“Comincia la danza di frecce con dietro attaccata una targa”, cantavano i Lunapop nella iconica 50 Special. Il riferimento di Cesare Cremonini & company erano le vespe che sfrecciavano per i colli bolognesi. Chissà come sarebbe una canzone sui monopattini elettrici, profondamente toccati (non ritoccati!) dal nuovo Codice della Strada e al centro di un nuovo caos.
Monopattini elettrici, rebus assicurazione
In base alle nuove norme varate dal ministero del Trasporto, i proprietari di monopattini elettrici sono costretti a: indossare il casco, rispettare i nuovi limiti sulle aree pedonali e ciclabili, registrare una targa per il veicolo e dotarlo di assicurazione.
Proprio la targa è finita al centro di un paradosso normativo: chi è senza assicurazione non può essere multato, perché non è ancora possibile ottenere la targa (e senza la targa, le compagnie assicurative non possono assicurare nessun mezzo). Questo perché non è stato ancora emanato il decreto attuativo con cui il Ministero dei Trasporti dovrà specificare i requisiti di quelli che la norma chiama “contrassegni di identificazione”, e quindi non sono vere e proprie targhe. Il Decreto ministeriale (Dm) dovrà anche stabilire i materiali con cui sarà fatto e il prezzo di vendita. Il contrassegno serve per individuare il mezzo, anche nell’ottica di una possibile sanzione.
La circolare della Polizia locale di Milano
Ad infiammare la polemica è stata la circolare n. 19 con cui la Polizia Locale di Milano, l’11 dicembre scorso, ha confermato che l’obbligo di assicurazione per i monopattini elettrici è già in vigore. Per ovviare alla mancanza del decreto attuativo, la municipale meneghina ha prospettato l’ipotesi di assolvere l’obbligo tramite un’assicurazione RC ordinaria, ovvero personale, che viene posta in capo non al veicolo (monopattino), ma alla persona fisica (proprietario e conducente). Una soluzione concreta, ma non percorribile perché il nuovo Codice della Strada parla esplicitamente di RC Auto e dunque al numero di immatricolazione del veicolo.
Crollano gli acquisti di monopattini elettrici
Dopo l’apertura e la deregulation con cui il secondo governo Conte ha spinto la micromobilità elettrica, le nuove norme rappresentano un netto cambio di strategia. E uno spauracchio per i cittadini: in un mese, “il numero complessivo di noleggi di monopattini elettrici nelle principali città italiane è crollato del -30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”, avverte l’Alleanza per la mobilità sostenibile, di cui fanno parte gli operatori dello sharing riuniti in Assosharing, produttori e distributori quali Platum e Attiva, Consumerismo No Profit e i rivenditori.
La tendenza sulle vendite è persino peggiore: secondo i primi dati parziali, ci sarà un calo tra il -30% e il -50% su base annua.
Secondo l’Alleanza, “l’impatto della nuova regolamentazione porterebbe ad una riduzione del fatturato del settore di quasi 300 milioni di euro, con impatti negativi anche per le casse erariali, dato che il gettito IVA mancante potrebbe essere nell’ordine dei 62 milioni di euro fino al 2030”.
Intanto, i cittadini sono sempre più confusi dal continuo cambio di norme, in un ambito, quello delle smart cities, che ha bisogno di strategia e lungimiranza.
Dagli incentivi alle restrizioni
Sembrano passati anni luce da quando, nel 2020, il governo Conte II promuoveva la micromobilità elettrica con bonus fino a 500 euro per l’acquisto di monopattini elettrici e e-bike. L’incentivo arrivava nel contesto della famigerata Fase 2 della pandemia, quando era preferibile evitare i mezzi pubblici.
Si cercava quindi di dare un’alternativa sostenibile a tutti coloro che non erano automuniti, seppure in un contesto di (quasi) totale deregulation.
La storia la conosciamo: la danza di frecce senza una targa attaccata dietro ha creato caos e diverse vittime nelle zone urbane. Allora non vigeva neanche l’obbligo del casco, inserito nel 2021 ma solo per i minorenni. A distanza di cinque anni scarsi, chi si è lasciato convincere dalla spinta green si trova ad affrontare un contesto radicalmente cambiato. In un colpo solo si è passati dalla deregolamentazione all’assicurazione obbligatoria, passando per diverse restrizioni. In base al nuovo Codice della Strada, i monopattini elettrici possono circolare solo nelle strade urbane con limite di velocità entro i 50 km/h. Sono obbligatorie anche le frecce direzionali e le luci per la sfrenata con multe tra 200 e 800 euro in caso di omissione.
Nuove norme, vecchie città
Le aziende del settore necessitano di stabilità normativa per pianificare investimenti a lungo termine. Non a caso le agende green delle comunità e dei singoli Paesi hanno una programmazione pluriennale o decennale. Il crollo delle auto elettriche dimostra che norme troppo distaccate dalla realtà non attecchiscono. Il crollo delle vendite dei monopattini elettrici dimostra che i cambi di strategia creano incertezza nei consumatori. E gli esseri umani, di fronte all’incertezza, preferiscono restare inerti.