Italia ciclabile? Sì, ma a velocità ridotta

Più e-bike e ciclabili nei capoluoghi, ma usi quotidiani ancora marginali: il punto su come (e dove) l’Italia pedala davvero in occasione della Giornata Mondiale della Bicicletta
3 Giugno 2025
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Italia In Bicicletta, Il 3 Giugno Si Celebra La Giornata Mondiale

Ogni giorno in Europa milioni di persone vanno al lavoro in bicicletta. Lo fanno attraversando città con infrastrutture dedicate, precedenze chiare, parcheggi sicuri. In Italia, invece, chi sceglie la bici spesso si muove tra auto parcheggiate in doppia fila, marciapiedi interrotti e corsie improvvisate. Eppure, le biciclette si vendono, le e-bike si diffondono, le piste aumentano. Ma qualcosa continua a mancare.

Oggi, 3 giugno, si celebra la Giornata Mondiale della Bicicletta, istituita dalle Nazioni Unite per ricordare il ruolo fondamentale di questo mezzo nella mobilità sostenibile. È l’occasione per chiedersi: quanto sta davvero cambiando la mobilità ciclabile in Italia? I dati del 21° Rapporto Isfort (Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti) sulla mobilità tracciano un quadro fatto di contrasti — tra crescita e rallentamenti, tra nord e sud, tra potenziale e realtà.

E-bike in crescita, ma il settore frena

Il mercato della bicicletta in Italia si trova in una fase di transizione. Nel 2023 sono state prodotte circa 1.685.000 biciclette, in calo del 29,4% rispetto al 2022 e del 42% rispetto al picco post-pandemia del 2021. La flessione ha colpito sia le biciclette tradizionali che quelle elettriche. Si tratta del dato più basso dell’ultimo decennio, e segnala una contrazione generalizzata dell’intero comparto produttivo.

Allo stesso tempo, però, cambia la composizione delle vendite. Le bici a pedalata assistita – e-bike – rappresentano oggi una quota significativa: una su cinque tra quelle vendute in Italia. Nel 2023 sono state acquistate 273.000 e-bike, mentre le biciclette tradizionali hanno raggiunto quota 1.090.000. Il dato conferma una tendenza: l’elettrificazione della mobilità leggera si sta consolidando, spinta dalla domanda urbana e dalla crescente diffusione nei servizi di sharing.

Anche sul mercato interno si registrano segnali positivi: l’80,9% delle bici prodotte è stato venduto nel Paese, la percentuale più alta degli ultimi dieci anni. Ma la tenuta della domanda interna non è sufficiente a invertire una dinamica complessiva di rallentamento.

La mappa della ciclabilità urbana

Parallelamente, il tema delle infrastrutture continua a essere centrale. Secondo i dati raccolti da Isfort e Istat, nel 2022 la densità media delle piste ciclabili nei Comuni capoluogo di provincia o città metropolitana è arrivata a 27,9 km per 100 km². Un dato in lieve aumento rispetto all’anno precedente, che conferma però una profonda disomogeneità a livello territoriale.

Nel Nord Italia la densità è pari a 66 km/100 km², nel Centro 18,3 km e nel Mezzogiorno appena 6,5 km. Le città con la maggiore dotazione sono Milano e Torino (entrambe oltre i 170 km/100 km²), seguite da Bologna (121 km) e Firenze (88 km). In coda si trovano Messina e Reggio Calabria, entrambe sotto i 5 km. Tra il 2021 e il 2022, le percentuali di crescita sono state più alte al Centro e al Sud, ma l’espansione in termini assoluti continua a concentrarsi nel Settentrione.

Il quadro è completato dai dati sulle politiche di regolazione del traffico. Le aree pedonali sono in aumento in quasi tutto il Paese, ma le Zone 30 e le ZTL registrano ancora dinamiche irregolari, con un Nord più strutturato e un Sud che fatica ad adottare misure sistemiche di limitazione della circolazione automobilistica.

La bici nella mobilità quotidiana

Nonostante le vendite consistenti, l’utilizzo quotidiano della bicicletta in Italia rimane limitato. Sempre secondo Isfort, nel 2023 solo l’1,3% degli spostamenti quotidiani è stato effettuato in bici. Il dato resta stabile negli anni e mostra come, a fronte di una disponibilità crescente di mezzi, l’uso effettivo resti marginale rispetto ad altri paesi europei.

La distanza è netta: a Copenaghen oltre il 40% degli spostamenti urbani avviene su due ruote; a Parigi si sfiora il 15%; nei Paesi Bassi, la bici è il principale mezzo di trasporto in molte città. In Italia, invece, si pedala ancora troppo poco — soprattutto per mancanza di sicurezza percepita, infrastrutture continue e collegamenti con i nodi di scambio modale.

Ci sono però segnali di cambiamento. Città come Bologna, Reggio Emilia, Bolzano e Firenze mostrano tassi di utilizzo superiori alla media, grazie a piani urbani orientati alla ciclabilità, zone a traffico calmierato, incentivi per gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro. Progetti come “ComuniCiclabili” della Fiab, attivi anche nel Mezzogiorno, puntano a colmare il divario territoriale e a inserire la bicicletta in una visione di mobilità integrata.

La bicicletta come spazio sociale

Negli ultimi anni la bicicletta ha assunto anche un ruolo culturale e simbolico. Non è più soltanto un mezzo economico o sportivo, ma uno strumento che parla di ambiente, città, identità. Eventi come la World Naked Bike Ride, che si tiene anche in alcune città italiane, utilizzano la bici per sensibilizzare su temi globali come il cambiamento climatico e la sicurezza stradale.

Allo stesso tempo, la bicicletta entra nel linguaggio visivo del nostro tempo: dalle campagne pubblicitarie agli influencer, fino ai red carpet, come nel caso dell’attore Timothée Chalamet, arrivato a un evento in e-bike.

Anche in ambito sportivo si sviluppano nuove forme di attivismo: la mountain bike diventa veicolo di educazione ambientale, connessione con il territorio e promozione del turismo sostenibile. Sono segnali di una trasformazione che va oltre i numeri, e che restituisce alla bicicletta un ruolo pieno nella vita urbana contemporanea.

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