Continua l’allerta rossa sulla costa orientale della Sardegna. Dopo l’incendio di ieri in località Villasimius, che ha costretto i bagnanti a fuggire via mare, un nuovo caso sta creando problemi sull’Isola: evacuate case e un resort a Orosei.
Dalle 9 del mattino i vigili del fuoco stanno intervenendo in località Sos Alinos con quattro squadre e dieci mezzi del Comando di Nuoro. Il fumo ha raggiunto le abitazioni ed è stato necessario procedere all’evacuazione anche di un resort. Dall’alto stanno intervenendo due Canadair, il Super Puma e altri elicotteri del servizio regionale e il Drago 143 del Reparto Volo Sardegna dei vigili del fuoco. Grande mobilitazione anche via terra, assieme ai vigili del fuoco ci sono anche con il Corpo forestale, Agenzia Forestas, barracelli e Protezione civile.
Vicino a Orosei, nel Comune di Siniscola, il sindaco ha preso provvedimenti urgenti anche alla luce di quanto avvenuto ieri: ha firmato un’ordinanza per vietare l’accesso alle spiagge di Berchida e Capo Comino e alla pineta di Mandras.
Incendio a Villasimius
Nella giornata di ieri, domenica 27 luglio, infatti, un imponente incendio è divampato nella vegetazione antistante la spiaggia di Punta Molentis, a Villasimius. Centinaia di bagnanti si sono ritrovati impossibilitati a fuggire con le proprie auto. È stato necessario l’intervento della Guardia costiera di Cagliari che ha messo in salvo le 102 persone, tra le quali 12 bambini e una donna incinta, evacuati via mare con gommoni e assistite dai sanitari del 118 una volta arrivati al porto.
L’incendio, pare di natura dolosa, è divampato velocemente. Sono intervenute le squadre dei vigili del fuoco del distaccamento di San Vito e di Castiadas. Sul posto anche gli agenti delle forze del corpo forestale e di vigilanza ambientale.
Il danno, oltre a persone, ha riguardato anche la macchia mediterranea, ettari ed ettari di natura incontaminata è andata distrutta completamente.
Anzitutto, l’Amministrazione ci tiene ad informare che tutte le persone evacuate dalla spiaggia di Punta Molentis stanno…
Pubblicato da Comune di Villasimius su Domenica 27 luglio 2025
Todde: “Ore difficili e drammatiche”
La presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde ha espresso la sua vicinanza alle popolazioni e ai sindaci dei comuni colpiti dai roghi, quasi tutti di natura dolosa, nel Sud Sardegna. “Stiamo vivendo ore difficili. I vasti incendi che hanno colpito in particolare i territori di Uta, Villaspeciosa, Decimomannu, Villacidro, Villasor, Monastir, Serramanna e altri comuni del Campidano, hanno provocato danni ingenti e messo a dura prova cittadini, amministrazioni locali e forze impegnate nei soccorsi. Esprimo la più profonda vicinanza ai sindaci che si sono prontamente attivati, alle famiglie costrette a lasciare le proprie case, agli agricoltori e agli allevatori danneggiati, e a tutti coloro che, con grande senso di responsabilità, stanno affrontando le conseguenze di queste ore drammatiche”.
Poi un pensiero alle forze antincendio che hanno permesso di arginare i roghi ed evitare danni ancora maggiori ai cittadini e alle aziende. “Ringrazio il Corpo Forestale, Forestas, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, compagnie barracellari, tutte le forze del volontariato e dei Comuni per il lavoro instancabile e il presidio continuo del territorio. Stiamo lavorando anche in queste ore per irrobustire le strutture e renderle più efficaci, e per monitorare costantemente l’evoluzione della situazione e siamo pronti a intervenire con ogni misura necessaria”.
Poi un monito: “Chi danneggia il proprio territorio, a volte in modo irreparabile, per disattenzione, negligenza o, peggio, per dolo, si macchia di una colpa terribile”, sottolinea la presidente, “a queste persone voglio ricordare che il Corpo Forestale e gli altri organi di polizia giudiziaria lavorano incessantemente per accertare i fatti e assicurare alla giustizia i responsabili di questi gravi reati”.
