Viaggi ‘estremi’ di un giorno, ma a quale costo (ambientale)?

Il lato oscuro del turismo espresso tra carbon footprint e compensazioni
8 Aprile 2025
4 minuti di lettura
Destinazioni Viaggi Turisti

Svegliarsi all’alba a Liverpool, prendere un caffè al volo, imbarcarsi su un volo per Barcellona, sorseggiare sangria sulla spiaggia, visitare la Sagrada Família, fare shopping tra i vicoli gotici e tornare la sera stessa nel proprio letto. No, non è la trama di un film surreale, ma la routine – se così si può chiamare – di un numero crescente di europei che ha deciso di riscrivere le regole del viaggio. Si chiama extreme day tripping, o EDT per gli amici, ed è la nuova frontiera del turismo mordi-e-fuggi, in versione turbo. Nessun trolley, nessuna notte fuori, nessuna richiesta di ferie. Solo una manciata di ore per spremere al massimo ogni minuto, come fosse l’ultimo.

Nato come fenomeno quasi underground nel Regno Unito nel 2019, l’EDT ha conosciuto la sua vera esplosione post-pandemia, complice il desiderio irrefrenabile di “riprendersi il tempo perduto” – la famosa revenge travel – unito a voli low-cost sempre più accessibili e tariffe alberghiere che invece sono salite alle stelle. Ma c’è anche qualcosa di profondamente esistenziale: l’idea che i ricordi valgano più delle cose materiali, soprattutto per Gen Z e Millennial, i principali protagonisti di questa rivoluzione da 24 ore. Il tutto amplificato da TikTok, Instagram e una nuova estetica del viaggio dove il limite è la sfida, e la corsa contro il tempo è parte dell’avventura.

La logica è semplice: abbiamo tutti 1.440 minuti al giorno. E se usassimo ognuno di essi per vivere davvero? Da qui nasce l’idea di attraversare l’Europa – e non solo – in una giornata. Dalla Torre Eiffel alla spiaggia di Barceloneta, dai vicoli medievali di Kaunas al Canal Grande di Venezia. Con l’aiuto di app ad hoc, i nuovi viaggiatori pianificano tutto al dettaglio: orari, trasferimenti, luoghi iconici da spuntare, spuntini veloci e persino margini di imprevisto. Il tutto spesso per meno di 100 euro. Una notte in centro a Milano può costare di più. E vuoi mettere il fascino di tornare in ufficio il lunedì mattina raccontando di aver pranzato al sole di Lisbona il giorno prima?

Come nasce e si diffonde il culto del viaggio estremo di un giorno

Nonostante l’apparente improvvisazione, l’Extreme Day Tripping ha una storia ben definita. Le sue radici affondano nei classici “city break” del weekend, ma con una differenza cruciale: niente pernotto. Tutto avviene in 24 ore (o meno). È una forma di viaggio che strizza l’occhio tanto alla velocità quanto alla sostenibilità economica – ma su quella ambientale torneremo più avanti. Dopo l’iniziale buzz pre-pandemico, il lockdown aveva temporaneamente congelato il fenomeno. Ma nel 2022, con la riapertura delle frontiere e la voglia collettiva di evasione, l’EDT è riesploso con forza.

È così che, tra social media e passaparola digitale, è nata la comunità ‘Extreme Day Trips’ su Facebook, oggi con quasi 314mila membri attivi. Cresce al ritmo di mille-duemila nuovi iscritti a settimana, a dimostrazione che il desiderio di fuga istantanea è tutt’altro che passeggero. Tra un post e l’altro, si trovano testimonianze da tutto il continente, itinerari minuziosi, consigli su aeroporti meno affollati, dritte per prenotare voli all’ultimo momento e persino un libro scritto da un membro del gruppo per aiutare i neofiti a compiere il primo “salto temporale”.

E se pensate che tutto questo sia un’operazione orchestrata da colossi del turismo, vi sbagliate. Certo, siti specialistici stanno cavalcando l’onda, offrendo sezioni dedicate e tool di pianificazione. Ma le fonti più autorevoli restano i blog e i portali creati dagli stessi viaggiatori estremi, che offrono newsletter, alert dagli aeroporti, mappe e persino un sistema per calcolare quanta Co₂ emetterai nella tua giornata da globetrotter. Perché sì, volare due volte in un giorno ha un prezzo ambientale – e qui le sensibilità divergono: c’è chi minimizza, e chi invece calcola crediti ambientali o pianta un albero per ogni viaggio. Un compromesso tra adrenalina e coscienza ecologica.

L’impatto ambientale degli Extreme Day Trips

Sfrecciare da una capitale europea all’altra in meno di 24 ore è senza dubbio un’avventura adrenalinica, ma cosa ne pensa l’ambiente? L’eco degli Extreme Day Trips – quelli in cui si prende l’aereo all’alba e si rientra per cena – risuona anche nelle orecchie degli ambientalisti, e non in senso figurato. A fronte di un’esperienza “mordi e fuggi” che promette emozioni concentrate e costi contenuti, si alza infatti una domanda sempre più pressante: quanto costa tutto questo in termini di emissioni?

Il problema principale riguarda, com’è facile immaginare, i voli. Fare due tratte aeree in un solo giorno comporta un’impronta di carbonio significativa, ben superiore a quella di un viaggio in treno o in auto (soprattutto se condivisa). Ogni volo aggiunge Co₂ nell’atmosfera, e moltiplicando per centinaia di migliaia di appassionati il dato diventa macroscopico. Se l’idea alla base dell’EDT è quella di “non perdere tempo e vedere il mondo”, è inevitabile chiedersi se, così facendo, non si stia consumando proprio quel mondo che si vuole esplorare.

Eppure, nel cuore pulsante del movimento, non mancano spiragli di consapevolezza. Molti viaggiatori estremi cercano attivamente di ridurre la propria impronta ambientale. Alcuni scelgono voli a basso impatto, preferendo tratte operate da compagnie che utilizzano aeromobili più recenti e meno inquinanti, oppure optano per voli di linea già affollati, ragionando sul fatto che un aereo pieno è più efficiente di uno semivuoto. Altri si impegnano in compensazioni ambientali, acquistando crediti di carbonio (carbon offset) per bilanciare le proprie emissioni, oppure decidono di piantare un albero per ogni viaggio intrapreso. Non mancano, poi, i più rigorosi, che scelgono di viaggiare solo via terra e praticano la versione “slow” dell’EDT: esperienze intermodali che combinano treno, bicicletta e camminata, toccando più tappe in una sola giornata ma senza mai salire su un aereo. Il risultato? Un’escursione entusiasmante, con un impatto ambientale minimo e una soddisfazione massima. La vera sfida, in fondo, è tutta lì: riempire le 1.440 preziose minuti di una giornata senza svuotare il pianeta.

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