Nel dinamico mondo del venture capital europeo, un fenomeno sta guadagnando slancio con un vigore contagioso: le startup a guida femminile. Se negli ultimi anni il settore aveva faticato a rompere il soffitto di cristallo degli investimenti, ora sembra che il vento stia cambiando. Tra il 2014 e il 2023, la quota di investimenti nelle startup guidate da donne è balzata dal 5,4% al 9,6%, con un impressionante aumento del 77%. Questo incremento quasi raddoppia le cifre investite, portando la raccolta a 5,8 miliardi di euro nel 2023. Non è più solo un trend; è una vera e propria rivoluzione, e il continente europeo è pronto a dimostrarlo.
Le disparità regionali
Nonostante il trend positivo, le opportunità e il supporto per le startup femminili non sono distribuiti equamente in tutta Europa. I dati mostrano che la quota di investimenti nelle startup femminili varia notevolmente da un paese all’altro. In Lituania, le startup guidate da donne hanno ricevuto un impressionante 52,8% degli investimenti, un dato che colloca il paese baltico come un faro di supporto per l’imprenditoria femminile. In contrasto, in paesi come la Croazia e la Bosnia Erzegovina, le startup femminili ricevono solo l’0,7% degli investimenti, indicando una mancanza di infrastrutture e politiche di supporto per le imprenditrici, nonché una possibile carenza di accesso a reti di venture capital e risorse.
Questo contrasto regionale mette in luce le diverse fasi di sviluppo e le priorità economiche che caratterizzano i vari paesi. Nazioni come la Spagna, che guida il mercato con il 13,3% degli investimenti in startup femminili, hanno creato ambienti favorevoli attraverso incentivi governativi, programmi di accelerazione e una forte rete di investitori. La Spagna ha dimostrato come una combinazione di politiche pubbliche e iniziative private possa catalizzare il successo delle startup a guida femminile. L’Italia, con il 10,8% degli investimenti, rappresenta un esempio di successo relativo, ma mostra anche come il supporto possa variare notevolmente a livello regionale all’interno del paese stesso, con il Sud Italia che, nonostante una concentrazione significativa di imprese femminili, può soffrire di una carenza di risorse e infrastrutture rispetto al Nord.
La Germania, con l’8,8%, si trova invece indietro rispetto ai suoi principali concorrenti, suggerendo che anche nei mercati più sviluppati esistono disparità da colmare. Queste differenze indicano non solo variazioni nei livelli di supporto, ma anche nelle politiche e nei programmi di incentivo che i vari paesi adottano per promuovere l’imprenditoria femminile.
I settori in crescita, dal fintech alla salute
Le startup a guida femminile si stanno facendo notare in una serie di settori chiave, con un focus particolare su aree che promettono impatti significativi e duraturi. Durante il quadriennio 2019-2023, le startup fondate da donne hanno dimostrato una capacità straordinaria di innovare in ambiti cruciali, con il settore sanitario che si è imposto come il più prominente, ricevendo il 19,2% degli investimenti. Questo settore include una vasta gamma di iniziative, dalle tecnologie per la telemedicina e la salute digitale alle soluzioni biotecnologiche avanzate, rispondendo a una crescente domanda di cure più accessibili, personalizzate e sostenibili. Le startup in ambito sanitario non solo mirano a migliorare la qualità della vita dei pazienti, ma anche a rendere il sistema sanitario globale più resiliente e preparato ad affrontare emergenze future.
Subito dopo troviamo il fintech, che ha catturato il 18,5% degli investimenti, dimostrando come le donne stiano guidando l’evoluzione dei servizi finanziari con nuove tecnologie e approcci innovativi. Le startup femminili in questo campo stanno reinventando il modo in cui interagiamo con il denaro, introducendo soluzioni innovative per i pagamenti, la gestione delle finanze personali e l’inclusione finanziaria. Queste iniziative non solo migliorano l’efficienza e la trasparenza del sistema finanziario, ma promuovono anche una maggiore equità nell’accesso ai servizi bancari e finanziari, particolarmente in contesti in cui le tradizionali istituzioni finanziarie possono essere carenti.
Il settore dello sviluppo software completa il podio con il 12,7% degli investimenti, sottolineando l’importanza delle donne nel plasmare il futuro della tecnologia. Inoltre, quasi la metà degli investimenti nelle startup femminili è andata al Software as a Service (SaaS), seguita da un terzo per la manifattura e un quinto per i mercati e l’e-commerce. Questa diversificazione indica che le donne stanno non solo partecipando, ma anche guidando l’innovazione in vari ambiti, contribuendo a una trasformazione radicale delle industrie tradizionali e emergenti.
