Trump jr. ha ucciso un uccello protetto nella Laguna di Venezia? Quando la passione dei Vip diventa scandalo

Dal figlio del presidente Usa a Re Juan Carlos, passando per il Principe William e Berlusconi: le battute di caccia dei potenti scatenano spesso polemiche
4 Febbraio 2025
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Donald Trump Jr
Donald Trump Jr. (Foto Brian Cahn/ZUMA Press Wire/Shutterstock (15021817r)/IPA/Fotogramma)

“Il Veneto e l’Italia non sono proprietà degli Usa”. Si conclude così il post facebook in cui Andrea Zanoni, consigliere veneto di Europa Verde, denuncia Donald Trump Jr., figlio dell’ex presidente degli Stati Uniti, che, a caccia nella Laguna di Venezia, avrebbe ucciso una casarca (Tadorna ferruginea). Si tratta di una specie di anatra protetta sia dalla Direttiva Uccelli dell’Unione Europea che dalla legge italiana sulla tutela della fauna selvatica (L. 157/1992). Sulla questione, il consigliere ha presentato un’interrogazione alle autorità regionali chiedendo quali sanzioni intendano adottare nei confronti dei responsabili.

Zanoni ha anche diffuso il video, pubblicato sul sito “Field Ethos – The global hunt for adventure”, una pubblicazione di lifestyle all’aria aperta co-fondata dal figlio di Trump, che mostra Trump jr. e altri partecipanti mentre cacciano diverse specie di anatre nella Valle Pierimpiè, a Campagna Lupia (Ve), un’area riconosciuta come Zona Speciale di Conservazione nell’ambito della Rete Natura 2000 dell’Ue.

Nel filmato, Trump Jr. appare con quella che sembra una casarca in primo piano, dicendo: “Questa è in realtà un’anatra piuttosto rara per la zona. Non sono nemmeno sicuro di come si chiami in inglese, ma è incredibile”.

Trump Jr. poteva partecipare alla battuta di caccia?

Oltre alla possibile violazione relativa all’abbattimento di una specie protetta, emergono dubbi sulla legittimità della partecipazione del 48enne alla battuta di caccia. “Trump Jr. in Italia non avrebbe potuto cacciare. Solo i residenti di una delle regioni italiane possono cacciare in Italia perché serve avere obbligatoriamente il tesserino di caccia che per legge viene rilasciato dalla Regione di residenza del richiedente”, argomenta Zanoni.

Tuttavia Massimo Buconi, presidente della Federazione Italiana Caccia, respinge l’affermazione secondo cui gli stranieri non possono cacciare in Italia, ma concorda che se l’uccello ucciso fosse una casarca – cosa che a lui non sembra – allora ci sarebbe stata effettivamente una violazione della legge.

L’episodio ha ripercussioni politiche: Luana Zanella, deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, chiedendo chiarimenti sull’accaduto e sottolineando che l’abbattimento di specie protette costituisce un reato, mentre Fratelli d’Italia parla di “caccia alle streghe” della sinistra.

Siamo fieri che Donald Trump Jr. abbia deciso di venire nel nostro Veneto per vivere un’esperienza unica. Non possiamo accettare che una visita privata diventi un pretesto per attacchi strumentali contro Trump Jr.. Se ha operato nel rispetto delle regole, come sembra essere il caso, non c’è motivo per questa isteria mediatica”, ha scritto in una nota il consigliere regionale veneto di Fi, Joe Formaggio

Al momento, né Donald Trump Jr. né i rappresentanti di Field Ethos hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alle accuse.

Caccia e personaggi pubblici: una storia di polemiche

L’episodio che ha coinvolto Trump Jr. non è il primo caso di personalità famose al centro di polemiche per battute di caccia controverse. Lo stesso Zanoni ricorda di aver denunciato nel 2009 Re Juan Carlos per una battuta di caccia senza tesserino venatorio nell’Azienda Faunistico Venatoria di Valle Dragojesolo degli Stefanel.

