Le Maldive, paradiso tropicale noto per le sue acque cristalline e le spiagge incontaminate, celano una crisi silenziosa che minaccia la vita quotidiana di migliaia di abitanti: la carenza d’acqua. Un problema aggravato dal cambiamento climatico, dall’innalzamento del livello del mare e da politiche governative che, secondo Human Rights Watch, non tengono adeguatamente conto delle esigenze delle comunità insulari più vulnerabili.
La fragilità delle isole maldiviane
L’arcipelago maldiviano si estende su 26 atolli e 1.192 isole, molte delle quali lontane dai centri urbani e prive di infrastrutture adeguate. La conformazione geografica delle Maldive le rende particolarmente esposte agli effetti del cambiamento climatico: dall’erosione costiera alla crescente intrusione salina nelle falde acquifere, fino a periodi di siccità sempre più lunghi.
La raccolta dell’acqua piovana e l’acqua sotterranea hanno da sempre rappresentato le principali fonti di approvvigionamento per le comunità insulari, ma queste risorse diventano ogni anno più incerte. Durante la stagione secca, il governo è costretto a inviare forniture di emergenza di acqua desalinizzata a decine di isole, con costi finanziari ed ecologici significativi.
Un diritto fondamentale negato
Secondo Human Rights Watch, la carenza d’acqua nelle Maldive non è solo una questione ambientale, ma anche una violazione dei diritti umani. Il diritto all’acqua è sancito da numerosi trattati internazionali, eppure gli abitanti delle isole più remote faticano a ottenere un accesso sicuro, sufficiente e a prezzi accessibili.
“La mancanza di consultazione da parte del governo delle Maldive con le comunità insulari ha ostacolato progetti idrici essenziali e sta minacciando i mezzi di sussistenza di coloro che sono più esposti agli effetti del cambiamento climatico”, ha affermato Elaine Pearson, direttrice per l’Asia di Human Rights Watch. “Queste carenze compromettono gli sforzi del governo per garantire fondi vitali per le misure di adattamento climatico, essenziali per la sopravvivenza del paese”.
Il peso del cambiamento climatico
Il cambiamento climatico amplifica le difficoltà della popolazione maldiviana. L’innalzamento del livello del mare accelera l’intrusione salina nelle falde acquifere, rendendo l’acqua sempre meno potabile. Gli eventi meteorologici estremi e le siccità prolungate riducono ulteriormente la disponibilità delle risorse idriche naturali. Il rapporto del 2022 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change ha già previsto che la qualità dell’acqua nelle Maldive continuerà a deteriorarsi, minacciando la sicurezza idrica di migliaia di persone.
Le isole Kanditheem e Nolhivaranfaru esempi di “malagestione”
Il rapporto di Human Rights Watch cita, inoltre, i casi di Kanditheem e Nolhivaranfaru per evidenziare le carenze sistemiche nei progetti idrici finanziati dal governo delle Maldive e da donatori internazionali. Questi due esempi servono a dimostrare che, nonostante gli investimenti e le iniziative per garantire l’accesso all’acqua, le comunità insulari continuano a soffrire di problemi legati alla qualità, alla manutenzione e alla trasparenza della gestione idrica.
Il progetto idrico di Kanditheem, finanziato dal Maldives Green Fund tramite la Green Tax, infatti, mirava a fornire acqua potabile a 289 famiglie attraverso la desalinizzazione e la raccolta dell’acqua piovana. Tuttavia, anni dopo la sua implementazione, molti residenti continuano a evitare l’acqua corrente a causa di problemi di qualità, preferendo acqua in bottiglia o filtrata autonomamente. La mancanza di un laboratorio operativo per l’analisi dell’acqua, l’assenza di trasparenza nei risultati dei test e il costo elevato dell’accesso all’acqua aggravano la crisi. La contaminazione e la crescente salinità delle falde acquifere, dovute all’innalzamento del livello del mare e alla gestione inadeguata delle acque reflue, colpiscono duramente soprattutto gli agricoltori, minacciando la loro capacità di irrigare i raccolti e mantenere un reddito sostenibile.
A Nolhivaranfaru, invece, il progetto finanziato dall’Undp e dal Fondo Verde per il Clima, avviato nel 2022 per garantire un approvvigionamento idrico sicuro e continuo, ha subito ritardi significativi e rimane incompleto. I residenti ancora dipendono dalle riserve idriche sotterranee e piovane, nonostante la loro contaminazione. 66 case di nuova costruzione non hanno ancora allacciamenti idrici, mentre le infrastrutture di raccolta dell’acqua piovana sono insufficienti e causano frequenti allagamenti. L’acqua corrente, dove disponibile, è stata giudicata di scarsa qualità a causa della sua decolorazione e della mancanza di trasparenza nei test di sicurezza. Il governo, secondo le linee guida internazionali sui diritti umani, ha l’obbligo di garantire acqua potabile sicura, ma il costo elevato e le inefficienze nella gestione continuano a pesare sulle famiglie e sugli agricoltori, compromettendo la loro stabilità economica.
La responsabilità dei governi
Nonostante gli impegni internazionali e i finanziamenti ricevuti per affrontare la crisi idrica, il governo maldiviano continua a mostrare gravi lacune nella progettazione e gestione delle soluzioni per l’acqua.
I progetti finanziati per migliorare l’accesso all’acqua potabile nelle isole più remote spesso risultano incompleti, carenti nella manutenzione e privi di una reale consultazione delle comunità locali.
“Nel 2023, Human Rights Watch ha denunciato l’incapacità del governo delle Maldive di rispettare e far rispettare le leggi sulla tutela ambientale nell’ambito dei progetti di bonifica dei terreni, nonché il danno che tali progetti hanno causato all’ambiente e alle comunità locali”, spiega nel report Robbie Newton, Senior Coordinato per l’Asia. “Tali progetti infrastrutturali, spesso sovvenzionati da finanziamenti internazionali per il clima, sono stati inoltre carenti di una consultazione pubblica significativa con le comunità interessate e del rispetto delle raccomandazioni contenute nelle valutazioni d’impatto – ha aggiunto Newton -. Nel richiedere supporto finanziario per le misure di adattamento rese necessarie dalla crisi climatica, il governo delle Maldive dovrebbe consultare le comunità colpite – prima, durante e dopo la proposta e l’attuazione di un progetto idrico – per garantire che i sistemi idrici siano adeguatamente progettati, implementati, mantenuti e monitorati in modo sicuro. Date le crescenti sfide derivanti dal cambiamento climatico e dall’innalzamento del livello del mare, il governo dovrebbe garantire che i progetti forniscano acqua sufficiente, sicura, economica e accessibile alle generazioni presenti e future, in linea con il diritto umano all’acqua”.
La crisi idrica delle Maldive è una questione urgente che richiede risposte concrete e tempestive. Le isole maldiviane si trovano in prima linea di fronte agli effetti devastanti del cambiamento climatico e il loro governo, insieme alla comunità internazionale, deve garantire soluzioni sostenibili che mettano al centro il diritto all’acqua e la tutela delle popolazioni più vulnerabili. Perché senza acqua, anche il paradiso può svanire.