One Dollar Hotel Giappone: 1 dollaro a notte ma ripresi su YouTube

Gli ospiti devono firmare un contratto e restare in stanza almeno 3 ore oltre a quelle notturne
16 Luglio 2025
3 minuti di lettura
One Dollar Hotel Screenshot Youtube
Uno screenshot di un video pubblicato sul canale New One Dollar Hotel

In un’epoca dove la privacy sembra un lusso sempre più costoso, un hotel di Fukuoka, in Giappone, ha trasformato l’invasione dell’intimità in un’opportunità commerciale. Il nome trovato per l’iniziativa è eloquente: One Dollar Hotel. L’albergo Asahi Ryokan, infatti, offre la possibilità di pernottare a meno di euro a notte, ma in cambio gli ospiti devono accettare di essere filmati e che le immagini vengano trasmesse in diretta streaming su YouTube.

Hotel di Fukuoka, come funziona il pernottamento

L’idea prevede un pernottamento nella stanza numero 8 al costo di 100 yen, equivalenti a circa 80 centesimi a notte per persona. La camera è arredata in stile tradizionale giapponese con pavimenti in tatami, bagno esterno e futon per dormire. Tutti elementi particolari, ma non quanto la webcam sempre accesa che trasmette ogni movimento degli ospiti sul canale YouTube dell’albergo. La struttura non sembra essere un grand hotel di lusso, come dimostrano le immagini del canale YouTube, ma questo non fa che amplificare il paradosso.

Gli ospiti devono firmare un consenso scritto impegnandosi a non mostrare contenuti volgari o osceni, escludendo categoricamente scene di nudo o sesso. Un contratto che trasforma una semplice notte d’hotel in un reality show, dove l’intimità del sonno diventa spettacolo pubblico.

Durata del soggiorno e numero di ospiti

Gli ospiti che scelgono di soggiornare nella stanza numero 8 dell’Asahi Ryokan devono rispettare una regola specifica: trascorrere almeno 3 ore al giorno nella camera al di fuori del tempo dedicato al sonno. Questa condizione è stata stabilita per garantire che ci sia qualcosa da guardare per chi segue la diretta streaming, trasformando di fatto il soggiorno in una performance involontaria.

Per quanto riguarda il numero di persone, la stanza può ospitare un solo cliente alla volta.

Il proprietario Tetsuya Inoue ha spiegato che la formula è stata concepita proprio per sfruttare al meglio questa singola stanza che aveva bassi tassi di occupazione nei giorni feriali.

Dallo “sleep stream” al business model

L’ispirazione per questa iniziativa è arrivata dal fenomeno del “sleep stream”, nato su Twitch, dove content creator tentano di addormentarsi mentre i follower fanno di tutto per disturbarli. Il proprietario dell’hotel ha tratto spunto da uno youtuber che ha guadagnato 16 mila dollari in una sola notte dormendo in diretta streaming.

A differenza dello sleep streaming tradizionale, però, qui non c’è interazione: gli spettatori possono solo osservare, come in una sorta di “Grande Fratello molto noioso dove c’è poco da vedere”, come ironicamente osservato da alcune fonti. Il voyeurismo digitale si spoglia della sua componente partecipativa per diventare pura osservazione passiva.

È questa la differenza da altri casi di vita vissuta in streaming come quella di EmilyCC, streamer 28enne originaria di New York che da più di 3 anni vive in diretta su Twitch. Ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette.

Per approfondire: C’era una volta il Grande Fratello. Ora c’è Emily, in diretta 24 ore su 24 da 3 anni

Quando il low cost incontra l’exhibitionism economy

Il One Dollar Hotel rappresenta un caso emblematico di come l’economia dell’attenzione stia ridefinendo i confetti del commercio tradizionale. In un Paese come il Giappone dove l’ospitalità è considerata un’arte, questa iniziativa ribalta completamente i canoni dell’accoglienza giapponese, trasformando l’intimità in merce di scambio e in una enorme opportunità di risparmio per chi vuole visitare le affascinanti lande nipponiche.

In un’era dove i social media hanno normalizzato la condivisione di ogni aspetto della vita privata, l’hotel di Fukuoka non è solo un esperimento commerciale, ma un termometro sociale che misura quanto siamo disposti a sacrificare per un risparmio economico.

Quando è nata l’idea e come sta andando

L’idea del One Dollar Hotel è nata nel 2019, quando l’allora 27enne Tetsuya Inoue ha preso in gestione l’hotel di famiglia appartenente alla nonna. Dopo aver notato che la stanza numero 8 rimaneva spesso vuota, soprattutto durante i giorni feriali, Inoue ha deciso di trasformare quella che sembrava una debolezza commerciale in un’opportunità di marketing virale, sfruttando l’ispirazione dello youtuber di cui abbiamo parlato sopra. Da qui l’idea di istituzionalizzare il concetto, creando un vero e proprio canale YouTube dedicato.

Secondo la Cnn, già nei primi quattro mesi dal lancio quattro ospiti hanno prenotato la stanza. Un numero che potrebbe sembrare modesto, ma che ha generato un ritorno mediatico significativo, con articoli su testate internazionali e migliaia di visualizzazioni sul canale YouTube dell’hotel, ribattezzato in New One Dollar Hotel.

Oggi la stanza numero 8 dell’Asahi Ryokan continua a funzionare con il suo particolare modello di business, anche se con risultati modesti rispetto alle aspettative iniziali, ma comunque migliori rispetto a quelli registrati precedentemente. Inoue punta a raggiungere le 4.000 ore di visualizzazione necessarie su YouTube per attivare la pubblicità sul canale e iniziare a generare ricavi reali dall’iniziativa. Per mantenere attivo l’interesse quando la stanza è vuota, l’imprenditore ha iniziato a trasmettere in diretta anche la propria attività lavorativa dall’ufficio del Ryokan. Questa soluzione permette di mantenere contenuti sul canale anche nei giorni senza ospiti, con cartelli in inglese e giapponese che spiegano agli utenti quando si allontana dalla postazione.

Intanto, il progetto One Dollar Hotel continua: “I giovani di oggi non si preoccupano molto della privacy. Alcuni dicono che va bene essere osservati per un solo giorno”, ha detto spiegato Inoue a Cnn Travel.

L’iniziativa ha dimostrato come un’intuizione creativa possa trasformare un problema di gestione alberghiera in un caso di successo mediatico, aprendo nuove prospettive per il marketing dell’ospitalità nell’era digitale.

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