Il sogno degli unicorni
Il traguardo di diventare unicorno, ovvero una startup valutata oltre 1 miliardo di dollari, è sempre stato ambito nel mondo delle imprese tecnologiche. Nel 2023, l’Europa ha visto la nascita di 35 unicorni fondati da donne, un notevole aumento rispetto ai 14 unicorni femminili del 2019. Questo salto quantitativo non solo celebra il successo di queste imprese, ma riflette anche un cambiamento di paradigma nel venture capital, dove l’innovazione femminile sta guadagnando un riconoscimento sempre maggiore.
Le startup che raggiungono il livello di unicorno non sono solo le più innovative e promettenti, ma spesso guidano il cambiamento in settori chiave come il fintech, la salute digitale, e la tecnologia sostenibile. In particolare, il Regno Unito guida la carica con 15 unicorni fondati da donne, segnalando una forte concentrazione di capitale e supporto nel settore imprenditoriale femminile. La Germania, con 5 unicorni, e paesi come la Francia, l’Italia e la Svezia, con 3 ciascuno, mostrano come anche mercati relativamente più piccoli possano produrre imprese di grande valore.
La Francia, l’Italia e la Svezia vantano 3 unicorni ciascuno, dimostrando che anche i mercati relativamente più piccoli possono produrre successi notevoli. Questo panorama crescente di unicorni femminili non solo sottolinea la forza e la visione delle imprenditrici europee, ma suggerisce anche che il futuro dell’innovazione tecnologica è sempre più inclusivo e diversificato.
L’Italia tra successi e sfide culturali
In Italia, il percorso delle imprese femminili è caratterizzato da un mix di successi e sfide culturali. Nel 2023, erano registrate oltre 1,3 milioni di aziende al femminile, sebbene con una leggera diminuzione dello 0,9% rispetto all’anno precedente. Questi numeri rappresentano circa il 22% del totale del tessuto produttivo nazionale, evidenziando una presenza significativa, ma anche una certa stagnazione.
Il calo più marcato si è registrato nei settori del commercio, dell’agricoltura e della manifattura, mentre il 90,7% delle imprenditrici italiane opera nei servizi. Questo dato indica una concentrazione delle imprese femminili in settori tradizionalmente meno capital-intensive e innovativi. Inoltre, la distribuzione geografica delle imprese femminili è fortemente inclinata verso il Sud Italia, dove il 37% delle attività si trova, suggerendo che le opportunità di crescita sono diseguali tra le diverse regioni. Questo scenario riflette un deficit culturale e strutturale che limita il pieno potenziale delle imprenditrici italiane, evidenziando la necessità di politiche di supporto mirate e di un cambiamento culturale a lungo termine.
Il programma Women in Action
Per affrontare le sfide e promuovere l’imprenditoria femminile innovativa in Italia, è stato lanciato il programma Women in Action, sviluppato da LifeGate Way in collaborazione con Ventive. Questa iniziativa ha visto un grande successo nella sua prima edizione, con 118 candidature ricevute e 13 startup selezionate per il Women in Action Day dell’8 marzo 2024. Solo 7 di queste startup hanno avuto la possibilità di partecipare a un programma di accelerazione di 3 mesi, che ha incluso formazione intensiva, mentorship e coaching. Tra le startup selezionate, So.De si distingue per il suo innovativo modello di consegne a domicilio sostenibile a Milano, mentre Diamante si specializza in soluzioni terapeutiche avanzate per malattie autoimmuni. Altre realtà promettenti includono Empethy, che facilita l’adozione di animali domestici, e AmicoWC, un brevetto per sedute in bagno pulite e sostenibili per paraplegici. Queste iniziative dimostrano non solo la capacità di innovare delle imprenditrici italiane, ma anche l’impegno nel rispondere a bisogni sociali e ambientali attraverso soluzioni creative e sostenibili.
Il successo della prima edizione di Women in Action è stato sostenuto da una rete di sponsor e partner, tra cui Archiva Group, Barilla e molti altri. Tuttavia, il programma non si fermerà qui. La seconda edizione, che inizierà a ottobre 2024, presenterà un roadshow itinerante a bordo di un bus elettrico, che attraverserà le principali città italiane come Milano, Torino, Roma, Napoli e Bari. Questo roadshow avrà l’obiettivo di promuovere ulteriormente l’imprenditoria femminile, offrendo opportunità di networking e scambio di idee tra aziende, imprenditori, studenti e associazioni locali. La novità del roadshow rappresenta un passo importante verso una maggiore inclusività e un sostegno capillare alle imprenditrici in tutta Italia, contribuendo a costruire un ecosistema imprenditoriale più equo e dinamico. Con questi sviluppi, l’Europa e l’Italia stanno tracciando un percorso promettente verso un futuro in cui l’innovazione e il successo non conoscono confini di genere. La combinazione di una crescente consapevolezza e di politiche di supporto mirate potrebbe trasformare il panorama imprenditoriale italiano, creando un ambiente più fertile per l’innovazione e la crescita delle imprese al femminile.