L’ascensore per le bici esiste e non è quello che pensiamo.
Ciò che si trova in Norvegia, precisamente nella città di Trondheim, è un’innovazione unica al mondo, un sistema progettato per aiutare i ciclisti a superare le ripide colline urbane senza dover pedalare, rendendo la mobilità sostenibile più accessibile e attraente.
Sostenibilità e redditività, dato che l’ascensore per biciclette, noto come CycloCable, è diventata anche una attrazione turistica.
Storia degli ascensori per bici
La conformazione del paesaggio e la cultura della bicicletta, ben radicata nei Paesi del Nord, hanno creato il mix perfetto per questa invenzione. L’idea dell’ascensore per biciclette nasce nel 1993 grazie al designer industriale Jarle Wanvik che, affrontando quotidianamente le colline di Trondheim, ha ideato un sistema ispirato agli impianti di risalita per sciatori. Il primo prototipo, chiamato Sykkelheisen Trampe, è stato installato sulla collina Brubakken.
Vent’anni dopo, nel 2013, è stato introdotto il CycloCable, o Trampe CycloCable, un servizio-skilift pensato per usare quotidianamente questo speciale ascensore. Il sistema, infatti, consente di avere un “abbonamento” dedicato ai pendolari che devono superare la salita ogni giorno, o quasi. Qui quando pensiamo ai pendolari la prima idea è il treno, in Norvegia è la bici. Le virgolette sono d’obbligo, visto che il servizio è totalmente gratuito per tutti, si tratta semplicemente di avere una tessera che registra gli utenti come fruitori abituali del servizio. Un po’ come avviene sugli autobus nostrani dove si può passare il titolo di viaggio non per validarlo, ma per monitorare l’utilizzo di quel mezzo.
In Norvegia, l’idea di smart city è insita nella cultura del luogo, e va oltre l’uso della bicicletta. È un modo di vivere la città. Trampe Cyclo Cable consente di superare la salita senza sforzi anche alle mamme e ai papà che devono spingere il passeggino o il carrello della spesa. In questo modo si offre una soluzione pratica, evitando che, per non essere costretti a soffrire ogni giorno si utilizzi la macchina o altri mezzi a combustione.
Come funziona il CycloCable
Il funzionamento del CycloCable è semplice ed efficace. I ciclisti posizionano un piede su una piattaforma, chiamata pedalino, situata sul lato destro della carreggiata. Una volta attivato, il pedalino inizia a salire, spingendo il piede e sostenendo il peso della bicicletta. Il ciclista rimane in piedi sulla bicicletta, con il piede destro sulla pedana, mentre viene spinto verso l’alto a una velocità di circa 7,4 km/h1. Questo sistema permette di superare salite con un’inclinazione fino al 18% senza alcuno sforzo fisico.
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Secondo alcune fonti, il CycloCable è diventato anche un’attrazione turistica che attira tra i 20.000 e i 30.000 utenti all’anno. La corsa è gratuita e dura poco più di un minuto, offrendo ai ciclisti la soddisfazione di raggiungere la cima senza dover pedalare.
Bicicletta in Norvegia vs Italia
La Norvegia è un paese che ha investito molto nella mobilità sostenibile e nel ciclismo. Le strade ciclabili nazionali sono progettate per evitare il traffico intenso, e percorsi come la Rallarvegen sono famosi per la loro bellezza scenica.
In Italia, nonostante sia il primo Paese esportatore di biciclette in Europa, l’uso quotidiano della bicicletta è meno diffuso rispetto alla Norvegia. Circa il 37% degli italiani usa la bicicletta almeno una volta alla settimana, ma solo il 13% la utilizza come mezzo di trasporto principale per brevi tragitti. La percezione della sicurezza è un fattore chiave: oltre la metà degli italiani ritiene che andare in bicicletta nella propria zona sia troppo pericoloso.
Le infrastrutture ciclabili in Italia sono in crescita, ma ancora limitate rispetto ad altri Paesi europei. Questa tendenza viene anche spinta dalle autorità locali a investire nell’implementazione di nuove infrastrutture ciclabili, come piste protette, corsie dedicate e zone pedonali, per rendere più sicuri e accessibili i percorsi in bicicletta.
Secondo il Rapporto Ambiente Urbano 2022 di Istat, l’estensione delle piste ciclabili nei comuni capoluogo è aumentata del 2,3% nel 2022, raggiungendo una lunghezza complessiva di 5.440 km. Tuttavia, si evidenzia un divario significativo nella distribuzione delle infrastrutture ciclabili tra il Nord e il Sud Italia dato che più del 70% delle piste ciclabili si concentra nel Settentrione.
La densità media di piste ciclabili è di 27,9 km ogni 100 kmq di superficie territoriale e due capoluoghi su tre dispongono di più di 10 km di piste. Oltre il 70% dell’infrastruttura ciclabile, tuttavia, si concentra nelle città del Nord, dove la media sale a 66 km/100 kmq, contro i 18,3 del Centro e i 6,5 del Mezzogiorno.
C’è anche una differenza per tipo di comuni: la densità della rete ciclabile è mediamente più alta nei capoluoghi metropolitani (42 km/100 km2, contro i 24,7 degli altri capoluoghi), con forti differenze – anche in questo caso – fra le singole città. Torino e Milano presentano i valori più elevati (oltre 170 km/100 km2), seguite da Bologna (121,4) e Firenze (88). Valori molto inferiori alla media dei capoluoghi si rilevano invece a Napoli (16,1), Catania (10,7), Reggio di Calabria (4,2) e Messina (3,4).
Insomma, le piste ciclabili in Italia avanzano. Ma la strada, è il caso di dirlo, è tutta in salita.