Tra gli episodi più noti:

Walter Palmer e il caso di Cecil il Leone (2015): il dentista americano fu duramente criticato a livello globale dopo aver ucciso Cecil, un leone simbolo dello Zimbabwe. L’episodio suscitò proteste internazionali e spinse diversi governi a rafforzare le restrizioni sulla caccia ai trofei.
Corey Knowlton e la caccia al rinoceronte nero (Namibia, 2014): Knowlton, un cacciatore statunitense, suscitò scalpore vincendo all’asta un permesso da 350mila dollari per abbattere un rinoceronte nero in Namibia, una specie in pericolo critico di estinzione. Sostenne che il denaro sarebbe stato usato per la conservazione della specie, ma le associazioni animaliste condannarono duramente la caccia. Nonostante le polemiche, Knowlton portò a termine la battuta di caccia e dichiarò di non avere rimorsi.
Il Principe William e la battuta di caccia in Spagna (2014): nel 2014, il figlio di Carlo e Diana fu criticato per aver partecipato a una battuta di caccia in Spagna solo un giorno dopo aver lanciato un appello per la protezione della fauna selvatica. L’ipocrisia del gesto sollevò molte critiche, considerando che la famiglia reale britannica è storicamente appassionata di caccia, ma anche promotrice della conservazione degli animali.
Silvio Berlusconi e la caccia in Russia con Putin (2013): l’ex premier italiano e il presidente russo Vladimir Putin furono protagonisti di una battuta di caccia nel 2013 in Siberia. Anche se non ci furono conferme ufficiali sulle specie cacciate, i media russi e italiani ipotizzarono che si trattasse di caccia all’orso bruno, attività controversa per il rischio di abbattere esemplari protetti. La vicenda non scatenò grandi proteste, ma alimentò il dibattito sulle amicizie tra leader politici e la caccia di lusso.
Re Juan Carlos di Spagna e la caccia agli elefanti (2012): l’ex sovrano spagnolo finì sotto i riflettori per un viaggio in Botswana durante il quale partecipò a una battuta di caccia agli elefanti, nonostante fosse allora presidente onorario del WWF Spagna. Le critiche furono così intense da spingerlo a rinunciare alla carica.
Eric e Donald Trump Jr. e la caccia ai leoni (2012): i figli del presidente Usa furono criticati per una battuta di caccia in Africa in cui uccisero diversi animali, tra cui un leone e un coccodrillo. Le immagini delle loro prede suscitarono indignazione sui social media.

L’impatto delle azioni pubbliche sulle percezioni sociali

Quando una figura pubblica, come Donald Trump Jr., partecipa ad attività controverse come la caccia – specialmente se riguarda specie protette – il dibattito che ne scaturisce non si limita alla sola dimensione legale. L’opinione pubblica tende a considerare i personaggi famosi come modelli di comportamento, e questo vale in particolare per personalità legate al mondo politico o dell’intrattenimento, i cui gesti e dichiarazioni possono orientare il dibattito pubblico e persino influenzare le politiche ambientali.

Nel caso specifico di Donald Trump Jr., il problema non si limita alla presunta violazione delle normative italiane sulla caccia, ma si estende al ruolo di chi ha una visibilità mediatica nell’orientare le scelte collettive sulla conservazione ambientale e ad una eventuale responsabilità morale.

Il rischio di un boomerang mediatico

Per una personalità pubblica il coinvolgimento in attività di caccia può trasformarsi in un boomerang mediatico. Se da un lato esiste una comunità internazionale che difende il diritto alla caccia regolamentata come forma di gestione della fauna, dall’altro il movimento ambientalista e moltissime persone condannano le pratiche che mettano a rischio specie protette o che vengano percepite come crudeli e non necessarie.

Anche se un’attività fosse tecnicamente legale – e in questo caso si discute proprio su un’eventuale violazione della normativa venatoria italiana – le conseguenze in termini di reputazione possono essere forti. E a volte tracimare nella politica, come dimostrano gli episodi appena menzionati e quello di Trump jr, anche in considerazione del fatto che il padre è da poco tornato al timone del Paese più potente del mondo.

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