Elisa rivoluziona San Siro: il primo concerto che riduce le emissioni del 70%

È la prima volta nella storia dei concerti al Meazza
29 Maggio 2025
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Elisa Toffoli Concerto Ipa Ftg
Elisa in concerto

Elisa Toffoli si prepara a fare la storia della musica italiana con il primo concerto sostenibile a San Siro. Il 18 giugno 2025, la cantautrice friulana porterà sul palco dello stadio milanese non solo la sua musica, ma anche una rivoluzione verde che promette di ridurre le emissioni del 70% rispetto a un evento tradizionale. Un traguardo che trasforma l’intrattenimento in azione concreta per l’ambiente. La chiave di tutto questo? Il biofuel.

Il biofuel che cambia tutto

Per la prima volta nella storia dello stadio Meazza, un concerto utilizzerà il biocombustibile Hvo di seconda generazione, composto da materie di scarto e biomasse agricole. Questa scelta, apparentemente invisibile al pubblico, rappresenta il motore (green) della rivoluzione portata da Elisa sul palco: “È il primo show alimentato da biofuel fatto a San Siro. Pensate solo se lo facessimo tutti e non per un singolo concerto, ma in tour”, spiega l’artista.

Il suo impegno non è un fulmine a ciel sereno: già tre anni fa, presentando i concerti estivi di Back to the Future, la cantante 1977 diceva: “La mia speranza è ispirare un cambiamento nell’atteggiamento”. Lo stesso concetto ritorna oggi in maniera più decisa: “Dobbiamo favorire il cambiamento di paradigma dall’antropocentrismo all’ecocentrismo”, chiosa Elisa.

Il costo della decarbonizzazione

Spesso si dice che la rivoluzione sostenibile ha un elevato costo economico. Questo è vero, ma solo per metà: parlando con RollingStone Italia, l’artista e Ferdinando Salzano, organizzatore dell’evento con Friends and Partners, spiegano che la scelta green farà aumentare i costi del concerto del 30%-35%. Allora è impossibile conciliare interessi economici con la transizione green? Tutt’altro: “Il punto più importante – spiega Elisa al magazine settoriale – è che se tutti gli artisti usassero le medesime attenzioni, i prezzi calerebbero e quel 30% in più si azzererebbe”.

Molti artisti non portano sul palco la rivoluzione green perché temono di essere accusati di greenwashing: “Gli artisti hanno paura di fare qualcosa e risultare incoerenti, hanno paura di sbagliare, di esporsi mediaticamente”, continua.

Intanto, Elisa prova ad aprire la strada e non lo fa solo usando il biofuel.

Chi va al concerto di Elisa inquina di meno

Lei è convinta: “Il cambiamento si può fare davvero”, lo scrive anche nel post condiviso su Instagram

I sacrifici richiesti dalla transizione sono sopportabili, la svolta passa da un nuovo modo di concepire la produzione. Serve essere attenti a ogni particolare. Per questo, l’impegno ambientale di Elisa va oltre l’alimentazione del palco: per ridurre le emissioni generate dai 50mila fan che raggiungeranno San Siro per il suo concerto, la cantante ha chiesto e ottenuto la collaborazione del Comune di Milano che, il 18 giugno, potenzierà i mezzi pubblici. Una scelta eloquente in un Paese che vanta il maggior numero di auto per abitante a livello europeo.

La decisione parte da uno studio sui Radiohead che aveva evidenziato come l’80% delle emissioni di un tour derivasse dai trasporti.

Il progetto include anche una raccolta differenziata più efficace, una campagna di riuso degli abiti con VestiSolidale e la misurazione scientifica dell’impatto ambientale affidata a soggetti indipendenti come Tetis, JustonEarth e l’Università di Genova. Ogni aspetto dell’evento viene ripensato in chiave sostenibile, dalla gestione dei rifiuti con Amsa alla selezione di fornitori locali.

Plantasia: quando la musica rigenera il territorio

Non finisce qui. L’eredità più duratura del concerto sarà Plantasia, il primo parco sonoro di Milano. Su un’ex cava contaminata di 40mila metri quadri in via Quarenghi, a pochi chilometri da San Siro, nascerà un bosco urbano attraverso tecniche di fitobonifica. Il nome del progetto si ispira a “Mother Earth’s Plantasia” di Mort Garson, album ambientalista degli anni ‘70 pensato per le piante.

