Dalle smart cities alle ‘città della longevità’: l’AI allunga la vita?

Intelligenza artificiale, verde urbano e biotecnologie al servizio di un nuovo concetto di città: spazi progettati per migliorare la qualità e la durata della vita. Ecco come Dubai guida il cambiamento
18 Marzo 2025
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Citta Network

Dubai, terra di grattacieli scintillanti, isole artificiali e ville extralusso, si prepara a inaugurare la prossima rivoluzione immobiliare: comunità progettate per la longevità, ecosistemi residenziali in cui ogni aspetto della vita quotidiana è ottimizzato per il benessere e la durata della vita. A fare la differenza non sono solo le strutture architettoniche, ma un uso pionieristico dell’intelligenza artificiale per monitorare, prevedere e migliorare la salute degli abitanti. Non più semplici abitazioni, ma ambienti dinamici che prevengono malattie, riducono lo stress e favoriscono una longevità attiva.

Questa trasformazione non riguarda solo Dubai: da Singapore a Miami, da Tokyo ad Abu Dhabi, le metropoli stanno ripensando il concetto di urbanizzazione. La crescente consapevolezza sulla salute e il benessere ha fatto emergere un’esigenza chiara: creare spazi che non siano solo confortevoli, ma che diventino veri e propri alleati della longevità. Un cambiamento epocale che riflette anche un dato demografico cruciale: entro il 2050, il 29% della popolazione di Dubai avrà più di 60 anni, spingendo lo sviluppo di progetti che rispondano a questa nuova realtà.

AI e urbanistica: le città che si adattano ai bisogni umani

L’idea di una città progettata per favorire la longevità non è solo un sogno futuristico, ma una realtà che sta prendendo forma grazie alla convergenza tra intelligenza artificiale, biotecnologie e sanità preventiva. Dmitry Kaminskiy, esperto del Deep Knowledge Group, descrive questi nuovi modelli urbani come ambienti ingegnerizzati per migliorare la salute fisica, mentale e cognitiva degli abitanti. Qui, l’AI non è solo uno strumento passivo ma diventa un attore centrale della progettazione urbana: algoritmi avanzati analizzano i flussi di traffico per ridurre inquinamento e rumore, sensori intelligenti monitorano la qualità dell’aria e intervengono in tempo reale per ridurre i rischi respiratori, mentre le abitazioni si trasformano in organismi interattivi che si prendono cura dei loro residenti.

Il concetto di smart home viene rivoluzionato: non più solo automazione e comfort, ma vere e proprie case-medico che monitorano i parametri vitali, analizzano il sonno, suggeriscono piani alimentari personalizzati e intervengono automaticamente in caso di emergenze mediche. “Stiamo entrando in un’era in cui l’ambiente in cui viviamo non si limita ad ospitarci, ma lavora attivamente per mantenerci in salute”, spiega Kaminskiy. Un futuro in cui la prevenzione supera la cura, trasformando gli ospedali da luoghi di trattamento a centri di consulenza per strategie personalizzate di longevità.

La nuova domanda immobiliare tra wellness e longevità

Il concetto di lusso sta cambiando. Se in passato l’attenzione era focalizzata su metrature e materiali pregiati, oggi il vero valore aggiunto è rappresentato dalla salute e dal benessere. L’interesse per le comunità della longevità è in forte ascesa, con una domanda che attraversa diverse fasce di età: giovani famiglie alla ricerca di un ambiente sano per i figli, professionisti attenti al proprio equilibrio psicofisico e anziani desiderosi di una qualità della vita superiore.

Le analisi di mercato confermano che gli acquirenti sono disposti a pagare un premium price per queste soluzioni abitative. Yogesh Bulchandani, fondatore di Sunrise Capital, spiega che il 60-70% delle nuove costruzioni di lusso a Dubai include già servizi di wellness avanzati, non più considerati come optional, ma come parte integrante del progetto. Si va oltre le classiche palestre e spa: spazi di meditazione, percorsi immersi nel verde, cliniche di prevenzione integrate e persino orti urbani gestiti dall’AI per garantire alimenti freschi e salutari.

L’elemento comunitario gioca un ruolo chiave: gli espatriati, ad esempio, trovano in questi ambienti un forte senso di appartenenza, mentre gli investitori vedono in queste proprietà un’opportunità di rendita sicura grazie ai crescenti tassi di locazione.

Le città della longevità non sono solo un insieme di edifici smart, ma ecosistemi complessi in cui ogni elemento è studiato per favorire una vita lunga e in salute. Kaminskiy sottolinea il ruolo cruciale del verde urbano: “Le ricerche scientifiche dimostrano che il contatto con la natura migliora la funzione cognitiva, riduce lo stress e rafforza il sistema immunitario. Per questo, nei nuovi progetti, il cemento lascia spazio a foreste verticali, tetti verdi e giardini intelligenti gestiti dall’AI”.

Un altro aspetto fondamentale è la mobilità sostenibile: le strade sono pensate per favorire il movimento attivo, con percorsi pedonali immersi nel verde e riduzione drastica del traffico veicolare. Gli spazi pubblici diventano punti di aggregazione, pensati per promuovere il benessere sociale e combattere l’isolamento, un fattore chiave per l’invecchiamento sano.

La governance ha un ruolo essenziale in questo scenario: le istituzioni devono adeguare le normative per incentivare la progettazione di comunità longeve, superando il concetto di salute come optional e trasformandolo in un pilastro della pianificazione urbana. Kaminskiy prevede che nei prossimi anni i criteri di acquisto cambieranno radicalmente: “Non si tratterà più solo di posizione o prestigio, ma della capacità di un ambiente di migliorare la nostra longevità e qualità di vita”.

Le implicazioni economiche per il settore immobiliare sono enormi: ogni settimana emergono nuovi progetti che puntano sulla longevità come chiave del valore. Le prospettive per il futuro? Un’urbanistica che non si limita a ospitare la vita umana, ma la prolunga, trasformando il concetto stesso di città e abitare.

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