci quando vorremo buttare quel tappetino per la ginnastica ormai usurato: magari può diventare una meravigliosa armatura di Wonder Woman. A volte, però, i rifiuti si trovano per strada, ma la creatività dei cosplayer ha un rimedio a tutto: “Una volta ho trovato per strada la ‘testa’ di un lampione, – racconta Antonella – L’ho raccolto, ci ho fatto dei piccoli ritagli ed ecco che quel lampione abbandonato sull’asfalto è diventato un bellissimo casco”.

Ci sono delle differenze tra comunicare la sostenibilità ai giovani e agli adulti?

“Assolutamente sì. I giovani sono molto più sensibili alle tematiche ambientali rispetto alle generazioni precedenti. Le nuove generazioni preferiscono comprare e riciclare a casa, mentre quelle più grandi preferiscono comprare e spendere”, dice Antonella Arpa che promette: “Mi impegnerò ancora di più per sensibilizzare anche le altre generazioni però noto che il messaggio arriva in maniera molto più diretta e immediata ai giovani”.

L‘impegno sociale di Himorta

Antonella ama usare la propria influenza sui giovani per sensibilizzarli e responsabilizzarli su tematiche attuali. Oltre ad essere ambasciatrice dell’associazione “Women in game” contro le discriminazioni di genere, la cosplayer più seguita d’Europa è molto attiva sulla tema dell’abbandono e maltrattamento degli animali ed è portavoce di campagne di sensibilizzazione in difesa degli amici a quattro zampe. Nel 2020 adotta una cagnolina senior sensibilizzando sull’importanza di dare una casa anche ai cani anziani e dimenticati in canile.

Molto attiva in ambito sociale, Antonella, autrice del “La carta del fuoco” un fumetto in cui lei stessa diventa eroina, partecipa con spirito intraprendente a numerose iniziative a scopo benefico, su settori a lei particolarmente. In prima linea nella campagna #distantimauniti con il Ministero dello Sport e delle Politiche Giovanili, durante la pandemia ha offerto live didattiche gratuite in un palinsesto settimanale spronando i giovani a utilizzare il tempo a casa per imparare da contenuti formativi. Amante dei libri e laureata in lingue e letterature straniere, si dimostra particolarmente sensibile ai contenuti culturali e partecipa alla campagna #ioleggoacasa di Visverbi D’Autore per sensibilizzare i giovani studenti sul tema della lettura. 

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