Sostenibilità, la sfida delle imprese: “Impatto zero non esiste per il solo fatto che esistiamo”

All'evento Adnkronos Q&A ‘Trasformazione green, investimenti e strategie’, tenutosi questa mattina al Palazzo dell’Informazione, la strategia a lungo termine delle aziende
29 Ottobre 2024
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Foto Evento Trasformazione Green Primopanel Adn
Foto Evento Trasformazione Green - Primo panel Adnkronos

Un piano di risorse pubblico e privato impone alle aziende di rispettare degli obiettivi specifici. Uno di questi riguarda il tema della sostenibilità, non solo green, ma anche sociale e di governance. Far corrispondere alle parole i fatti e ai progetti l’attuazione concreta è la vera sfida del futuro. Un futuro che ha delle scadenze. Lo sanno bene gli attori coinvolti nell’evento Adnkronos Q&A ‘Trasformazione green, investimenti e strategie’, tenutosi questa mattina al Palazzo dell’Informazione di Roma, in Piazza Mastai.

Un panel dedicato alle aziende e ai privati che possono fare la differenza ha visto protagonisti, in un dialogo con il vicedirettore Adnkronos Fabio Insenga, Giangiacomo Pierini, Corporate Affairs & Sustainability Director Coca-Cola HBC Italia; Andrea Diamanti, Head of Wholesale Banking – ING Italia; Riccardo Piunti, presidente Conou; Lucia Fioravanti, Chief Corporate Affairs Officer del Polo Strategico Nazionale e Ada Rosa Balzan, Founder e Presidente di ARB SB.

Pierini (Coca-Cola HBC Italia): “Senza incentivi non c’è sostenibilità”

L’azienda ha deciso “di investire, ad esempio, sul riciclo – ha spiegato Giangiacomo Pierini, Corporate Affairs & Sustainability Director Coca-Cola HBC Italia -. Abbiamo 6 stabilimenti produttivi nel Paese in 5 Regioni e ovviamente gli investimenti in sostenibilità, che dal 2010 a quest’anno montano a mezzo miliardo di euro, si concentrano particolarmente sull’attività industriale: nuovi impianti, nuovi strumenti, nuovi sistemi, nuovi processi. L’area su cui ci siamo molto concentrati, in questo periodo, è proprio quella del packaging che è al 100% riciclabile perché abbiamo la plastica più nobile, il Pet, facilmente riutilizzabile, il vetro, l’alluminio. Si trattava di utilizzare sempre meno materia prima e anche, se possibile, di anticipare quelle tendenze che la normativa europea, che poi nell’ambito ambientale guida la normativa nazionale, ci imponeva”.

A tale proposito “abbiamo fatto una cosa, anticipando i tempi, che i consumatori odiano, ma che l’Europa ci chiede di fare – ha sottolineato Pierini – i famosi tappi collegati alle bottiglie che, tra l’altro, vanno a mettere più plastica di prima. Ma è una scelta europea, alla quale ci siamo adeguati. Abbiamo poi tolto i colori dai nostri prodotti e lavorato sulla sensibilizzazione dei consumatori sulla sicurezza dei prodotti alimentari”.

Poi il grande tema degli incentivi: “Il nostro non è un settore incentivato, non possiamo lamentarci dei tagli – ha ironizzato Pierini -. Leggere che ci sarà un’altra tassazione che aumenterà la fiscalità per i privati fino al 28% ci preoccupa. Le parole del ministro Tajani che auspicano un cambiamento ci fanno sperare, ma se siamo in difficoltà noi, immagino i problemi per le Piccole e medie imprese che rappresentano oltre il 60% dell’economia del Paese. Senza fondi non ci saranno incentivi e senza incentivi non è possibile puntare alla realizzazione della sostenibilità richiesta”.

Piunti (Conou): “Ci guardano come esempio dal Sud del Mondo”

Proprio su questo tema dei fondi, si è espresso anche Riccardo Piunti, presidente Conou (Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati), che ha sottolineato quanto i traguardi raggiunti siano frutto del lavoro interno e dei fondi del Consorzio stesso. “L’Italia ha una storia di oltre quarant’anni sugli oli minerali usati, ma è spesso difficile spiegare all’esterno cosa facciamo”, ha spiegato Piunti. Rigenerazione e economia circolare potrebbero essere le parole che riassumono al meglio il lavoro del Consorzio, all’interno del quale “l’economia circolare è totale, perché raccogliamo tutto l’olio minerale usato e lo rigeneriamo al 98%. È il risultato di un modello organizzativo straordinario che nasce 40 anni fa dalla cooperazione fra le aziende, principalmente aziende petrolifere di lubrificanti, sulla base dell’idea, che ‘chi inquina paga’, poi diventata responsabilità del produttore”.

