“Nella mia gelateria non sono ammessi uomini”. Avete capito bene, questo è quanto sostiene Sumeja Zumberi, una giovane dotta che a soli 18 anni ha aperto il suo bar, il Baresha, a Brema, in Germania e che ha preso una decisione ben precisa.
Soprannominata “La gelateria per le donne”, Baresha si trova nel distretto di Gröpelingen dove, secondo le autorità locali, oltre il 60% dei residenti ha un background migratorio. Sumeja Zumberi, per una prevalenza di uomini nel distretto tedesco, ha deciso che il suo bar potesse essere accessibile solo a persone di genere femminile. È la polemica non è mancata: scopriamo il perché.
Una questione di (dis)parità di genere
Parlare di parità di genere aiuta a sensibilizzare su un tema di rilevanza internazionale. La mancanza di donne in molti luoghi di lavoro o la loro presenza numericamente inferiore costringe spesso a ripensare a modelli aziendali o imprenditoriali da parte delle autorità nazionali.
Dalle quote rose agli incentivi per le giovani donne, diversi sono i Paesi che si sono muniti di strumenti per reagire e incentivare le assunzioni femminili. Nel Paese l’80% circa degli uomini ha un lavoro retribuito, a fronte del 73% delle donne. In Germania il 4% dei lavoratori dipendenti ha un orario di lavoro retribuito molto lungo, con rispettivamente il 6% degli uomini e il 2% delle donne, una percentuale inferiore rispetto alla media Ocse del 10%.
Sapere che una giovane donna riesce ad aprire un bar gelateria, suo sogno a lungo coltivato, è una soddisfazione anche in Germania. Nonostante ciò, però, non sono mancate le polemiche per le decisioni che la proprietaria ha preso in merito all’accessibilità della clientela nel suo locale. “Sono sicura che le donne si sentano più a loro agio qui che altrove”, ha detto all’agenzia tedesca Bild Sumeja Zumberi. “Qui troveranno un posto sicuro dove rifugiarsi soprattutto coloro che hanno già avuto brutte esperienze e le mamme che allattano o che vengono con bambini.” Gli uomini possono comprare un gelato al bancone, ma non possono restare.
“Solo donne al bar”: è polemica
La studentessa è sostenuta dai genitori che vivono in Germania da 30 anni. La famiglia ha origini albanesi, del Kosovo. Suo padre si occupa delle finanze e delle assicurazioni, sua madre aiuta nel locale la figlia.
La gelateria può ospitare circa 30 posti a sedere. “Finora ho ricevuto solo feedback positivi da tutti”, ha spiegato la donna. Una cliente che viene spesso con le sue amiche o sorelle ha raccontato ai media locali che lì si sente a suo agio e può comportarsi naturalmente e in modo indisturbato.
Ma il fatto che gli uomini non ottengano un posto a “Baresha” ha creato polemiche: “Questa è pura esclusione del sesso opposto”, si legge nei commenti sui social. Oppure: “Ottima idea. Uno spazio sicuro per le donne non nuoce a nessuno e ci sono molti altri caffè”. Una donna ha scritto su Facebook: “Ho una brutta sensazione. Finora abbiamo vissuto in una società in cui uomini e donne potevano socializzare normalmente in un bar. Se ora viene introdotta la segregazione di genere, a mio parere è un passo nella direzione sbagliata”. “Perché una cosa del genere – si chiede un altro utente su Instagram – si chiama misoginia quando le donne vogliono solo stare sole?”.
L’attivista per i diritti delle donne Seyran Ateş, originaria di Istanbul, ha dichiarato alla Bild: “Trovo drammatico che questo movimento stia diventando sempre più forte. Intendo il movimento delle donne musulmane ortodosse e tradizionali che non hanno problemi con il patriarcato e l’apartheid di genere”. Mentre la direttrice dell’Associazione tedesca degli hotel e dei ristoranti Dehoga di Brema Nathalie Rübsteck ha sottolineato che a Gröpelingen vivono molte persone con un background migratorio e “penso che sia molto positivo che le donne abbiano uno spazio per scambiare idee tra loro”.