“L’area sarà bonificata attraverso tecniche di fitobonifica, ovvero con l’uso di specie vegetali che assorbono le sostanze tossiche”, spiega Elisa con l’entusiasmo di chi ha scoperto che “la fitobonifica è una figata”. Nel parco verranno installati altoparlanti che diffonderanno musica classica, “che ha un effetto benefico sulle piante”. Un progetto visionario co-finanziato con fondi pubblici e crowdfunding che trasforma il degrado in rigenerazione.

Planatasia e l’estensione dei mezzi Atm dimostrano che la sinergia tra privato e pubblico può dare grandi risultati, purché qualcuno si attivi per realizzarla.

Un percorso iniziato nel 2022

Il concerto di San Siro rappresenta l’evoluzione di un impegno iniziato nel 2022 con il tour “Back to the Future”, quando Elisa divenne la prima artista italiana alleata delle Nazioni Unite per la promozione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Quel tour, definito “faticoso ed esplorativo” dalla stessa cantautrice, aveva già introdotto un protocollo per i live sostenibili che prevedeva la riduzione dei mezzi in viaggio, l’utilizzo di fonti rinnovabili e la messa a dimora di 2.300 alberi.

L’esperienza, spiega la cantante friulana, aveva però evidenziato le resistenze del settore: solo il 50% dei promoter locali aveva accettato di partecipare ai corsi di formazione sulla sostenibilità proposti. Una percentuale che fotografa lo stato dell’arte dell’industria musicale italiana e l’urgenza di un cambio di paradigma.

La sfida al greenwashing e al negazionismo

Elisa affronta con serenità le accuse di greenwashing: “Mai stata così serena, anzi sono orgogliosa. Sono circondata da professionisti che fanno un lavoro oculato e da enti indipendenti”. La sua risposta è pragmatica: “Non esistono concerti sostenibili al 100%, ma qualcosa si può, anzi si deve fare”.

L’artista inquadra il suo impegno in un contesto più ampio: “In questo periodo vedo crescere il negazionismo sul cambiamento climatico, ma per fortuna nelle nuove generazioni il seme è stato piantato prima”. 

La sua azione diventa così una forma di resistenza culturale, un modo per “rispondere con dei fatti concreti” quando “chi governa fa spesso azioni irresponsabili oppure è bloccato da diplomazie e interessi”. I fatti le danno ragione: i principali attori economici hanno messo in secondo piano gli impegni green, persino la Unione europea che ne aveva fatto un caposaldo. Bruxelles, tra le tante battute d’arresto inferte alla sostenibilità, ha rimandato di due anni le direttive sulla rendicontazione non finanziaria, mentre Donald Trump ha annunciato che gli Usa lasceranno gli Accordi di Parigi dal 2026. Solo un mese fa, la senatrice repubblicana Mary Miller ha dichiarato pubblicamente che “Dio controlla il clima” e – quindi – il cambiamento climatico sarebbe una farsa. All’inizio di maggio, i due colossi europei, Francia  e Germania, hanno chiesto alla Commissione europea di abbandonare definitivamente il Green Deal che rallentano la competitività europea, già minacciata dai dazi di Trump.

Insomma, il cambio di rotta è evidente e gli italiani se ne sono accorti. Secondo un sondaggio realizzato da Youtrend, due italiani su cinque (42%) pensano che le persone attorno a loro siano meno motivate ad agire contro il cambiamento climatico rispetto a pochi anni fa. Una percentuale analoga (43%) pensa che anche le aziende abbiano diminuito i propri sforzi green, mentre un italiano su due (49%) ritiene che siano soprattutto le istituzioni ad aver ridotto gli impegni per le politiche ambientali.

L’effetto domino che può cambiare l’industria

Eppure, Elisa non perde le speranze e prova ad ispirare gli altri con l’esempio. L’obiettivo è dimostrare che “la sostenibilità non deve essere una parola astratta”.

Il concerto del 18 giugno a San Siro, già sold out da mesi, promette di essere molto più di un evento musicale. Sarà la dimostrazione che l’industria dell’intrattenimento può reinventarsi, che la cultura può farsi veicolo di cambiamento sociale e che ogni gesto, anche quello apparentemente più piccolo, può contribuire a costruire un futuro diverso. Ora tocca agli altri artisti, e a tutti noi, raccogliere il suo invito.

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