Nella rigenerazione “l’Europa è al 61%, quindi un 40% dell’olio viene bruciato. In Italia invece è praticamente zero – sottolinea Piunti – E questo accade nonostante l’Europa abbia stabilito che la rigenerazione è la cosa migliore che si possa fare dal punto di vista ambientale, ma la stessa Europa è sempre stata molto tiepida nel fissare degli standard. Pensate che anche i tassi di raccolta ufficiali che dà l’Europa in uno studio del 2023 sono l’82%: e l’altro 18% dove va? Sono 500 mila tonnellate. Quindi hanno ribadito l’importanza di modelli circolari come quelli italiani, ma non hanno più forzato la mano e forse c’è qualche interesse dietro, qualche lobby, abituato a bruciare l’olio usato”.

La vittoria del Consorzio? “Aziende petrolifere al Sud del Mondo ci chiedono di spiegargli il nostro modello. Questo è un traguardo del quale andiamo fieri perché abbiamo l’obbligo, come Europa, di trainare anche quei Paesi che non hanno avuto la nostra stessa capacità e successo”.

Fioravanti (Polo Strategico Nazionale): “Aiutare la Pa ad affrontare invecchiamento popolazione”

La sostenibilità deve affrontare anche la sfida della denatalità. A spiegarlo con chiarezza è stata Lucia Fioravanti, Chief Corporate Affairs Officer del Polo Strategico Nazionale che ha sottolineato come “l’invecchiamento della popolazione che sarà sempre più over 65 ci impone di accompagnare alla digitalizzazione fasce di popolazione sempre più anziane”. È per questo motivo che il Polo Strategico Nazionale ha un ruolo di prim’ordine: “accompagnare l’amministrazione pubblica nel cloud e diventare digitale, ma con un approccio sociale”. L’obiettivo? “Parlare meno di tecnologie in quanto tali e parlare di più della logica dei servizi”.

Non solo digitale, quindi, ma al centro della sfida della transizione della Pa c’è anche la soddisfazione delle esigenze delle persone. La strategia futura a lungo termine? “Vogliamo abilitare l’innovazione e la trasformazione digitale italiana attraverso la gestione sicura dei dati e dei servizi della Pubblica Amministrazione. La multicanalità sarà la sfida: creare presupposti più nobili l’obiettivo finale”.

Diamanti (ING Italia): “Lavorare con gli occhiali della sostenibilità e ottimizzare le sue lenti”

Quando mancano fondi e finanziamenti pubblici è al mondo delle banche che ci rivolge. Il wholesale banking è la fornitura di servizi rivolta a clienti o organizzazioni di grandi dimensioni come aziende di finanziamento del commercio internazionale, istituzioni, enti/agenzie governative. A spiegare la sfida del settore nell’ambito della sostenibilità è Andrea Diamanti, Head of Wholesale Banking di ING Italia. “ING pubblica un report (Climate Progress Update 2024, ndr) che è l’aggiornamento relativo agli impegni intrapresi per contrastare il cambiamento climatico e che mostra come ci impegniamo con i nostri clienti per aiutarli nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Include anche i progressi relativi al nostro approccio ‘‘Terra’’ nel guidare i settori a più alta intensità di carbonio nel nostro portafoglio prestiti verso gli obiettivi climatici globali. Come banca, il modo più efficace che abbiamo per contribuire alla transizione è attraverso il finanziamento: lavorare con i clienti sui loro piani di transizione verso il net zero finanziando le tecnologie e le soluzioni necessarie per un futuro sostenibile. E poiché la transizione globale deve includere tutti, stiamo anche trovando nuovi modi per consentire alle persone di rimanere un passo avanti rispetto ai cambiamenti climatici. L’Italia resta un partner strategico in questo ambito e i giovani il motore del nostro lavoro. Sentono forte la necessità di confrontarsi e speriamo guardino a noi con gli occhiali della sostenibilità, ma con una lente pronta per l’ottimizzazione quotidiana”.

Balzan (ARB SB): “L’impatto zero non può esistere per il solo fatto che esistiamo noi”

La direzione della sostenibilità non è priva di rischi. Perché? “L’impatto zero non può esistere per il solo fatto che esistiamo noi”, ha sottolineato Ada Rosa Balzan, Founder e Presidente di ARB SB -. Combattere il green washing e politiche di inganno è la sfida. Capire, costruire e comunicare la sostenibilità è l’obiettivo”. In quest’ottica le aziende hanno un ruolo fondamentale perché spesso i messaggi divulgati e le informazioni sui propri prodotti mancano di chiarezza e trasparenza.

Il 6 marzo 2024 è stata pubblicata in Gazzetta la Direttiva europea 2024/825 che riguarda la responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde mediante il miglioramento della tutela dalle pratiche sleali e dell’informazione. “La direttiva pone una serie di divieti e di obblighi generici di trasparenza in materia di claims ambientali e di sostenibilità. Ma un conto sono gli obblighi di legge e un conto gli obblighi/opportunità di mercato. Il rischio è che la misinformazione e la disinformazione gravino sulla reputazione dei manager”.

I servizi di consulenza sullo sviluppo sostenibile di ARB SB si occupa del settore terziario. La stessa Ada Rosa Balzan è anche responsabile sostenibilità di Federturismo: “Non si parla di ecoturismo, ma di turismo sostenibile – ha aggiunto -. Il 64% delle persone cerca esperienze di questo tipo ed è disposta a pagare di più per averle. L’Italia può e deve dire la sua in questo ambito”.

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