Perché esprimiamo un desiderio quando vediamo una stella cadente?

Il picco si registrerà il 12 agosto
11 Agosto 2025
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Stelle Cadenti Canva

Ogni estate, tra il 10 e il 13 agosto, milioni di persone si ritrovano con lo sguardo rivolto al cielo, in attesa di un evento carico di significato: una scia luminosa che attraversa la notte. È il fenomeno delle Perseidi, comunemente chiamato “stelle cadenti” o “lacrime di San Lorenzo”, e la tradizione vuole che, al loro passaggio, si possa esprimere un desiderio. Ma da dove nasce questa usanza? Quali sono le sue radici storiche, mitologiche e scientifiche?

L’origine del termine “stelle cadenti”

Il termine “stelle cadenti”, indipendentemente dal periodo dell’anno, fa riferimento a punti di luce che illuminano il cielo sembrando appunto delle stelle che cadono. Ciò che in realtà vediamo, invece, sono meteore: minuscoli frammenti di polvere e roccia, spesso residui di comete, che entrando nell’atmosfera terrestre si incendiano per attrito, producendo una scia luminosa. Il nome deriva dalla loro apparenza: sembrano stelle che si staccano dal firmamento e precipitano verso la Terra. L’illusione visiva ha però alimentato per secoli l’immaginario collettivo, trasformando un fenomeno astronomico in un evento carico di simbolismo.

Il mito greco di Fetonte

Nella mitologia greca, le meteore sono talvolta associate al mito di Fetonte, figlio del dio del Sole, Helios. Desideroso di dimostrare la propria discendenza divina, Fetonte si impossessò del carro solare, ma incapace di controllarlo, rischiò di bruciare la Terra e fu colpito da Zeus con un fulmine per fermare la catastrofe. Il suo corpo, secondo la leggenda, precipitò dal cielo, e alcuni autori antichi interpretarono le meteore come frammenti di quella tragedia celeste. Il racconto contribuisce a radicare l’idea che ciò che cade dal cielo porti con sé un messaggio, un segno, e che in qualche modo sia un monito a desiderare con parsimonia.

Le Perseidi: origine e nome

Le meteore che osserviamo in agosto, nello specifico, appartengono allo sciame delle Perseidi, generato dai detriti della cometa Swift-Tuttle, scoperta nel 1862. Ogni anno, la Terra attraversa la scia orbitale lasciata dalla cometa, e i frammenti entrano nell’atmosfera, dando vita allo spettacolo. Il nome “Perseidi” deriva dalla costellazione di Perseo, l’eroe greco che uccise Medusa, da cui le meteore sembrano irradiarsi.

Il legame con San Lorenzo

Il fatto che questo fenomeno si verifichi il 10 agosto ha assunto nel corso dei secoli ancora più carica simbolica: è la data in cui la Chiesa cattolica celebra il martirio di San Lorenzo, diacono romano ucciso nel 258 d.C. durante le persecuzioni dell’imperatore Valeriano. Secondo la tradizione, Lorenzo fu arso vivo su una graticola per aver distribuito i beni della Chiesa ai poveri. Nel Medioevo, la pioggia di meteore visibile in quei giorni fu interpretata come le lacrime del santo, o come le scintille del suo supplizio. Da qui nasce l’espressione poetica “lacrime di San Lorenzo”, che ha contribuito a legare il fenomeno celeste a un momento di riflessione spirituale e collettiva.

Il picco del 12 agosto

Sebbene la festa di San Lorenzo cada il 10 agosto, il picco delle Perseidi si verifica solitamente tra l’11 e il 13 agosto. Questo accade perché la Terra attraversa la parte più densa dello sciame in quei giorni, e la data esatta può variare leggermente di anno in anno. Nel 2025, ad esempio, il massimo è previsto tra il 12 e il 13 agosto.

Il legame con la natura e progetti di sostenibilità

L’evento naturale delle “stelle cadenti” non è privo di problemi. L’inquinamento luminoso ne mina la visibilità ogni anno, ma progetti nazionali o internazionali cercano di preservarlo e studiarlo. È il caso del progetto Prima (Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera), coordinato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, è una rete di circa 60 telecamere “all-sky” distribuite in tutta Italia. Il suo scopo è:

  • Osservare i bolidi (meteore molto luminose) e ricostruirne la traiettoria.
  • Calcolare l’orbita eliocentrica del meteoroide, cioè da dove proviene nello spazio.
  • Prevedere il punto di impatto al suolo per facilitare il recupero dei frammenti.

Il suo legame con la sostenibilità ambientale è intrinseco: i meteoriti contengono materiali rari come nichel, ferro, e persino aminoacidi. Studiare la loro composizione può ispirare nuove tecnologie a basso impatto ambientale. Inoltre, il recupero controllato evita che frammenti potenzialmente pericolosi vadano dispersi o contaminino ambienti sensibili. Infine, ogni anno, il progetto coinvolge cittadini, scuole e osservatori locali, promuovendo una cultura scientifica diffusa e sostenibile.

Il significato culturale e spirituale

In sintesi, la Notte di San Lorenzo, così, è diventata, nel mondo occidentale, un rito collettivo che unisce scienza, tradizione e speranza. In Italia, è legata non solo alla memoria cristiana del martirio, ma anche alla poesia di Giovanni Pascoli, che nella sua celebre “X Agosto” ha trasformato le meteore in simboli di dolore e compassione.

L’intera poesia si basa sull’analogia tra l’uomo e la rondine: entrambi, nella seconda e quarta strofa, incarnano lo sgomento di Pascoli per l’ingiustizia che colpisce le creature innocenti; nella terza e nella quinta strofa sembra che l’uomo e la rondine si rivolgano al cielo chiedendo giustizia più che per se stessi per i piccoli che, loro malgrado, hanno lasciato orfani (non a caso, la poesia è una dedica al padre dell’autore).

In altre culture europee, le stelle cadenti sono viste come segni divini, anime in transito o messaggi celesti. L’etimologia della parola “desiderio”, infatti, ha contribuito a generare questo mito: derivando dal latino de-sideribus (“dalle stelle”), rafforza il legame tra cielo e speranza, anche se il collegamento diretto con le meteore è più poetico che filologico.

Esprimere un desiderio alla vista di una meteora è un gesto che unisce l’istinto umano di cercare significato nel cielo con la bellezza fugace di un fenomeno naturale. È un momento di sospensione, in cui la scienza e il mito si incontrano, e in cui ogni scia luminosa diventa un’occasione per credere, sperare, o semplicemente contemplare.

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