Ferrari introdurrà nel 2026 il suo primo modello completamente elettrico. Si chiamerà Elettrica e sarà prodotta nel nuovo stabilimento di Maranello dedicato ai sistemi di propulsione a batteria. Per il marchio è un passaggio strategico e culturale di rilievo, frutto di anni di ricerca e di una scelta di tempistiche autonome rispetto ai trend del settore. L’azienda entra nel mercato dell’elettrico con un approccio selettivo: lo sviluppo del sistema di trazione è interamente interno, senza ricorso a piattaforme condivise o componenti standardizzati. L’obiettivo è mantenere la differenziazione tecnica e il margine industriale che caratterizzano la produzione Ferrari.
Il progetto si inserisce nel piano “Ferrari 2030”, che prevede una gamma composta per circa 40% da modelli ibridi, 20% elettrici e 40% a combustione interna. È una revisione rispetto ai piani annunciati nel 2022, quando la quota di veicoli elettrici prevista per il 2030 era più elevata. L’amministratore delegato Benedetto Vigna ha chiarito che “l’elettrificazione è una delle vie per raggiungere la performance, non un fine”, una formula che sintetizza la posizione dell’azienda: l’innovazione è strumentale alla qualità di guida, non un obiettivo imposto dalle normative.
Ferrari non ha ancora comunicato il prezzo di listino, ma ha confermato che l’Elettrica sarà prodotta in numeri limitati e posizionata nella fascia più alta della gamma. L’approccio è coerente con la filosofia del marchio: crescita tecnologica senza aumento dei volumi, a tutela dell’esclusività e della redditività.
Un progetto interamente sviluppato a Maranello
La Elettrica è il primo modello Ferrari progettato e costruito in una struttura dedicata alla propulsione elettrica. Il nuovo E-Building, operativo dal 2024, ospita la produzione di motori elettrici, inverter e pacchi batteria. Ferrari ha scelto di realizzare internamente tutti i componenti principali, con l’obiettivo di preservare il controllo sulle tecnologie chiave e di evitare dipendenze da fornitori esterni.
Il sistema di trazione impiega quattro motori elettrici sincroni a magneti permanenti, uno per ruota, coordinati da un software proprietario che gestisce la distribuzione della coppia in tempo reale. La potenza complessiva dichiarata supera i 1.000 cavalli e consente prestazioni comparabili a quelle delle supercar termiche più recenti.
Secondo le specifiche pubblicate sul sito ufficiale Ferrari, l’Elettrica accelera da 0 a 100 km/h in circa 2,5 secondi e raggiunge una velocità massima di 310 km/h. L’autonomia dichiarata supera i 530 chilometri, un valore che posiziona il modello nella fascia alta del mercato anche sul piano dell’efficienza energetica.
Il pacco batterie, da circa 100 kWh, utilizza celle fornite da produttori europei, ma l’assemblaggio e l’integrazione strutturale avvengono a Maranello. È parte integrante del telaio, una soluzione che aumenta la rigidità torsionale e ottimizza la distribuzione dei pesi. Ferrari non ha diffuso dati ufficiali su peso o tempi di ricarica, ma ha confermato l’adozione di un’architettura ad alta tensione, progettata per garantire prestazioni costanti anche in condizioni di utilizzo intenso.
La vettura è una gran turismo a quattro posti con impostazione sportiva, passo compatto e baricentro basso. Il design segue criteri aerodinamici funzionali: prese d’aria attive per il raffreddamento dei motori e flussi ottimizzati per la dissipazione termica. L’abitacolo introduce un’interfaccia digitale sviluppata internamente, mantenendo però la disposizione orientata al guidatore tipica dei modelli Ferrari.
Il valore industriale della transizione
L’introduzione dell’elettrico rappresenta anche una trasformazione produttiva. Con l’E-Building, Ferrari ha creato una struttura in grado di gestire internamente tutte le fasi di progettazione e assemblaggio delle propulsioni elettriche, dall’elettronica di potenza al software di controllo. L’azienda ha avviato un programma di formazione che coinvolge centinaia di tecnici e ingegneri provenienti dai reparti termici, convertiti alle nuove competenze digitali e meccatroniche.
Parallelamente, Ferrari collabora con università e centri di ricerca italiani, tra cui l’Università di Modena e il Politecnico di Milano, per sviluppare soluzioni avanzate nel campo dell’elettronica e della gestione termica delle batterie. L’obiettivo è consolidare in Italia un polo di eccellenza dedicato alla mobilità elettrica di alta gamma.
La casa di Maranello non ha comunicato i volumi produttivi massimi del nuovo impianto, ma analisti e fonti industriali stimano una capacità intorno ai 20 mila veicoli l’anno, comprendendo modelli termici, ibridi ed elettrici. L’approccio resta prudente: Ferrari punta a mantenere la produzione al di sotto di questa soglia per salvaguardare il valore dei modelli.
Sul piano economico, l’azienda conferma una redditività operativa superiore al 25% e obiettivi di ricavi oltre i 9 miliardi di euro entro il 2030, coerenti con la strategia di crescita a margine elevato già avviata negli ultimi esercizi.
Questa verticalizzazione tecnologica distingue Ferrari da gran parte dell’industria automobilistica europea, che si orienta su piattaforme condivise e partnership con produttori esterni di batterie. A Maranello la transizione è trattata come un’evoluzione industriale autonoma, non come una reazione regolatoria.
Il posizionamento nel mercato globale
L’Elettrica entrerà in un segmento già competitivo, accanto a modelli come Porsche Taycan, Rimac Nevera e Lotus Evija, ma la strategia Ferrari si fonda su una logica diversa: non rincorrere i record di autonomia o potenza, bensì tradurre nell’elettrico le caratteristiche distintive del marchio — risposta immediata, controllo dinamico, qualità costruttiva.
Le prestazioni ufficiali — oltre 1.000 cavalli, 0–100 in 2,5 secondi, velocità massima di 310 km/h — collocano la vettura nella fascia più alta del mercato, ma il suo ruolo è soprattutto strategico. Serve a testare la capacità dell’azienda di trasferire nel mondo elettrico la propria filosofia ingegneristica e di preservare la redditività in un contesto normativo in evoluzione.
Ferrari gode tuttora delle deroghe europee per i produttori a basso volume, ma il divieto alla vendita di nuovi motori termici dal 2035 impone la definizione di scenari a lungo termine. In parallelo allo sviluppo dell’elettrico, la casa continua a investire nella ricerca sui carburanti sintetici insieme a Shell e altri partner tecnologici, con l’obiettivo di mantenere una quota di modelli a combustione anche oltre la soglia normativa.
Per ora, la Elettrica rappresenta l’inizio di un percorso più che una svolta radicale. È il primo esempio concreto di come Ferrari intenda affrontare la transizione tecnologica con le proprie regole, puntando su integrazione verticale, competenze proprietarie e controllo diretto della filiera. Non una conversione, ma un’estensione coerente di un metodo industriale che, anche nell’era elettrica, resta costruito intorno all’idea di precisione e autonomia.