Halloween è la festa più spaventosa dell’anno, e il suo giro di zucche non è da meno: migliaia di tonnellate di questo ortaggio nutriente vengono trasformate in lanterne decorative e poi gettate via, producendo metano e alimentando la crisi climatica. I numeri dello spreco sono importanti e obbligano a un cambio di rotta.
La “zucca economy” italiana
Quest’anno l’Italia ha prodotto circa 40mila tonnellate di zucche, con un raccolto migliore rispetto al 2024 nonostante le rese penalizzate dai cambiamenti climatici. La cosiddetta “zucca economy” ha superato i 30 milioni di euro di valore, coinvolgendo circa duemila ettari coltivati principalmente tra Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Il prezzo medio al dettaglio si aggira sui due euro al chilo, cifra che raddoppia o triplica per il prodotto già pulito e tagliato.
Coldiretti registra una crescita costante: la produzione è aumentata del 20% in Puglia e mostra segni positivi anche in Sicilia, Umbria e Campania. Dietro questi numeri si celano investimenti agricoli, utilizzo di risorse idriche, energia per il trasporto e la conservazione.
Ma quale percentuale di questo raccolto viene effettivamente consumata?
Uno spreco da paura
I dati raccontano una storia diversa da quella delle vetrine addobbate per Halloween. In questo periodo dell’anno, il 58% delle zucche acquistate viene sprecato per fini decorativi, e di queste solo una piccolissima parte viene riutilizzata in cucina. Soltanto il 35% delle zucche, invece, viene impiegato direttamente a fini alimentari. Nel Regno Unito, dove il fenomeno è stato studiato più approfonditamente, 18mila tonnellate di zucche vengono gettate ogni anno dopo la festa. La charity ambientalista Hubbub evidenzia che il 60% dei consumatori britannici ammette di non trasformare le zucche intagliate in zuppe o altre pietanze.
Lo spreco assume dimensioni preoccupanti se consideriamo le risorse necessarie per coltivare questi ortaggi: acqua per l’irrigazione, fertilizzanti, energia per la lavorazione del terreno e il trasporto. Ogni frutto buttato rappresenti uno spreco di tutte queste risorse.
Il metano, il vero mostro di Halloween
Quando le zucche finiscono nella spazzatura e si decompongono in discarica, si trasformano in una minaccia climatica concreta: producono metano, un gas serra con un effetto riscaldante venti volte superiore a quello dell’anidride carbonica. Negli Stati Uniti il fenomeno ha spinto il Dipartimento dell’Energia a finanziare bioraffinerie per convertire i rifiuti di zucche in biocarburanti. Due compagnie, Fulcrum Bioenergy ed Emerald Biofuels, producono insieme 350 milioni di litri di biocarburanti all’anno proprio da scarti vegetali.
L’impatto ambientale dello spreco alimentare legato ad Halloween si inserisce in un contesto più ampio: mentre i Paesi puntano sugli obiettivi di sostenibilità e riduzione delle emissioni, migliaia di tonnellate di cibo finiscono in discarica contribuendo al riscaldamento globale. Coltiviamo un ortaggio ricco di nutrienti, vitamine e proprietà benefiche per trasformarlo in una decorazione effimera.
Come utilizzare le zucche dopo le decorazioni
La coltivazione della zucca può essere sostenibile quando gestita con pratiche responsabili: rotazione delle colture per preservare la fertilità del suolo, utilizzo efficiente dell’acqua attraverso sistemi di irrigazione a goccia, riduzione dei pesticidi chimici. L’agricoltura biologica offre un modello che rispetta l’ambiente e mantiene l’equilibrio degli ecosistemi. I fiori di zucca attirano impollinatori come api e farfalle, essenziali per la biodiversità locale.
Ma tutto questo sforzo rischia di vanificarsi se il prodotto finale viene sprecato. La soluzione esiste ed è semplice:consumare le zucche dopo averle utilizzate come decorazioni. La polpa può essere trasformata in zuppe, vellutate, risotti, torte dolci e salate. Anche la buccia e i semi sono commestibili e nutrienti. L’alternativa al consumo è il compostaggio: alcune aziende agricole restituiscono le zucche non consumate al terreno dove i lombrichi le riciclano in materia organica per il raccolto successivo.
Le istituzioni britanniche hanno lanciato campagne di sensibilizzazione per ridurre lo spreco, ricordando che le zucche lasciate all’esterno con una candela accesa non sono più adatte al consumo alimentare. In Italia mancano ancora iniziative strutturate su larga scala, anche se i numeri della “zucca economy” giustificherebbero un intervento coordinato tra produttori, distributori e consumatori.
 
             
             
                 
                             
                             
                             
                             
                             
                             
                            