Nonostante gli investimenti e le politiche di mitigazione, il fenomeno delle frane in Italia è in costante aumento. Il territorio nazionale, caratterizzato da rilievi montuosi e collinari, è naturalmente soggetto a fenomeni di dissesto idrogeologico, ma negli ultimi anni i dati mostrano un peggioramento della situazione.
Secondo il Rapporto Ispra sul dissesto idrogeologico, il 94% dei comuni italiani è esposto a rischio idrogeologico, con oltre un milione di persone che vivono in aree ad alta vulnerabilità.
Tra il 2018 e il 2021, la superficie ad alta pericolosità di frana è aumentata del 3,8%, mentre le aree soggette a rischio idraulico medio sono cresciute del 18,9%. Questi numeri indicano una tendenza preoccupante che impone una riflessione sulla gestione del territorio e sull’efficacia delle misure adottate.
Gli incentivi economici: perché non bastano?
Negli ultimi 13 anni, il governo ha stanziato 5,5 miliardi di euro per contrastare il dissesto idrogeologico. Sono stati finanziati progetti di monitoraggio, manutenzione di argini e bacini idrici, consolidamento dei versanti e opere di riforestazione. Tuttavia, i risultati sono ancora insufficienti.
Uno dei problemi principali riguarda la distribuzione e l’utilizzo dei fondi. Burocrazia complessa, ritardi nell’attuazione dei piani e interventi frammentati impediscono una strategia organica ed efficace. Inoltre, molte risorse vengono destinate alla ricostruzione post-evento, invece che alla prevenzione. Questo approccio emergenziale non contribuisce a risolvere il problema alla radice, ma si limita a gestire le conseguenze.
Le cause dell’aumento delle frane
Gli esperti individuano diverse cause dietro il peggioramento della situazione:
- Cambiamenti climatici: eventi meteorologici estremi, come precipitazioni intense e prolungate, aumentano la probabilità di frane e smottamenti. Negli ultimi decenni, la frequenza e l’intensità di questi eventi sono aumentate a causa del riscaldamento globale.
- Urbanizzazione incontrollata: la superficie urbanizzata in Italia è passata dal 2,7% al 7% del territorio nazionale, spesso senza una pianificazione attenta ai rischi ambientali. Costruire in zone a rischio aumenta la vulnerabilità del territorio.
- Gestione inefficace: la frammentazione delle competenze tra enti locali e nazionali rallenta gli interventi strutturali e la messa in sicurezza dei territori. Inoltre, il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, atteso da anni, non è ancora stato approvato, lasciando il paese senza una strategia chiara per la gestione del rischio idrogeologico.
Gli impatti del dissesto idrogeologico
Il dissesto idrogeologico ha effetti devastanti su diversi aspetti della società:
- Ambiente: frane e smottamenti causano la perdita di suolo e la distruzione di ecosistemi naturali, compromettendo la biodiversità. L’erosione dei terreni rende le aree sempre più instabili.
- Società: abitazioni e infrastrutture vengono danneggiate, costringendo molte persone a evacuare e affrontare costi elevati di riparazione e ricostruzione. Le frane possono anche provocare vittime e feriti, aumentando il senso di insicurezza nelle comunità più esposte.
- Economia: il governo deve investire miliardi ogni anno per gestire le emergenze e riparare i danni. Il settore agricolo è duramente colpito, con una riduzione della fertilità dei terreni e la perdita di intere coltivazioni. Inoltre, le aree a rischio subiscono una svalutazione immobiliare significativa.
Possibili soluzioni
Gli esperti suggeriscono diverse strategie per affrontare il problema in modo efficace:
- Investire in sistemi di monitoraggio avanzati per prevedere frane e smottamenti, migliorando la capacità di risposta alle emergenze.
- Promuovere una urbanizzazione sostenibile, limitando le costruzioni in zone a rischio e adottando criteri di progettazione che tengano conto della stabilità del suolo.
- Approvare una legge quadro nazionale sulla gestione del suolo, per garantire un coordinamento efficace tra i vari livelli di governo.
- Riforestazione e riqualificazione ambientale per migliorare la stabilità dei terreni e ridurre l’erosione del suolo.
- Formazione e sensibilizzazione per educare la popolazione sui rischi e sulle buone pratiche di prevenzione.
La sfida per l’Italia è trovare un equilibrio tra sviluppo e sicurezza, garantendo una gestione del territorio che tuteli le persone e l’ambiente. Senza un cambiamento radicale e un piano di prevenzione efficace, il dissesto idrogeologico continuerà a rappresentare una minaccia concreta.