Il ritorno in ufficio dopo le vacanze estive si è fatto sentire in tutto il mondo. Ma pare che a Londra, i lavoratori siano rientrati con più lentezza rispetto ai colleghi delle altre grandi città del mondo. Questo fenomeno, secondo una recente ricerca condotta dal think tank Centre for Cities, evidenzia come il costo elevato del pendolarismo sia uno dei principali fattori che limitano la presenza fisica dei dipendenti negli uffici di Londra.
Fenomeno che, se analizzato anche in altre parti del mondo, apre una nuova sfida per i datori di lavoro: ripensare gli spazi e i tempi professionali anche a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi.
Il modello di lavoro post-pandemia
Sono passati quasi quattro anni da quando la pandemia da Covid-19 ha investito milioni di persone, ma alcuni nuovi modelli di lavoro continuano a persistere. Secondo lo studio del Centre for Cities, nel 2024, i lavoratori a tempo pieno nel centro di Londra hanno trascorso in media solo 2,7 giorni a settimana in ufficio, un leggero aumento rispetto ai 2,2 giorni del 2023.
Tuttavia, questo dato rimane basso se confrontato con altre metropoli globali: Parigi, ad esempio, ha registrato una media di 3,5 giorni a settimana, mentre New York e Sydney hanno raggiunto rispettivamente 3,1 e 2,7 giorni.
A Londra, più di un quarto dei lavoratori si reca in ufficio solo una o due volte a settimana, con solo il 62% che vi si reca almeno tre giorni, contro l’80% dei parigini. Questa differenza significativa è attribuita in gran parte ai costi di viaggio, che spingono molti lavoratori londinesi a optare per il lavoro da casa.
Oltre il 40% dei dipendenti londinesi ha citato il risparmio sui costi di pendolarismo come motivo principale per limitare le proprie giornate in ufficio.
Il divario generazionale e geografico
La ricerca evidenzia anche un divario tra i lavoratori più giovani, che tendono a vivere più vicino al centro città e ad essere più propensi a recarsi in ufficio regolarmente, e i lavoratori più anziani, spesso residenti nelle città o contee circostanti, che mostrano una maggiore riluttanza a compiere viaggi e spostamenti molto lunghi.
Questo squilibrio demografico solleva ulteriori interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine delle attuali politiche aziendali e sulla necessità di adattarle per rispondere meglio alle esigenze diverse dei lavoratori.
Il ruolo dei datori di lavoro
In risposta a queste sfide, il Centre for Cities suggerisce che i datori di lavoro londinesi potrebbero trarre beneficio dal reindirizzare i fondi destinati alle ristrutturazioni degli uffici e ai benefit verso sussidi per i viaggi, in modo simile a quanto già avviene a Parigi, dove i datori di lavoro sono legalmente obbligati a sovvenzionare i costi di trasporto dei dipendenti.
Nonostante le preoccupazioni diffuse tra i datori di lavoro sul possibile impatto di politiche più rigide per il ritorno in ufficio, il think tank sostiene che le aziende potrebbero imporre obblighi più severi senza rischiare un’elevata fuga di personale. Infatti, meno del 10% dei lavoratori londinesi intervistati ha dichiarato che cercherebbe un altro impiego se fosse richiesto loro di recarsi in ufficio con maggiore regolarità.
L’Importanza della presenza in ufficio per la produttività
Rob Johnson, autore del rapporto del Centre for Cities, sottolinea che, sebbene la recente debolezza nel mercato delle assunzioni possa aver contribuito alla riluttanza dei datori di lavoro a adottare misure più rigide, non dovrebbero lasciarsi influenzare da timori eccessivi. Il think tank, inoltre, sostiene che aumentare la presenza in ufficio dovrebbe essere un obiettivo chiave per i decisori politici, poiché la concentrazione di lavoratori altamente qualificati in spazi condivisi può favorire lo scambio di idee e conoscenze, con conseguenti benefici per la produttività.
Il futuro del lavoro a Londra rimane incerto, con i datori di lavoro chiamati a bilanciare le esigenze di produttività con le preferenze dei dipendenti. Mentre il lavoro ibrido continua a essere una soluzione popolare, la questione del costo del pendolarismo e la sua influenza sulla presenza in ufficio rimangono temi centrali. Adattare le politiche aziendali per supportare meglio i lavoratori potrebbe essere la chiave per garantire un ritorno più sostenibile ed equilibrato negli uffici della capitale britannica.