La Groenlandia è stata sconvolta negli ultimi giorni. E no: non stiamo parlando delle minacce di “annessione” di Donald Trump, ma di una delle più grandi esplosioni d’acqua mai registrate nella storia dell’umanità. Dietro la catastrofica eruzione del lago glaciale c’è il cambiamento climatico che, tra l’altro, per il vecchio/nuovo presidente americano sarebbe soltanto una bufala cinese.
Di sicuro, le immagini non mentono (a meno che non siano generate da Grok di Elon Musk o da altri strumenti di Ai) e quelle che arrivano dalla grande isola canadese sono impressionanti: nella parte orientale oltre 3.400 miliardi di litri d’acqua – circa tre volte il consumo annuale della Danimarca – sono stati scaricati dal lago Catalina nel fiordo di Scoresby Sound, il più grande al mondo, a causa di una eruzione. I fatti sono successi tra il 23 settembre e l’11 ottobre 2023 ma le immagini dei satelliti che hanno ripreso il fenomeno sono state rese note solo negli ultimi giorni. E non lasciano spazio a interpretazioni.
Groenlandia eruzione, cosa è successo
Il lago Catalina è “esploso” perché l’acqua al suo interno è salita fino a raggiungere una pressione insostenibile per la conca naturale che accoglie il bacino idrico. Il processo è durato vent’anni ed è stato inesorabile: l’aumento delle temperature ha sciolto così tanti metri cubi di ghiaccio da innalzare il livello dell’acqua di ben 154 metri. Poi, siccome trova sempre una via d’uscita, l’acqua ha scavato un tunnel di circa 25 chilometri sotto il ghiacciaio Edward Bailey e si è riversata nel fiordo.
Il Glacial lake outburst flood (Glof)
Questo fenomeno, noto come “glacial lake outburst flood” (Glof), è stato catturato per la prima volta in tempo reale dai satelliti, offrendo agli scienziati del Niels Bohr Institute dell’Università di Copenaghen la possibilità di studiarne la dinamica. “Avevamo già trovato tracce di simili inondazioni improvvise, ma a causa della notte polare e delle nuvole che impediscono le osservazioni satellitari, questa è la prima volta che i ricercatori sono riusciti a monitorare un evento e a misurare i volumi d’acqua in tempo reale”, ha spiegato Aslak Grinsted, ricercatore sul clima del Niels Bohr Institute.
L’eruzione del lago Catalina è stata classificata tra le tre più grandi mai registrate. Gli scienziati hanno paragonato l’energia rilasciata durante il fenomeno a quella prodotta dalla più grande centrale nucleare del mondo, operante a pieno regime per 22 giorni. Non ci sono state vittime solo perché quella zona, come gran parte dell’isola, è praticamente disabitata. In caso contrario, staremmo parlando di una enorme tragedia naturale.
Un report dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) del 2023 prevede un aumento del 50% della frequenza degli eventi estremi entro il 2050, con danni economici e sociali significativi. L’innalzamento delle temperature oceaniche ha un ruolo cruciale nel potenziamento dei cicloni tropicali. Un’analisi della Nasa ha evidenziato che la temperatura superficiale degli oceani è cresciuta di 0,13°C per decennio dal 1971, un fattore che contribuisce a tempeste più violente e prolungate.
Nel 2020, il numero di eventi climatici estremi a livello globale ha raggiunto un picco storico di 416 eventi, secondo il database internazionale Em-Dat. Tra questi, 60% sono stati legati a inondazioni e tempeste, in gran parte collegabili al riscaldamento climatico.
La Banca Mondiale stima che entro il 2030, senza politiche di mitigazione adeguate, oltre 132 milioni di persone potrebbero essere spinte in condizioni di estrema povertà a causa dei disastri climatici.
Quando le inondazioni glaciali possono essere letali
L’eruzione in Groenlandia è l’ennesimo campanello d’allarme sul cambiamento climatico e sul conseguente innalzamento delle temperature globali. Il surriscaldamento sta infatti accelerando la fusione dei ghiacciai e moltiplicando la frequenza e l’intensità di questi eventi. “Il pericolo dei laghi sbarrati dai ghiacciai sta aumentando a causa del riscaldamento globale. È fondamentale migliorare la nostra comprensione di questo fenomeno per emettere avvisi tempestivi in caso di rischio imminente”, ha detto ancora Grinsted.
Non tutte le aree vicino ai ghiacciai sono disabitate come quella del lago Catalina: uno studio del 2023 pubblicato su Nature ha dimostrato che 15 milioni di persone in tutto il mondo vivono sotto la minaccia di inondazioni glaciali letali. Dal 1990, il numero, l’area e il volume dei laghi glaciali a livello globale sono cresciuti rapidamente, rispettivamente del 53%, del 51% e del 48%. Contemporaneamente molti bacini idrografici a valle hanno registrato rapidi e consistenti incrementi di popolazione, infrastrutture ed energia idroelettrica (Hep), e anche le attività agricole si sono intensificate.
I Paesi più a rischio
In totale, 90 milioni di persone in 30 Paesi vivono in 1089 bacini contenenti laghi glaciali. Di questi il 16,6% (pari appunto a 15 milioni) vivono entro 50 km da un lago glaciale ed entro 1 km da potenziali tracce di deflusso Glof.
Secondo lo studio il 62% (9,3 milioni) della popolazione a rischio si trova nell’Asia di alta montagna (Hma). Come più volte sottolineato per alluvioni, siccità e altre conseguenze estreme del cambiamento climatico, l’esposizione cambia molto tra i vari Paesi: India e Pakistan contengono il numero più elevato di persone esposte (rispettivamente 3 milioni e 2 milioni di persone) mentre l’Islanda ne contiene il numero più basso (260 persone). Quattro Paesi altamente popolosi rappresentano da soli più del 50% della popolazione esposta a livello globale: India, Pakistan, Perù e Cina.
Distribuzione globale dell’esposizione a GLOF – Ricerca “Glacial lake outburst floods threaten millions globally” su Nature
I Glof possono avere scarichi e distanze di runout eccezionali, raggiungendo >120 km a valle e con l’espansione dell’agricoltura, lo sviluppo di nuovi siti di infrastrutture idroelettriche sempre più vicine ai laghi glaciali e la crescita del settore turistico che dovrebbe aumentare “è probabile che l’esposizione aumenti solo man mano che le persone si spostano verso altitudini più elevate”, aumentando l’esposizione a questo tipo di catastrofi naturali.
Per ora, l’eruzione del lago Catalina è “solo” un monito. Ma il prossimo Glof potrebbe essere una catastrofe.