Neom, la megalopoli nel deserto dell’Arabia Saudita: sogno del lusso o incubo ambientale e sociale?

Un progetto audace che ridefinisce il concetto di urbanistica globale con promesse straordinarie e sfide altrettanto enormi
1 Gennaio 2025
6 minuti di lettura
Arabia Saudita

Futuristica e sostenibile, fin dalla sua costruzione ad opera dei robot: questa, almeno nelle intenzioni, è Neom, la megalopoli che l’Arabia Saudita intende costruire in mezzo al deserto, tra le dune e la sabbia della provincia di Tabuk nel nord-ovest del Paese.

Il progetto lascia spazio a più di un dubbio, a cominciare proprio dal fatto che nasce nel bel mezzo del deserto, ma lascia anche a bocca aperta per il suo essere totalmente avveniristico e innovativo. Se davvero verrà realizzato come proposto, inaugurerà un nuovo concetto di città.

Un nuovo concetto di città, ma non per tutti

Difficilmente replicabile però: per costruire una megalopoli simile, infatti, occorrono spazi molto vasti, ingenti risorse ambientali e tantissimi soldi. Allo stesso modo, chi volesse andare a vivere in uno dei suoi lussuosi appartamenti dovrà avere una disponibilità economica non indifferente.

Neom nasce già un po’ classista, insomma, coi suoi 500 miliardi di dollari di costi (a preventivo) e il suo obiettivo di reinventare l’urbanistica in modo da mettere al primo posto le persone e la natura, stabilendo un modello per il futuro e nuovi standard globali per la vivibilità.

Un obiettivo indicato chiaramente fin dal suo nome: le prime tre lettere derivano dal greco antico neo, che significa “nuovo”, mentre la M finale è la prima lettera di “Mustaqbal”, parola araba che significa “futuro”. Neom insomma significa “nuovo futuro”.

E la M è anche la prima lettera del principe ereditario, Mohammed bin Salman, promotore e propulsore di questo e altri progetti avveniristici che stanno ridisegnando l’Arabia anche nel tentativo di diversificarne le fonti di ricchezza. Attualmente, infatti, la prosperità del Paese deriva esclusivamente dal petrolio, ma questa situazione potrebbe cambiare presto (anzi dovrebbe, Trump permettendo) e bin Salman intende farsi trovare preparato.

Ma in cosa consiste esattamente Neom?

Cos’è Neom, la megalopoli del futuro

Il progetto non riguarda una semplice città, spiega il sito ufficiale, ma una regione futuristica di oltre 26.500 chilometri quadrati, che verrà realizzata nel nord-ovest del Paese, vicino al Mar Rosso e al confine con Giordania ed Egitto. L’idea di fondo è quella di creare un luogo – lussuoso – dove la tecnologia, inclusa l’intelligenza artificiale, si integri perfettamente con il vivere quotidiano generando benessere per chi ci vive, lavora o anche semplicemente la visiti. L’idea si articola in diversi sotto-progetti.

The Line, la città

Il principale è The Line, una città cognitiva ‘lineare’ di 110 km (avete letto bene), alta 500 metri e larga solo 200 metri, che si estende dalle montagne interne al Mar Rosso attraversando valli desertiche. La cosiddetta ‘Manhattan Verticale’ avrà le facciate a specchio, così da essere invisibile e connessa con la natura (nelle intenzioni dei progettisti). Inoltre sarà chiusa da due torri gemelle alte 500 metri chiamate Epicon. Capace di ospitare 9 milioni di persone su un’impronta di soli 34 chilometri quadrati, dovrebbe diventare un ecosistema dove natura e tecnologia convivono in armonia, collocandosi in questo modo come il modello per una nuova era di sviluppo urbano sostenibile.

Il progetto sulla carta sembra un Eden: niente strade, auto o emissioni, The Line funzionerà al 100% con energia rinnovabile e il 95% del territorio sarà preservato per la natura. La salute e il benessere delle persone saranno prioritari rispetto ai trasporti e alle infrastrutture, a differenza dei centri urbani tradizionali. I residenti si sposteranno con un trasporto sotterraneo ad alta velocità, che consente di viaggiare da un capo all’altro della città in soli 20 minuti, principalmente alimentato da energia solare. Secondo i calcoli, l’impronta territoriale di The Line sarà il 2% di quella di una città di pari popolazione.

Non solo, ma The Line è concepita in modo che tutti i servizi essenziali – scuole, ospedali, parchi e centri ricreativi – siano raggiungibili in cinque minuti a piedi, rafforzando la visione di una comunità autosufficiente e sostenibile. Allo stesso modo anche l’accesso alla natura viene progettato come ‘equo’ e rapido, mentre su tutto si staglia l’intelligenza artificiale, che permeerà ogni servizio.

In sostanza, The Line è pensata come una città cognitiva che prevede e reagisce a ciò di cui le persone hanno bisogno, non il contrario: un luogo di sperimentazione sociale ed economica, senza inquinamento e traffico, abbinato tra l’altro a un’assistenza sanitaria preventiva di livello mondiale.

Trojena, il polo per gli sport invernali

Altro sotto-progetto di impatto è Trojena, un polo per gli sport invernali con tanto di neve tutto l’anno, per la gioia degli ecologisti. L’idea era quella di inaugurare la nuova meta turistica entro i Giochi Invernali asiatici del 2029, assegnati ufficialmente proprio a Trojena, che sorgerà in cima al Tabuk, intorno a un lago artificiale di acqua dolce, ma già a partire dal 2026 Neom potrebbe iniziare ad ospitare persone.

