La Spagna sta affrontando una crisi climatica che si manifesta con temperature estreme e conseguenze devastanti sia per la salute umana che per l’ambiente naturale. Quello che un tempo era un paradiso estivo, sta rapidamente diventando un luogo da cui molti cercano di fuggire.
Le ondate di calore degli ultimi mesi hanno causato un numero impressionante di vittime. Tra il 16 maggio e il 13 luglio 2025, si sono registrati ben 1.180 decessi legati al caldo, un aumento significativo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La maggior parte delle vittime, oltre la metà delle quali donne, aveva più di 65 anni. Anche se tradizionalmente più fresche, le regioni settentrionali come la Galizia, La Rioja, le Asturie e la Cantabria sono state tra le più colpite, segno di un cambiamento nel modello climatico.
Le temperature hanno spesso superato i 40 gradi. Nel periodo considerato, ci sono state 76 allerte rosse per caldo estremo. I dati attuali indicano un evento di “intensità eccezionale“, caratterizzato da un aumento senza precedenti delle temperature medie e un incremento significativo della mortalità attribuibile. L’estate precedente aveva già visto 2.191 decessi attribuiti a cause legate al caldo. Gli esperti stimano che ondate di calore così intense possano arrivare a triplicare il bilancio delle vittime nelle regioni colpite.
L’ambiente sotto attacco: le spiagge scompaiono
Oltre al costo umano, il cambiamento climatico sta trasformando profondamente il paesaggio spagnolo. Quello che era un tipico scenario di vacanza europea, con ampie spiagge, sta scomparendo sotto l’effetto di tempeste sempre più frequenti o erosione.
A Montgat, vicino Barcellona, dove prima metri e metri di spiaggia costeggiavano il mare, ora a malapena c’è spazio per un asciugamano. Barcellona ha segnalato la perdita di ben 30.000 metri quadrati di sabbia negli ultimi cinque anni. E anche località notoriamente turistiche come Marina d’Or, vicino Valencia, hanno visto le loro spiagge spazzate via dalle tempeste.
A livello nazionale, si stima la perdita di centinaia di migliaia di metri quadrati di spiaggia, e gli esperti avvertono sul rischio di desertificazione. Ma non solo le spiagge, anche eventi come le inondazioni stanno diventando più letali: l’anno scorso, le inondazioni a Valencia hanno causato la morte di oltre 200 persone.
Le risposte del governo e delle città
Di fronte a questa emergenza, la Spagna ha riconosciuto la gravità del problema con strategie per apportare un contributo. Il governo di Pedro Sanchez ha abbracciato una “transizione ecologica”, definendo il cambiamento climatico il “principale rischio che l’umanità deve affrontare” e una “priorità in termini di sicurezza”. Le iniziative includono:
- Attrazione di centinaia di miliardi di euro in investimenti per l’energia sostenibile, con l’obiettivo di creare centinaia di migliaia di nuovi “green job”.
- Investimenti in sistemi di previsione delle temperature per anticipare le ondate di calore.
- Formazione degli operatori sanitari per affrontare un aumento delle malattie legate al caldo.
- Sforzi per aumentare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas serra.
Anche le città stanno adottando misure innovative. Barcellona, dove il turismo rappresenta circa il 15% dell’economia, sta utilizzando la sabbia recuperata da progetti di costruzione per preservare le sue spiagge, fondamentali sia per i residenti che per l’identità turistica. Siviglia sta impiegando soluzioni creative: tende bianche sulle strade strette, un antico sistema di condotti sotterranei per l’aria fresca e l’irrigazione di spazi pubblici ombreggiati con nebulizzatori.
Un futuro incerto per il turismo
Le condizioni brutali stanno spingendo molti europei del sud a sognare destinazioni più fresche, come i fiordi. Persino gli attivisti che combattono l’eccesso di turismo vedono il caldo come un “nemico comune” che “scioglierà” sia i turisti che i residenti.
La preoccupazione più grande è che l’industria del turismo possa adattarsi al caldo spostando le stagioni turistiche, arrivando a scegliere periodi dell’anno indefiniti. Dall’altro lato, la preoccupazione per chi vive di turismo stagionale è che si possa perdere quella fetta di mercato rischiando il collasso economico prima di un ammodernamento della strategia turistica.