Girando per Copenaghen si trovano delle panchine alte 85 cm, un’altezza insolita che rende ostica la seduta urbana, ma ha un obiettivo chiaro: sensibilizzare sull’innalzamento del livello del mare causato dal cambiamento climatico. Queste panchine sono una metafora visiva che prefigura quanto il livello dell’acqua potrebbe aumentare nei prossimi decenni se non si adottano misure efficaci per contrastare il cambiamento climatico. Un intervento artistico che diverte i più piccoli e fa riflettere i più grandi.
L’iniziativa di Copenaghen non è isolata e dimostra come le città costiere siano in prima linea nella lotta agli effetti del riscaldamento globale.
Panchine alte a Copenaghen: le foto
Ecco alcune immagini dell’iniziativa della capitale danese, condivise su LinkedIn da Sébastien Poulin
Iniziative simili
Sono diverse le città in giro per il mondo che hanno adottato soluzioni artistiche e infrastrutturali per comunicare i rischi dell’innalzamento del mare:
- New York: l’installazione HighWaterLine dell’artista Eva Mosher ha tracciato una linea blu lungo le zone che potrebbero essere sommerse in futuro, sensibilizzando il pubblico sulla vulnerabilità delle aree costiere;
- Londra: l’artista Olafur Eliasson ha portato i blocchi di ghiaccio groenlandesi nella capitale britannica con Ice Watch, un’installazione pensata per mostrare concretamente gli effetti dello scioglimento dei ghiacciai;
- Miami: una delle città statunitensi più a rischio, ha avviato diverse iniziative urbane per prepararsi agli effetti dell’innalzamento del mare. La città ha sviluppato progetti sia artistici sia infrastrutturali per contrastare eventuali inondazioni, essendo particolarmente minacciata a causa della sua posizione bassa e dell’elevata popolazione che azzera lo spazio tra la costa e il centro abitato.
L’espansione termica
Come è risaputo, l’innalzamento del livello del mare è una conseguenza diretta del cambiamento climatico e sta già manifestando impatti visibili in molte aree. Un recente rapporto della Nasa ha evidenziato che, dal 1993 al 2023, il livello del mare è aumentato di circa 9,4 centimetri a livello globale, in gran parte a causa dello scioglimento dei ghiacciai e dell’espansione termica dell’acqua. Quest’ultimo fenomeno si verifica quando l’acqua calda occupa più spazio rispetto a quella fredda, accelerando così il livello del mare.
Le previsioni più recenti stimano che entro il 2050 il livello del mare potrebbe aumentare di ulteriori 20 centimetri, creando serie minacce per le città costiere e mettendo a rischio la vita e i mezzi di sussistenza di milioni di persone.
Le città più a rischio
Il report di C40 Cities, una delle principali organizzazioni mondiali per la lotta al cambiamento climatico urbano, ha previsto che entro il 2050 circa 800 milioni di persone vivranno in città esposte a un aumento del livello del mare di oltre mezzo metro.
Le città costiere più a rischio sono:
- Jakarta, Indonesia: una delle città più minacciate al mondo, con aree già sotto il livello del mare. Si prevede che parti di Jakarta potrebbero essere sommerse entro il 2050;
- Bangkok, Thailandia: la capitale thailandese, situata su un terreno paludoso e a bassa quota, potrebbe subire inondazioni permanenti entro il 2100 senza interventi adeguati;
- New Orleans, USA: la città è protetta da un sistema di argini, ma il rischio di allagamenti è elevato. Alcune previsioni indicano che New Orleans potrebbe affrontare inondazioni sempre più gravi entro i prossimi 30 anni;
- Venezia, Italia: famosa per i suoi canali, la “Città del Doge” sperimenta inondazioni regolari e gravi. I progetti di difesa attuali, come il tanto discusso Mose, potrebbero non essere sufficienti a lungo termine se il livello del mare continuerà ad aumentare;
- Londra, Regno Unito: il Tamigi potrebbe invadere la città in caso di aumenti significativi del livello del mare; per questo motivo, Londra si affida a una barriera anti-inondazioni, progettata però solo per resistere fino al 2070;
- Miami, Usa: le proiezioni indicano che il livello del mare potrebbe aumentare di circa 30-60 cm entro il 2060, il che metterebbe a rischio una parte considerevole della città.
Le conseguenze dell’innalzamento del mare
L’innalzamento del mare porta con sé numerosi problemi, tra cui le inondazioni costiere, l’erosione e l’intrusione salina. Le inondazioni minacciano le abitazioni, i mezzi di sussistenza e le vite umane nelle aree costiere, mentre l’erosione delle coste non solo compromette le infrastrutture, ma distrugge anche gli ecosistemi locali, con effetti negativi per la biodiversità. Un altro grave problema è l’intrusione salina, ossia la contaminazione delle riserve d’acqua dolce da parte dell’acqua salata, che può rendere inutilizzabili le fonti di acqua potabile, con gravi implicazioni per la salute pubblica e l’agricoltura.
Adattamento e resilienza
In risposta alla crisi climatica, molte città hanno iniziato a sviluppare strategie di adattamento che si sviluppano su due filoni diversi: quello più naturalistico e quello più antropogenico, come il Mose di Venezia.
Ad esempio, Paesi Bassi e Stati Uniti hanno implementato sistemi di difesa costiera come barriere, argini e dighe. Altri Paesi, tra cui la Danimarca, stanno esplorando soluzioni più sostenibili come il ripristino di barriere naturali, tra cui le mangrovie e le praterie sottomarine, che aiutano a ridurre l’impatto delle onde e a trattenere i sedimenti, prevenendo l’erosione. La sempre maggiore frequenza degli eventi climatici estremi, come la tempesta Boris e la strage provocata dalla Dana a Valencia e nel Sud della Spagna, dimostrano che il cambiamento climatico avanza molto più velocemente degli interventi umani. E, quindi, che servono soluzioni più rapide e integrate, per salvare vite umane e far sì che il monito lanciato dalle alte panchine della capitale danese non cada nel vuoto.