Sindalah, l’isola di lusso

L’isola di lusso Sindalah ha già ufficialmente aperto i suoi 840mila metri quadrati. Dotata di un porto turistico all’avanguardia con 86 posti barca, aspira a diventare la più grande struttura galleggiante del mondo.

Aquellum, il grattacielo capovolto e invisibile

Aquellum sarà un grattacielo capovolto, una comunità sotterranea digitalizzata del futuro invisibile dall’esterno e accessibile solo tramite un ingresso segreto, che sorgerà sulla costa di Aqaba, sul Mar Rosso. Questo mondo nascosto sarà guidato da un’immaginazione sconfinata, fanno sapere i progettisti, invertendo i principi architettonici per integrarsi con la natura. Collegherà senza soluzione di continuità sistemazioni alberghiere, appartamenti, spazi commerciali, zone per il tempo libero e l’intrattenimento e hub innovativi.

Oxagon, centro per le industrie avanzate

Un centro per le industrie avanzate e sostenibili: Oxagon integrerà l’industria 4.0 con i principi dell’economia circolare per creare un ecosistema di produzione pulito. La città appositamente costruita incorporerà robotica, automazione, intelligenza artificiale e Internet delle cose, a differenza dei tradizionali hub che riadattano infrastrutture obsolete. Strategicamente situata sulla costa del Mar Rosso vicino alle rotte di navigazione globali, Oxagon sarà, nelle intenzioni dei costruttori, la base ideale per le fabbriche del futuro.

Magna, centro del nuovo turismo sostenibile di lusso

Infine Magna, la principale regione costiera di Neom sul Golfo di Aqaba, in bilico tra bellezza naturale e tecnologia avanzata, cercando una fusione tra questi due poli. Magna contribuirà positivamente agli sforzi di diversificazione economica nazionale e agli obiettivi più ampi della Saudi Vision 2030, contribuendo a posizionare il Regno come leader globale nel turismo di lusso. Di Magna faranno parte dodici destinazioni che si estenderanno per 120 chilometri, pronte a stabilire un nuovo standard nel turismo sostenibile di lusso.

Neom costruita dai robot

Quanto poi alla sua realizzazione, Neom è avveniristico anche in questo: per velocizzare e rendere più efficienti i lavori, i costruttori hanno deciso di usare i robot, naturalmente ad alta tecnologia. Il Neom Investment Fund (Nif), braccio degli investimenti di Neom, ha appena firmato un accordo di investimento con la Gmt Robotics, azienda specializzata con sede a Copenaghen: “Stiamo gettando le basi per uno sviluppo sostenibile, lavori altamente qualificati e la crescita di settori commercialmente sostenibili”, ha commentato Majid Mufti, Ceo di Nif.

Oltre a migliorare la sicurezza, i sistemi di GMT Robotics riducono i requisiti di forza lavoro in loco in media del 90% tramite prefabbricazione fuori sede, aumentando significativamente la produttività, oltre a ridurre i costi operativi e a migliorare la salute e la sicurezza.

Ma i robot entreranno a far parte del progetto anche in pianta stabile: si prevede anzi che il loro numero a Neom supererà quello degli esseri umani, un programma iniziato simbolicamente con la cittadinanza data a Sophia, il robot umanoide della Hanson Robotics.

Tutto incredibilmente bello, o forse anche solo incredibile, ma non c’è nessun problema?

Sfide e Critiche a Neom

Ovviamente ce n’è più d’uno. In sintesi:

  1. Costi colossali: il progetto ha un costo stimato di 500 miliardi di dollari, una cifra che solleva dubbi sulla sua sostenibilità finanziaria, soprattutto considerando la dipendenza dell’Arabia Saudita dal petrolio, una risorsa sempre più contestata a livello globale
  2. Impatto sociale: la costruzione di Neom ha già comportato lo sfollamento forzato di alcune comunità indigene, come i membri della tribù Huwaitat, generando accuse di violazione dei diritti umani. Secondo Alqst, ong con base in Arabia che si occupa di diritti umani, agli sfollati sono stati dati solo 17.000 riyal (4200 euro), costringendoli di fatto a cercare una casa nelle aree più povere e degradate della provincia di Tabuk
  3. Sfide ambientali: nonostante le dichiarazioni di sostenibilità, costruire un progetto di tale portata nel deserto comporta un enorme consumo di risorse naturali, come l’acqua, e potrebbe avere un impatto ambientale maggiore di quanto previsto. Anche semplicemente il forte uso di strutture a specchio previste avranno un grosso impatto sulla fauna selvatica, sconvolgendo interi ecosistemi
  4. Fattibilità tecnologica: molte delle tecnologie promesse, come l’Ai su larga scala e l’idrogeno verde, sono ancora in fase di sviluppo
  5. Reputazione internazionale: L’Arabia Saudita è spesso criticata per la gestione dei diritti umani, basti pensare alle polemiche che stanno accompagnando l’assegnazione al Paese dei Mondiali di calcio 2034 proprio per preoccupazioni legate a questo tema. Inoltre alcuni vedono Neom come un tentativo di distogliere l’attenzione dalle controversie interne.

Nel frattempo, il mondo osserva. Neom è un esperimento che potrebbe segnare l’inizio di una nuova era o rappresentare l’ennesimo esempio di utopia irrealizzabile. Qualunque sia l’esito, l’impatto culturale e simbolico di questo progetto è già evidente: ridefinire i confini del possibile, nel bene e nel male.

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