In un santuario per scimpanzé in Zambia, alcuni primati hanno iniziato a infilarsi fili d’erba nelle orecchie e persino nel fondoschiena. Nessuna funzione apparente, nessun vantaggio evolutivo evidente. Eppure, il comportamento si è diffuso nel gruppo, come una moda virale.
A rilevarlo è una ricerca condotta presso il Chimfunshi Wildlife Orphanage Trust in Zambia che ha documentato il comportamento sorprendente tra gli scimpanzé. Lo studio ha coinvolto ricercatori dell’Università di Utrecht e dell’Università di Durham, e offre nuove evidenze sul ruolo dell’apprendimento sociale nella trasmissione di comportamenti non strumentali tra primati non umani.
Metodologia e osservazioni
Il comportamento è stato osservato in due gruppi distinti di scimpanzé, privi di contatto reciproco, ma accomunati dagli stessi caregiver umani. Il primo caso risale al 2010, quando una femmina di nome Julie ha iniziato a infilare fili d’erba nell’orecchio. Il gesto è stato imitato da sette membri del gruppo e ha continuato a essere praticato anche dopo la sua morte.
Nel 2023, un secondo gruppo ha sviluppato lo stesso comportamento, aggiungendo una variante: l’inserimento dell’erba nel retto. I ricercatori hanno escluso cause mediche o igieniche, osservando che gli animali non mostravano segni di irritazione o disagio.
Analisi della diffusione sociale
Utilizzando il metodo ‘Nbda’ (Network-Based Diffusion Analysis), gli studiosi hanno dimostrato che la trasmissione del comportamento avviene principalmente attraverso l’apprendimento sociale:
- L’adozione del gesto è correlata alla prossimità sociale tra individui.
- Il comportamento si è diffuso rapidamente: nel secondo gruppo, sei scimpanzé hanno imitato la variante rettale entro sei settimane dall’osservazione del primo individuo, Juma.
- Anche i nuovi membri del gruppo hanno adottato il gesto dopo l’integrazione.
Implicazioni evolutive e culturali
Lo studio sfida l’idea che solo gli esseri umani siano capaci di imitare comportamenti arbitrari e non funzionali. Con tali evidenze, si è dimostrato che anche gli scimpanzé dimostrano una capacità di imitazione fine, che include dettagli privi di utilità immediata.
Questo tipo di apprendimento potrebbe servire a rafforzare i legami sociali e a favorire l’integrazione nel gruppo, analogamente a quanto avviene nelle mode umane. In condizioni di cattività, dove le pressioni ambientali sono ridotte, emergono comportamenti più creativi e simbolici.
“Perché facciano proprio questa cosa in particolare, non mi interessa molto. Ma il fatto che copino il comportamento l’uno dall’altro, questa è la cosa importante”, ha spiegato il dottor Edwin van Leeuwen, tra i ricercatori dello studio. “Potrebbe anche avere uno scopo sociale – ha aggiunto -. Copiando il comportamento di qualcun altro, dimostri di aver notato quella persona e magari anche di apprezzarla”
Rilevanza per la conservazione e la sostenibilità animale
La scoperta ha importanti implicazioni per la tutela delle specie:
- Se gli scimpanzé possiedono tradizioni culturali, la distruzione degli habitat minaccia non solo la biodiversità, ma anche patrimoni immateriali.
- Riconoscere la complessità sociale e culturale degli animali può contribuire a politiche di conservazione più etiche e informate.
Il comportamento osservato, sebbene privo di funzione pratica, rappresenta una forma di cultura non strumentale. Lo studio apre così nuove prospettive sulla natura dell’apprendimento sociale nei primati e sulla possibilità che anche gli animali non umani siano capaci di sviluppare tradizioni culturali complesse. Ulteriori ricerche saranno necessarie per comprendere se tali comportamenti possano evolvere cumulativamente, come avviene nella cultura umana.