Perché demolire le case quando basterebbe spostarle in un’altra zona della città? La risposta sembra ovvia: è impossibile spostare un insieme di beni che, non a caso, vengono definiti “immobili”. E invece, la Cina ha dimostrato che spostarli non solo è possibile, ma può essere realizzato dai robot senza particolari sforzi da parte degli esseri umani.
A Shanghai, nel quartiere di Zhangyuan, 432 gambe robotiche fornite di martinetti idraulici hanno spostato un intero complesso di edifici storici in stile shikumen – un’architettura mista tra influenze occidentali e della Cina meridionale – per consentire la realizzazione di un’opera pubblica.
Al livello della strada verrà installato un tetto, parte di un grande progetto di valorizzazione urbana che comprende anche un parcheggio e spazi culturali e commerciali sotterranei per una superficie di 53.000 m². Il trasferimento, avviato il 19 maggio 2025, ha coinvolto il complesso Huayanli, esteso su circa 4.030 m² e del peso totale stimato di 7.500 tonnellate.
La rivoluzione della robotica ha coinvolto anche altre fasi di questo progetto rivoluzionario.
Robot che spostano palazzi, come funziona
Per spostare il complesso, gli ingegneri cinesi hanno utilizzato robot a movimento sincrono, dotati di piccole gambe cingolate. Ciascuno di questi minuscoli robot può sollevare fino a 10 tonnellate e avanzare a un ritmo costante di circa 10 metri al giorno. Le strade a Shanghai sono molto strette, ma questi strumenti possono operare con precisione millimetrica grazie alla:
- Topografia 3D;
- Scansioni laser del percorso;
- Sensori con l’Ai
Il progetto ha rappresentato la più grande operazione di ricollocamento di edifici storici mai realizzata in Cina. I robot perforatori autogestiti, controllabili da remoto, sono riusciti a navigare attraverso corridoi stretti fino a 1,2 metri, consentendo lavori di fondazione all’interno delle strutture storiche senza causare danni.
Gli ingegneri hanno potuto monitorare il processo da remoto grazie a video in real time e alla tecnologia 3D che permette di riprodurre fedelmente lo spostamento e il contesto in cui avviene.
L’intervento comprende anche l’utilizzo di robot specifici per la costruzione di pali di fondazione e per la gestione di terreni, dato che questi mezzi sono capaci di lavorare in spazi stretti utilizzando bracci meccanici ripiegabili e algoritmi che facilitano il riconoscimento automatico dei materiali e degli ostacoli.
Le conseguenze per la conservazione urbana
La Cina ha già dimostrato di essere avanti per quanto riguarda l’utilizzo dei robot in azienda, dove lavorano al posto degli esseri umani.
Il successo del progetto Huayanli va oltre le ricadute dell’Ai per abbracciare un nuovo tipo di architettura, dove non sia necessario distruggere il passato per costruire il futuro.
Come evidenziato dagli esperti, questo approccio privilegia “calibri e algoritmi invece di bulldozer”, aprendo nuove possibilità per l’integrazione tra patrimonio storico e sviluppo urbano moderno.
Il complesso rinnovato di Zhangyuan integrerà ora la conservazione storica fuori terra con strutture moderne sotterranee, collegando grattacieli circostanti, aree commerciali e quartieri attraverso un hub di trasporto che unisce le linee metropolitane 2, 12 e 13. Il complesso di edifici è stato riportato nella sua posizione originale il 7 giugno scorso.
Spostare gli edifici con i robot camminatori in caso di terremoto
L’utilizzo dei robot nell’architettura apre a scenari impensabili fino a qualche anno fa. In contesti post-terremoto, versioni mobili e autonome dei robot camminatori potrebbero stabilizzare edifici pericolanti prima del loro spostamento definitivo. Dotati di intelligenza artificiale avanzata, questi robot potrebbero valutare autonomamente la stabilità strutturale e decidere strategie di intervento in tempo reale.
Per edifici danneggiati da incendi, robot resistenti al calore potrebbero operare in ambienti fino a 200°C, utilizzando materiali ceramici avanzati e sistemi di raffreddamento integrati. La capacità di operare in condizioni estreme renderebbe questa tecnologia preziosa per il salvataggio del patrimonio in situazioni di emergenza.
Prospettive future: verso la robotica urbana integrata
L’evoluzione naturale prevede sistemi urbani permanenti: reti di robot camminatori installati sotto le fondamenta di intere aree storiche, attivabili quando necessario. Questi sistemi potrebbero prevenire danni sismici spostando preventivamente edifici vulnerabili, o creare “quartieri mobili” che si adattino dinamicamente alle esigenze urbanistiche.
La tecnologia potrebbe integrarsi con le smart cities creando edifici capaci di spostarsi autonomamente per ottimizzare l’esposizione solare, ridurre l’inquinamento acustico o adattarsi a cambiamenti climatici. Una visione futuristica che trasformerebbe le città da strutture statiche a organismi viventi e adattivi. Oggi ci sembra fantascienza, ma lo sembravano anche l’auto volante e la possibilità di spostare un agglomerato di edifici da una parte all’altra della città.