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Gli incendi del 2025
Come ogni anno, torna il fenomeno allarmante degli incendi estivi, ma non solo. Da gennaio al 18 luglio 2025 nella Penisola se ne sono verificati 653 che hanno mandato in fumo 30.988 ettari di territorio pari a 43.400 campi da calcio. Si tratta di una media di 3,3 incendi al giorno con una superficie media bruciata di 47,5 ettari.
A scattare questa fotografia è stato l’ultimo rapporto di Legambiente che ha diffuso i dati del suo nuovo report “L’Italia in fumo” insieme a un pacchetto di 12 proposte e 5 buone pratiche da replicare a livello nazionale, affinché il Paese recuperi i ritardi in fatto di prevenzione e controlli e colmi la frammentazione delle competenze tra Stato, Regioni ed enti locali attraverso una strategia e una governance integrata che ad oggi manca all’appello. Stando al report di Legambiente, che ha analizzato e rielaborato i dati EFFIS (European Forest Fire Information System), dei ben 30.988 ettari di territorio bruciati nei primi sette mesi del 2025, 18.115 hanno riguardato ettari naturali (ossia aree boscate); 12.733 ha hanno interessato aree agricole, 120 ettari aree artificiali, 7 ettari aree di altro tipo.
Il Meridione e le Isole si confermano le aree più colpite dagli incendi con sei regioni in cima alla classifica per ettari bruciati. Maglia nera alla Sicilia, con 16.938 ettari bruciati in 248 roghi. Seguita da Calabria, con 3.633 ettari in 178 eventi incendiari, Puglia con 3.622 ettari in 69 eventi, Basilicata con 2.121 ettari in soli 13 roghi (con la media ettari per incendio più alta: 163,15), Campania con 1.826 ettari in 77 eventi e la Sardegna con 1.465 ettari in 19 roghi. Tra le regioni del Centro e Nord Italia: ci sono il Lazio (settimo in classifica) con 696 ettari andati in fumo in 28 roghi e la Provincia di Bolzano (ottava in classifica) con 216 ettari in 3 roghi e la Lombardia.
I danni alle aree naturali
Preoccupano anche gli incendi scoppiati in aree naturali. Su 30.988 ettari di territorio bruciati, ben 6.260,99 hanno riguardo aree Natura 2000 in 198 eventi incendiari. Quella interessata dal rogo più grave è stata a Dualchi (Nu), che ha visto andare distrutti 439 ettari, tutti in area Natura 2000. A livello regionale, Puglia e Sicilia risultano le regioni più colpite da incendi in aree Natura 2000. La Puglia con 2.169 ettari andati in fumo per colpa di 43 incendi, la seconda, la Sicilia, con 1.547 ettari andati distrutti per causa di un numero maggiore di incendi, ben 62. Seguono in classifica la Sardegna (740 ettari in 6 incendi), la Campania (738 ettari in 27 incendi) e la Calabria (590 ettari in 40 incendi).
“Per contrastare gli incendi boschivi – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – non basta concentrarsi sull’emergenza estiva o su singole cause, ma è fondamentale adottare un approccio integrato che integri prevenzione, rilevamento, monitoraggio e lotta attiva. Bisogna puntare sulla prevenzione attraverso una gestione territoriale efficace, che includa l’uso ecologicamente sostenibile delle risorse agro-silvo-pastorali. Ma è anche fondamentale promuovere e remunerare i servizi ecosistemici, sostenendo e rivitalizzando le comunità rurali nelle aree interne e montane affinché possano riappropriarsi di una funzione di presidio territoriale. Allo stesso tempo è importante applicare la normativa vigente per arginare qualsiasi ipotesi di speculazione futura sulle aree percorse dal fuoco, ed estendere le pene previste per il reato di incendio boschivo a qualsiasi rogo. È cruciale rafforzare le attività investigative per individuare i diversi interessi che spingono ad appiccare il fuoco, anche in modo reiterato. L’analisi approfondita dei luoghi colpiti e dei punti d’innesco accertati può costruire una mappa investigativa essenziale per risalire ai responsabili”.