Quando Leonardo da Vinci disegnò l’Uomo Vitruviano, immaginava un’armonia tra scienza, arte e natura, una perfezione matematica che metteva l’essere umano al centro dell’universo. Oggi l’Italia dimostra di poter riportare quell’armonia anche nel mondo dell’intelligenza artificiale, creando un modello di ragionamento avanzato che non solo compete con i giganti globali, ma lo fa con una visione sostenibile e radicata nel Made in Italy, con Vitruvian-1. Vitruvian-1, o V1 per gli amici, è un modello di AI sviluppato dalla startup innovativa ASC27, un’eccellenza tutta italiana che ambisce a posizionare l’Europa tra i protagonisti dell’AI globale.
Ma cosa rende davvero speciale V1? A differenza dei chatbot tradizionali, Vitruvian-1 non si limita a rispondere a domande semplici, ma è stato progettato per affrontare problemi complessi, ragionare su questioni di matematica, fisica, chimica e medicina e fornire soluzioni precise a domande strutturate, con una logica simile a quella umana. Il suo sviluppo si basa su un approccio data-centric, con un allenamento continuo su un corpus multilingue di alta qualità da 120 miliardi di token, una strategia che lo rende versatile e capace di ragionamenti articolati.
Un’alternativa sostenibile ai giganti dell’AI
L’Italia non è nuova a rivoluzioni tecnologiche. Dalla radio di Guglielmo Marconi al personal computer di Olivetti, il nostro Paese ha sempre saputo innovare, combinando creatività e ingegno. Oggi, ASC27 prosegue questa tradizione con una visione sostenibile dell’AI. Vitruvian-1 si distingue per la sua efficienza computazionale: con soli 14 miliardi di parametri, è progettato per offrire prestazioni elevate senza la necessità di infrastrutture mastodontiche, un dettaglio che lo rende particolarmente accessibile per le imprese europee.
Mentre i giganti dell’intelligenza artificiale come OpenAI, Google e Meta sviluppano modelli sempre più grandi, con costi energetici esorbitanti e un impatto ambientale crescente, ASC27 ha scelto una strada diversa, puntando sulla qualità piuttosto che sulla quantità: un equilibrio tra innovazione tecnologica e sostenibilità, puntando su un modello più efficiente e meno dispendioso in termini di risorse rispetto ai colossi statunitensi e cinesi. Vitruvian-1 è stato progettato per essere efficiente, riducendo il consumo di energia senza compromettere le prestazioni. Questo è stato reso possibile grazie a un’ottimizzazione delle risorse computazionali e a una riduzione degli sprechi nell’addestramento del modello.
Questa scelta non è solo un vantaggio economico, ma rappresenta anche un passo avanti in termini di sostenibilità: meno energia consumata significa minore impatto ambientale, un aspetto cruciale in un’epoca in cui l’AI viene spesso criticata per il suo elevato costo ecologico.
Vitruvian-1 non è solo un modello di AI di alta gamma, è anche un esempio di come l’Europa possa costruire strumenti digitali autonomi e performanti senza dover dipendere da aziende extraeuropee. Infatti, il modello è stato addestrato su un corpus multilingue di alta qualità, con particolare attenzione alle lingue europee, permettendogli di gestire con disinvoltura testi e domande in italiano, francese, tedesco, spagnolo e molte altre lingue. Questo approccio lo rende uno strumento strategico non solo per l’industria, ma anche per le istituzioni europee, che sempre più spesso si interrogano su come garantire la sovranità digitale del continente.
L’addestramento di Vitruvian-1 è stato reso possibile grazie a una raffinata pipeline che combina traduzioni di qualità e tecniche di distillazione del ragionamento, migliorando progressivamente la capacità del modello di affrontare domande complesse. In particolare, ASC27 ha adottato una strategia di “difficulty-aware question diversification”, ossia un sistema che genera domande sempre più difficili per affinare il processo di apprendimento del modello. Questo metodo permette a Vitruvian-1 di sviluppare una logica più raffinata rispetto ai modelli che si basano esclusivamente sull’accumulo di informazioni. Ma il vero punto di forza di questo modello è la sua capacità di ragionamento: non si limita a restituire risposte preconfezionate, ma riesce a elaborare percorsi logici, valutare scenari differenti e trarre conclusioni coerenti. Questo lo rende ideale per applicazioni in settori chiave come la medicina, la ricerca scientifica e l’automazione industriale, dove la capacità di ragionamento può fare la differenza tra una semplice assistenza digitale e un vero e proprio supporto decisionale.
Il ruolo dell’Italia nella corsa all’AI
Nicola Grandis, CEO di ASC27, non ha dubbi sull’importanza di questo progetto: “Vitruvian-1 posiziona l’Italia e l’Europa dove devono trovarsi, tra i protagonisti nella costruzione di modelli ad altissime prestazioni”. Il riferimento all’Uomo Vitruviano non è casuale: così come Leonardo cercava l’equilibrio perfetto tra scienza e umanesimo, V1 vuole essere un punto di incontro tra innovazione tecnologica e sostenibilità.
Anche il sottosegretario con delega all’Innovazione, Alessio Butti, ha sottolineato la necessità di investire in tecnologie avanzate che non siano solo all’avanguardia, ma che rispettino anche il contesto europeo e italiano. Questo significa creare un’AI che non sia semplicemente una replica dei modelli americani o cinesi, ma che si integri con le esigenze culturali, linguistiche ed economiche del nostro continente. Un’AI che non solo comprenda l’italiano, ma che sia progettata con la nostra mentalità, capace di risolvere problemi specifici delle imprese e delle istituzioni europee.
V1 è solo l’inizio di un percorso che promette di rivoluzionare il settore. ASC27 sta già lavorando a nuovi modelli con dimensioni e capacità differenti, con l’obiettivo di fornire un’opzione accessibile e altamente performante per le imprese europee. Con una waiting-list già attiva e una prossima apertura a soluzioni API a pagamento per le aziende, Vitruvian-1 potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’AI Made in Italy. Ma il vero valore di questa innovazione non risiede solo nella tecnologia in sé, bensì nel messaggio che trasmette: l’Italia non è solo un osservatore della rivoluzione dell’intelligenza artificiale, ma un attore protagonista, capace di coniugare eccellenza scientifica e sostenibilità, in perfetto equilibrio vitruviano.