La regione del Kashmir, nota per il suo clima fresco e i paesaggi himalayani, sta affrontando un’ondata di calore senza precedenti che ha portato le temperature a livelli record, con gravi ripercussioni sull’agricoltura, sulla disponibilità idrica e sulla salute dei residenti. Questo fenomeno sottolinea la vulnerabilità della regione ai cambiamenti climatici globali in corso.
Aumento temperature da record
Il Kashmir ha registrato la temperatura diurna più alta degli ultimi 70 anni, raggiungendo i 37,4 gradi, almeno 7 al di sopra della media stagionale. Giugno è stato anche il mese più caldo degli ultimi 50 anni, portando alla chiusura di scuole e università per due settimane.
Sebbene alcune aree abbiano ricevuto piogge negli ultimi mesi, gli esperti avvertono che si tratta di un sollievo temporaneo e prevedono temperature ancora più elevate. Mukhtar Ahmad, capo del centro del dipartimento meteorologico indiano a Srinagar, ha dichiarato alla Bbc, che la regione ha già sperimentato tre ondate di calore in questa stagione, causando il prosciugamento di fiumi e corsi d’acqua principali.
Gli effetti sull’agricoltura
L’economia del Kashmir dipende fortemente dall’agricoltura, ma i cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova la sussistenza di molti agricoltori. In un reportage a opera della Bbc, testimonianze come quella di Zaina Begum, che coltiva riso (una coltura ad alta intensità idrica) da decenni, raccontano di un problema per il settore: non hanno avuto un raccolto sano negli ultimi cinque anni a causa di piogge sempre più irregolari. I campi si sono completamente prosciugati. Anche le colture che richiedono meno acqua, come i meli – che hanno sostituito in molti casi il riso – stanno soffrendo.
Gli agricoltori lamentano una diminuzione della qualità dei prodotti, causando ingenti perdite. E gli impatti dei cambiamenti climatici si evincono anche sulla salute dei residenti con aumenti di crisi respiratorie o polmoniti.
Le cause sottostanti
Ambientalisti ed esperti attribuiscono la crisi ai cambiamenti climatici, che stanno causando eventi meteorologici estremi e periodi di siccità prolungati sia in inverno che in estate. Mohammad Farooq Azam, glaciologo e idrologo, ha spiegato al quotidiano britannico che inverni più caldi hanno portato a ridotta nevicata, mentre estati più calde hanno accelerato lo scioglimento dei ghiacciai, compromettendo la disponibilità di acqua e mettendo a rischio salute umana e colture.
Questi “trend non sono solo anomalie stagionali, ma rappresentano un cambiamento sistemico che potrebbe avere conseguenze a lungo termine per la sicurezza idrica, l’agricoltura e la biodiversità in Kashmir”.
La maggior parte delle piogge e nevicate invernali del Kashmir proviene dai “disturbi occidentali” – tempeste che si formano sul Mediterraneo e si muovono verso est. Questi sistemi sono diventati più deboli e meno frequenti, portando a una riduzione delle nevicate e a ritardi nello scioglimento della neve. Questo espone il terreno nudo prima del solito, che assorbe più calore, e con il ritiro dei ghiacciai e la riduzione della copertura nevosa, il terreno riflette meno luce solare e intrappola più calore, rendendo la regione ancora più calda.
Negli ultimi anni, inoltre, il Kashmir ha anche assistito a una rapida urbanizzazione. Vasti terreni agricoli e foreste sono stati sostituiti da edifici in cemento, riducendo la capacità della regione di regolare naturalmente il clima locale. Tra il 2001 e il 2023, la regione di Jammu e Kashmir ha perso quasi lo 0,39% della sua copertura arborea totale a causa della deforestazione e degli incendi boschivi. Inoltre, oltre 600.000 alberi sono stati abbattuti in Kashmir negli ultimi cinque anni. Le aree urbane stanno sperimentando una maggiore domanda di energia, specialmente per i condizionatori d’aria, il che ha aumentato le emissioni di gas serra, creando un “circolo vizioso: l’aumento delle temperature porta a un maggiore consumo energetico, che alimenta più emissioni e un ulteriore riscaldamento”.
La risposta del Governo
Il portavoce capo della Conferenza nazionale del Jammu e Kashmir, Tanvir Sadiq, ha affermato che l’amministrazione sta prendendo “molto sul serio” il problema del cambiamento climatico, ma ha sottolineato che è un fenomeno globale che il governo da solo non può affrontare. In una dichiarazione, Tanvir ha affermato che, in assenza di misure proattive per affrontare i disagi pubblici dovuti alla carenza di acqua e alla difficile fornitura di energia elettrica, la situazione ha preso una piega disastrosa a causa dell’impennata delle temperature. “Con le temperature che rimangono molto elevate, le interruzioni di corrente impreviste e prolungate e l’estrema carenza di acqua hanno suscitato una preoccupazione diffusa. Frustrati dalle interruzioni di corrente impreviste e dalla carenza di acqua, i cittadini di tutta la divisione del Kashmir stanno scendendo in piazza, contestando le affermazioni dell’amministrazione locale riguardo alla fornitura di energia elettrica al 100% nelle aree a consumo. I cittadini chiedono trasparenza e soluzioni efficaci, poiché le autorità non sono riuscite a prepararsi adeguatamente al prevedibile aumento estivo della domanda di servizi pubblici”.
“Mentre le proteste covano e il malcontento pubblico cresce, c’è un urgente bisogno di misure più efficaci e trasparenti per garantire che le promesse di servizi affidabili vengano mantenute e che la popolazione del Kashmir non resti soffocata e assetata dal caldo estivo”, ha aggiunto Tanvir, esortando l’amministrazione a rafforzare la gestione dell’approvvigionamento idrico ed elettrico in tutto il Kashmir.