Il settore del trasporto marittimo riveste un ruolo fondamentale per l’economia europea, garantendo la continuità del commercio, la crescita economica, la sicurezza energetica e la creazione di posti di lavoro. Tuttavia, l’aumento della domanda di trasporto marittimo ha generato impatti ambientali significativi, che spaziano dalle emissioni di gas serra e inquinanti atmosferici fino all’inquinamento idrico e acustico. Secondo l’European Maritime Transport Environmental Report 2025, redatto dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) e dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima (EMSA), il settore ha compiuto alcuni progressi in termini di sostenibilità, ma la riduzione delle emissioni e la protezione degli ecosistemi marini restano sfide prioritarie.
Le emissioni di CO2 del settore marittimo rappresentano il 3-4% delle emissioni complessive dell’eE, un valore che necessita di una drastica riduzione per rispettare gli obiettivi climatici europei. Inoltre, le emissioni di metano sono più che raddoppiate tra il 2018 e il 2023, contribuendo per il 26% alle emissioni totali di metano del settore nel 2022. Oltre ai gas serra, l’inquinamento atmosferico derivante dagli ossidi di zolfo (SOx) e di azoto (NOx) continua a rappresentare un problema, con un incremento del 10% delle emissioni di NOx tra il 2015 e il 2023.
L’inquinamento marino legato al trasporto navale, seppur in lieve miglioramento, resta una minaccia per la biodiversità marina. Perdite di container contenenti materiali plastici, sversamenti di oli e il rilascio di acque reflue dalle navi incidono negativamente sugli ecosistemi costieri. Sebbene i rifiuti marini derivanti dalla pesca e dalla navigazione si siano dimezzati nell’ultimo decennio, il problema è ancora lungi dall’essere risolto. Inoltre, l’inquinamento acustico sottomarino compromette la salute della fauna marina, in particolare in aree critiche come il Canale della Manica, il Mar Adriatico e il Mar Baltico.
Le misure dell’Ue per la decarbonizzazione del trasporto marittimo
Per accelerare la transizione verso un trasporto marittimo più sostenibile, l’Unione Europea ha introdotto nuove misure legislative e strumenti finanziari volti a ridurre l’impatto ambientale del settore. Uno dei principali sviluppi è l’inclusione del trasporto marittimo nel Sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue, che dal 2024 impone alle compagnie di navigazione di compensare le loro emissioni di CO2 attraverso l’acquisto di crediti di carbonio. I proventi di questo sistema confluiscono nell’Innovation Fund, un fondo che finanzia oltre 300 progetti legati alle tecnologie low-carbon per la navigazione.
Parallelamente, con il 2025 entra in vigore il Regolamento FuelEU Maritime, che stabilisce limiti di intensità delle emissioni di gas serra per i carburanti utilizzati a bordo delle navi. Questa misura incentiverà l’adozione di carburanti alternativi e soluzioni di propulsione più pulite. Tuttavia, la produzione di questi carburanti è ancora limitata, rendendo necessario un significativo aumento degli investimenti per soddisfare la domanda futura. Anche la formazione dei marittimi sulle nuove tecnologie di decarbonizzazione sarà essenziale per garantire una transizione efficace.
La Strategia europea per la resilienza idrica, annunciata dalla Commissaria all’Ambiente Jessika Roswall, punta a un approccio “dalla fonte al mare” per affrontare la gestione dell’acqua in modo integrato. Questo implica una migliore regolamentazione delle attività a terra e in mare, al fine di ridurre l’inquinamento e garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche.
Sfide e opportunità per un trasporto marittimo sostenibile
Nonostante gli sforzi normativi e tecnologici, la transizione verso un trasporto marittimo sostenibile presenta diverse sfide. Tra le più rilevanti vi è la necessità di ridurre ulteriormente l’uso di combustibili fossili. Sebbene le emissioni di ossidi di zolfo siano diminuite del 70% dal 2014 grazie all’introduzione delle Sulphur Emission Control Areas nel Nord Europa, l’espansione di queste zone al Mediterraneo (maggio 2025) e al Nord-Est Atlantico sarà cruciale per un ulteriore abbattimento degli inquinanti atmosferici.
L’adozione di tecnologie per la riduzione del rumore sottomarino potrebbe abbattere l’inquinamento acustico fino al 70% entro il 2050, riducendo l’impatto sulle specie marine sensibili. Inoltre, il settore deve affrontare la questione delle specie aliene invasive, responsabili del 60% delle nuove introduzioni in Europa a causa del trasporto marittimo. L’attuazione della Convenzione per la Gestione delle Acque di Zavorra ha portato a un aumento delle navi certificate (31%) e dei sistemi di trattamento conformi (23%) entro il 2023, ma occorre intensificare gli sforzi per una piena applicazione.
Infine, la crescita della navigazione nelle aree protette è una fonte di preoccupazione: l’intensificazione del traffico marittimo ha incrementato il rischio di collisioni con animali marini nelle aree Natura 2000, tra il 2017 e il 2022. Migliorare la pianificazione delle rotte e implementare sistemi di rilevamento avanzati potrà ridurre significativamente il numero di incidenti.
Il trasporto marittimo europeo si trova a un punto di svolta cruciale. Gli impegni per la riduzione delle emissioni, l’adozione di carburanti alternativi e il miglioramento delle pratiche portuali e di navigazione rappresentano passi fondamentali verso una maggiore sostenibilità. Tuttavia, è necessario un maggiore impegno da parte delle istituzioni, delle aziende e dei cittadini per garantire una transizione efficace. Come sottolineato da Maja Markovčić Kostelac, direttrice dell’EMSA, la digitalizzazione e le tecnologie avanzate offriranno nuove opportunità per una transizione verde del settore marittimo.