L’83% degli italiani è pronto a cambiare stile di vita. Colpa del clima?

Otto italiani su dieci riconoscono la necessità di adattarsi ai cambiamenti climatici. Per il 67% questa sfida una priorità
12 Novembre 2024
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Abitudini Green Canva

Otto italiani su dieci riconoscono l’importanza di adattare il proprio stile di vita agli effetti dei cambiamenti climatici. Questo dato emerge dalla settima edizione dell’indagine annuale sul clima della Banca europea per gli investimenti (BEI), che rivela come l’adattamento ai cambiamenti climatici venga percepito dai cittadini italiani come la seconda sfida più urgente per il Paese, subito dopo il problema del caro vita. Un aspetto che sta guadagnando sempre più attenzione è la convinzione che investire oggi in azioni mirate per l’adattamento climatico potrebbe portare a risparmi significativi in futuro, prevenendo costi più elevati.

In effetti, la ricerca ha evidenziato che ben il 97% degli intervistati italiani ritiene fondamentale che il Paese si adatti ai cambiamenti climatici, con il 67% che considera questa sfida una vera e propria priorità, ben 17 punti percentuali in più rispetto alla media dell’Unione Europea, che si attesta al 50%.

L’adattamento come opportunità economica

Oltre alla consapevolezza dei rischi, molti italiani vedono nell’adattamento anche un’opportunità di crescita economica. Il 91% degli intervistati considera che investire in misure per l’adattamento climatico possa contribuire a generare posti di lavoro e a stimolare l’economia locale. Questo dato supera di cinque punti la media Ue (86%). In parallelo, il 91% concorda sull’urgenza di affrontare il tema subito, per evitare spese più ingenti in futuro.

Se da un lato gli italiani riconoscono il valore delle politiche di adattamento come leva economica, dall’altro la loro esperienza diretta con eventi meteorologici estremi aumenta il senso di urgenza. Ben l’89% degli intervistati ha infatti vissuto almeno un fenomeno climatico estremo negli ultimi cinque anni, un dato che si discosta notevolmente dalla media Ue (+9 punti). Le manifestazioni più comuni di questi eventi estremi sono state le ondate di calore, che hanno colpito il 61% degli italiani, con un incremento di 6 punti rispetto alla media europea. Inoltre, il 38% ha sperimentato la siccità, e il 37% è stato vittima di nubifragi o grandinate.

Adattamento e modifiche dello stile di vita

In risposta a questa crescente consapevolezza, l’83% degli italiani si dichiara pronto a modificare il proprio stile di vita per far fronte ai cambiamenti climatici, un dato che supera il 72% della media europea. In particolare, il 34% degli intervistati ha dichiarato di considerare l’idea di trasferirsi in zone meno vulnerabili ai rischi climatici, come inondazioni o incendi boschivi, mentre il 32% pensa di spostarsi in aree o paesi più freschi, lontano dalle alte temperature estive.

Le priorità per l’adattamento a livello locale

Quando si parla di adattamento a livello locale, le priorità degli italiani si concentrano su alcune misure specifiche. La prima tra queste è l’educazione pubblica: il 51% degli intervistati ritiene fondamentale promuovere comportamenti proattivi per prevenire e gestire eventi climatici estremi, un dato che supera di 13 punti la media europea (38%). Al secondo posto, con il 47%, si trova l’esigenza di migliorare le infrastrutture, come sistemi di drenaggio, barriere anti-inondazione e rifugi anti-tempesta, seguiti dal 41% che considera cruciale raffrescare le città attraverso l’urbanizzazione verde, come la piantumazione di alberi e la creazione di spazi verdi pubblici.

Chi deve finanziare l’adattamento?

La questione del finanziamento delle misure di adattamento è altrettanto rilevante. Un terzo degli intervistati, il 34%, ritiene che i costi dovrebbero essere principalmente a carico delle imprese e delle industrie maggiormente responsabili dei cambiamenti climatici, mentre un altro terzo crede che i costi debbano essere equamente distribuiti tra tutti. Solo il 19% sostiene l’idea che i più ricchi debbano contribuire maggiormente, tramite l’introduzione di tasse più elevate.

Infine, in merito ai beneficiari degli interventi di adattamento, il 40% degli italiani ritiene che tutti i cittadini debbano beneficiare di questi interventi in modo equo, mentre il 26% preferirebbe dare priorità agli anziani e il 22% ritiene che i più vulnerabili, ossia coloro che vivono in aree a rischio, debbano essere i primi a ricevere supporto.

L’indagine della Banca europea per gli investimenti mette in luce un’Italia particolarmente sensibile agli effetti dei cambiamenti climatici, che riconosce la necessità di un adattamento urgente ma anche l’opportunità economica derivante da investimenti in misure preventive. Il coinvolgimento dei cittadini, l’educazione e la modernizzazione delle infrastrutture sono le chiavi per affrontare questa sfida. Allo stesso tempo, l’idea che i costi debbano essere sostenuti da chi maggiormente contribuisce ai cambiamenti climatici è ampiamente condivisa, suggerendo una crescente attenzione al principio di giustizia sociale nell’affrontare il problema.

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