La Grecia vuole combattere i parassiti agricoli con la “tecnica dell’insetto sterile”. Le autorità competenti stanno rilasciando migliaia di mosche del Mediterraneo sterilizzate nei frutteti di Naousa, nella Macedonia centrale greca.
I primi risultati ottenuti sono incoraggianti e aprono nuovi scenari per la tutela dell’agricoltura dell’Ue.
La tecnica dell’insetto sterile
L’esperimento greco è la fase operativa centrale di React, un programma di ricerca quadriennale finanziato da Horizon Europe con 6,65 milioni di euro. Il consorzio, coordinato dall’Università di Giessen e composto da quindici istituzioni e dodici Paesi, ha un obiettivo preciso: prepararsi all’invasione di due specie asiatiche devastanti, la mosca orientale della frutta (Bactrocera dorsalis) e la mosca del pesco (Bactrocera zonata).
Questi parassiti, che nelle loro regioni d’origine causano perdite agricole miliardarie, stanno già bussando alle porte dell’Europa. I modelli climatici indicano che entro il 2026 potranno stabilirsi stabilmente nelle regioni mediterranee, con una capacità distruttiva superiore del 400% rispetto alla mosca mediterranea attualmente presente.
L’Enhanced-Sit: la tecnica potenziata
Il test di Naousa utilizza una versione evoluta della Sterile Insect Technique chiamata Enhanced-SIT. I maschi di mosca mediterranea vengono allevati presso l’Università di Patrasso, sterilizzati con radiazioni gamma ad Atene e poi arricchiti con supplementi batterici sviluppati specificamente dal team di ricerca. Questi “probiotici per insetti” aumentano del 30% la longevità, del 25% la resistenza al volo e migliorano significativamente la competitività sessuale rispetto ai maschi selvatici. Proprio questo punto sarà l’ago della bilancia: se i maschi sterili verranno scelti almeno quanto quelli non sterili, il progetto sarà un successo.
Il coordinamento scientifico locale è affidato a Nikos Papadopoulos dell’Università di Tessaglia per gli aspetti entomologici e a George Tsiamis per la componente microbiologica.
La produzione avviene in cicli settimanali: ogni giovedì vengono rilasciati circa 50.000 maschi sterili in un’area di 200 ettari, con monitoraggio costante attraverso trappole specifiche.
I primi incoraggianti risultati
Dopo otto mesi di test, i dati preliminari mostrano una riduzione del 60% della popolazione locale di mosche mediterranee nell’area trattata rispetto alle zone di controllo. La tecnica Enhanced-Sit sta dimostrando un’efficacia superiore del 40% rispetto alla Sit tradizionale, grazie principalmente ai supplementi batterici che mantengono attivi gli insetti sterili per periodi più lunghi.
L’agronomo locale Savvas Pastopoulos, che coordina il rapporto con gli agricoltori, riferisce che “la qualità dei frutti nelle aziende partecipanti è visibilmente migliorata, con una riduzione delle punture del 70% rispetto alla media degli ultimi cinque anni”, come riportato dal sito react-insect.eu. Oltre ottanta produttori della zona hanno aderito volontariamente al programma dopo gli incontri informativi organizzati dal team React.
Italia tra gli osservati speciali
Il progetto React non si limita al controllo diretto dei parassiti, ma sviluppa un sistema di allerta precoce europeo. Il progetto sta mappando le rotte di invasione, identificando i punti critici di ingresso e creando protocolli di risposta rapida per diverse tipologie di emergenza. L’esperienza greca fornisce il modello operativo per interventi simili in Spagna, Italia, Croazia e Portogallo, i Paesi più esposti all’arrivo delle specie asiatiche.
La componente tecnologica include lo sviluppo di unità mobili per la produzione locale di insetti sterili, eliminando i costi e i tempi di trasporto che limitano l’efficacia della Sit tradizionale. Ogni unità può produrre fino a due milioni di maschi sterili alla settimana, sufficienti per coprire aree agricole di 5.000 ettari.
I limiti di React
La tecnica delle mosche sterili, tuttavia, presenta importanti criticità che il consorzio React sta provando a eliminare:
- La sterilizzazione tramite radiazioni gamma compromette parzialmente, ma non del tutto, la capacità riproduttiva, che in alcuni casi potrebbe risultare comunque sufficiente a generare nuovi insetti;
- Un po’ come i vaccini per gli esseri umani, l’efficacia dipende dalla partecipazione coordinata di tutte le aziende agricole di un’area;
- C’è poi un tema di costi operativi, che restano elevati: 1.200 euro per ettaro trattato contro i 150 euro degli insetticidi chimici tradizionali. Tuttavia, l’analisi economica di React dimostra che i benefici a lungo termine – assenza di resistenze, compatibilità con l’agricoltura biologica, protezione degli impollinatori – compensano ampiamente l’investimento iniziale.
L’orizzonte climatico
I modelli predittivi elaborati dal consorzio React indicano che senza interventi preventivi, l’arrivo delle specie asiatiche causerebbe perdite agricole annuali di 4,2 miliardi di euro nei soli Paesi mediterranei dell’Ue. Il tutto senza considerare i fenomeni estremi e le calamità naturali, che sono un’altra grande minaccia per il settore.
Le temperature crescenti stanno già permettendo la sopravvivenza invernale di Bactrocera dorsalis in Sicilia e Creta, mentre Bactrocera zonata ha mostrato capacità di adattamento in condizioni simulate a Valencia e Atene.
Dai risultati greci si capirà se estendere o meno la strategia Enhanced-Sit all’intero bacino mediterraneo. Il consorzio React prevede di completare la fase sperimentale entro quest’anno e di avviare i programmi operativi preventivi nel 2026, prima dell’arrivo previsto delle invasioni su larga scala.
La posta in gioco va oltre la problematica degli insetti: si tratta di testare la capacità europea di rispondere proattivamente alle crisi ambientali generate dal cambiamento climatico, utilizzando soluzioni scientifiche innovative invece di rincorrere le emergenze.