Incentivi autoimpiego 2025: 800 milioni per giovani, donne e categorie fragili

Autoimpiego Centro-Nord e Resto al Sud 2.0: tutte le agevolazioni per under 35
16 Luglio 2025
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Marina Calderone (Alessandro Bremec/Ipa)
Marina Calderone (Alessandro Bremec/Ipa)

Con la firma congiunta della ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, del ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Tommaso Foti, e del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, è stato siglato il decreto attuativo che darà il via agli attesi incentivi per l’autoimpiego, il lavoro autonomo e professionale.

Questo provvedimento, un’azione di sistema mirata a incrementare la partecipazione giovanile al mondo del lavoro, in particolare per i Neet (giovani senza impiego e non occupati in percorsi di formazione) e i disoccupati, è finanziato con una dotazione complessiva di 800 milioni di euro.

Obiettivi e finanziamento

L’obiettivo primario di questo decreto è promuovere l’inclusione attiva e l’inserimento nel mercato del lavoro, sostenendo l’avvio di iniziative di lavoro autonomo, imprenditoriale e libero-professionale. Dei 800 milioni di euro stanziati, ben 700 milioni provengono dal Fondo Sociale Europeo Plus (Fse+), mentre i restanti 100 milioni sono risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), specificamente nell’ambito del programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (Gol), parte della Missione 5 del Piano.

Come sottolineato dalla ministra Calderone, il decreto punta a “promuovere buone idee d’impresa e accompagnare le nuove iniziative attraverso la formazione, il tutoraggio e l’accesso ad un contributo per l’avviamento delle attività”. Il Ministro Foti ha aggiunto che queste risorse mirano a “trasformare risorse importanti in strumenti concreti che aiutano i giovani a realizzare le proprie aspirazioni e a costruire percorsi di autonomia e crescita personale”.

Chi può beneficiare degli incentivi?

Le agevolazioni sono destinate a giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni non ancora compiuti. In particolare, i soggetti beneficiari devono essere in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti alla data di avvio dell’iniziativa economica:

  1. Essere inoccupati, inattivi o disoccupati. I disoccupati sono definiti come giovani che hanno presentato una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, non svolgono attività lavorativa o hanno un reddito da lavoro dipendente/autonomo inferiore alle detrazioni spettanti, e non sono soci o amministratori di società attive iscritte al registro delle imprese.
    Gli inattivi sono giovani che non svolgono attività lavorativa, non sono titolari di partita Iva attiva e non sono soci o amministratori di società attive.
    Gli inoccupati sono giovani che non svolgono attività lavorativa o che ricavano un reddito annuo inferiore a 8.000 euro (lavoro subordinato) o 4.800 euro (lavoro autonomo).
  2. Trovarsi in una condizione di marginalità, di vulnerabilità sociale o di discriminazione, come definita dal Programma Nazionale Giovani, Donne e Lavoro.
  3. Essere disoccupati destinatari delle misure del programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori.

Quali attività economiche sono ammissibili?

Sono ammissibili le attività finalizzate all’avvio di:
Lavoro autonomo mediante apertura di partita Iva.
Impresa individuale regolarmente iscritta al Registro delle imprese.
Impresa in forma societaria (società in nome collettivo, società in accomandita semplice, società a responsabilità limitata, società cooperativa) regolarmente iscritta al Registro delle imprese.
Libero-professionali, anche nella forma di società tra professionisti.
Non possono accedere alle agevolazioni i titolari o soci di un’attività che, anche se cessata nei sei mesi precedenti la domanda, risulta avere un codice Ateco identico (fino alla terza cifra) a quello dell’iniziativa proposta.

Misura Autoimpiego Centro-Nord Italia

Destinata alle iniziative con sede operativa in Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Umbria e Marche. Con un contributo a fondo perduto in forma di voucher, copre il 100% dell’investimento da realizzare, fino a un massimo di 30.000 euro. Questo limite può essere elevato a 40.000 euro se l’investimento include beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali, o beni volti a garantire sostenibilità ambientale o risparmio energetico.

Con un contributo a fondo perduto per programmi di investimento, fino al 65% per programmi di investimento fino a 120.000 euro e fino al 60% per programmi di investimento tra 120.000 e 200.000 euro.

Misura RSud (Resto al Sud 2.0)

Destinata alle iniziative con sede operativa in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, prevede un contributo a fondo perduto in forma di voucher: copre il 100% dell’investimento, fino a un massimo di 40.000 euro. Il limite sale a 50.000 euro per investimenti in beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali, o per quelli che assicurano sostenibilità ambientale o risparmio energetico. Oppure, un contributo a fondo perduto per programmi di investimento fino al 75% per programmi di investimento fino a 120.000 euro e fino al 70% per programmi di investimento tra 120.000 e 200.000 euro.

Spese ammissibili e non ammissibili

Le spese ammissibili per i contributi (sia voucher che programmi di investimento) devono essere strettamente connesse e funzionali alle esigenze produttive e gestionali dell’iniziativa. Queste includono:

  • Macchinari, impianti, attrezzature e arredi nuovi di fabbrica.
  • Programmi informatici e servizi per le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni (es. licenze software, sviluppo di piattaforme digitali e app).
  • Immobilizzazioni immateriali (es. acquisizione di competenze per sviluppo prodotti/servizi tecnologici, progettazione di portali web, ideazione di marchi).
  • Consulenze tecnico-specialistiche, che devono essere prestate da Enti del Terzo Settore (ETS) e sono ammissibili fino al 30% del contributo/programma di investimento. Queste consulenze possono riguardare la progettazione e sviluppo di soluzioni innovative, prototipi, o certificazioni ambientali/energetiche.
    Sono invece escluse le spese per l’acquisto di terreni e immobili (anche per ristrutturazione), consulenze per la predisposizione della domanda, consulenze legali, fiscali e tributarie. Non sono ammissibili anche i costi per materie prime, semilavorati, personale, utenze, locazioni e leasing.

Come presentare domanda?

Le agevolazioni sono concesse con procedura valutativa a sportello. Le domande devono essere presentate esclusivamente per via elettronica, tramite la procedura informatica messa a disposizione sul sito di Invitalia. È richiesta l’identificazione online tramite Spid, Cie o Cns, e la firma digitale. Alla domanda deve essere allegato il piano d’impresa e una dichiarazione sostitutiva di atto notorio attestante la condizione del richiedente. Invitalia, in quanto soggetto gestore, valuterà le domande entro novanta giorni dalla presentazione o dal completamento della stessa in caso di richiesta di integrazione.

Il decreto è ora al vaglio degli organi di controllo per la registrazione e sarà successivamente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Ulteriori disposizioni operative per precisare e chiarire le modalità di funzionamento delle misure saranno definite con un decreto del Direttore Generale delle politiche attive del lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, da emanarsi entro novanta giorni dall’entrata in vigore del presente decreto.

Questa iniziativa rappresenta un passo concreto del Governo per sostenere l’imprenditorialità giovanile e promuovere l’autonomia lavorativa in tutto il Paese.

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