La montagna più alta della Germania scomparirà entro i prossimi 50 anni

L’allarme dalla Carovana dei Ghiacciai di Legambiente
1 Settembre 2025
4 minuti di lettura
Zugspitze Montagna Germania Canva
Zugspitze, la montagna più alta della Germania (Canva)

La montagna più alta della Germania scomparirà entro i prossimi 50 anni. A darne il triste annuncio è Legambiente, con la campagna Carovana dei Ghiacciai, dalle quali analisi è emerso che il Zugspitze, il monte alto 2.962 metri sul livello del mare, vive una degradazione costante. Ad erodersi è il permafrost, cioè il terreno o roccia ghiacciata che si forma per almeno due cicli stagionali consecutivi. La fusione sempre più accelerata della montagna mostra quanto corra veloce la crisi climatica, anche sulle vette della Germania.

Addio permafrost sulla Zugspitze

Dalle osservazioni fatte sul campo dal team di Carovana dei Ghiacciai e dai dati scientifici pubblicati dai ricercatori del laboratorio “Schneefernerhaus”, è emerso che sullo Zugspitze il permafrost si sta degradando a ritmi preoccupanti e che entro i prossimi 50 anni scomparirà del tutto, aprendo scenari preoccupanti per quanto riguarda l’instabilità della montagna.

“Preoccupa anche lo stato di salute degli ultimi ghiacciai presenti in Germania – scrivono nel report -. Sorvegliato speciale il ghiacciaio dello Schneeferner settentrionale sempre più sofferente a causa della crisi climatica: tra il 1980 e il 2023 si è più che dimezzato come area e dal 2007 al 2022 ha ridotto il suo spessore da 52 metri a 20 metri nella parte centrale. Di questo passo, entro il 2030 il ghiacciaio si ridurrà a poche placche ed è probabile che la sua estinzione avvenga entro il 2050”.

Il ghiacciaio Schneeferner meridionale, dall’altro lato, è stato declassato nel 2022 a glacionevato. Unica buona notizia riguarda il ghiacciaio Höllentalferner, che come quello italiano del Montasio, in Friuli Venezia Giulia, resiste ancora con tenacia, “poiché alimentato da valanghe e protetto dalla radiazione solare dalle imponenti pareti rocciose circostanti”.

La Carovana dei Ghiacciai ha raggiunto la sua quarta tappa. Da sei anni monitorata le vette alpine in collaborazione con Cipra Italia e Fondazione Glaciologica italiana, che per la prima volta ha fatto tappa in Germania visitando la stazione di ricerca sull’ambiente montano “Schneefernerhaus”, sullo Zugspitze.

A guidare la spedizione è stato Michael Krautblatter, professore dell’Università di Monaco ed esperto in fenomeni franosi. Per l’occasione, Legambiente ha avuto la possibilità di visitare questa stazione di ricerca e soprattutto di percorrere il tunnel all’interno dello Zugspitze, constatando in prima persona il processo di degradazione del permafrost.

Appello all’Europa

L’associazione ambientalista si rivolge alla Germania, nella richiesta di un monitoraggio costante della zona montuosa analizzata e all’Europa, alla quale indirizza un appello chiedendo di avviare subito un “monitoraggio coordinato, seguendo l’esempio dello Schneefernerhaus, centro di ricerca considerato un fiore all’occhiello a livello mondiale. Solo con una rete scientifica comune e una reale collaborazione tra Paesi europei sarà possibile affrontare una crisi che non conosce confini. Non dimentichiamo – ricorda Carovana dei ghiacciai di Legambiente -, che anche in Italia si stanno avviando preziosi studi sul degrado del permafrost come quelli del Cnr/Irpi, delle Arpa e di altre università ed enti di ricerca che offrono un contributo fondamentale alla riduzione dei rischi naturali”.

“Per la prima volta la Carovana dei Ghiacciai – ha commentato Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di Cipra Italia – ha fatto tappa in Germania per osservare da vicino gli ultimi ghiacciai destinati a scomparire a breve, insieme al permafrost, il terreno ghiacciato che costituisce il cuore delle montagne alpine. In questa occasione abbiamo potuto conoscere da vicino il lavoro dell’Università di Monaco, che utilizza metodi e tecniche all’avanguardia per monitorare queste aree. Si tratta di studi fondamentali per comprendere come cambierà l’alta quota e quali rischi potrebbero derivare dall’instabilità delle pareti montane. Un altro tema cruciale riguarda le risorse idriche contenute nel permafrost: capire dove si troverà l’acqua in futuro, quale sarà la sua qualità e come potrà essere gestita sono elementi essenziali per le comunità alpine. Questo è anche l’obiettivo del progetto Interreg Alpine Space Waterwise di cui anche Legambiente Piemonte e Val d’Aosta è partner, che, dopo un’attenta analisi idrologica e socioeconomica, elabora strategie resilienti e di adattamento per la gestione delle risorse idriche insieme alle comunità alpine europee”.

“Questa tappa di Carovana dei ghiacciai in Germania – ha dichiarato Marco Giardino, vicepresidente della Fondazione Glaciologica Italiana e docente dell’Università di Torino – mi ha portato sullo Zugspitze 12 anni dopo una precedente visita con gli studenti del progetto geoNatHaz (Eu-Canada) al laboratorio del permafrost e al ghiacciaio, sempre sotto la guida di Micheal Krautblatter. Sono stato colpito dal cambiamento ambientale: non solo dalla riduzione areale e di spessore del ghiacciaio Schneeferner, ma soprattutto da quanto il permafrost si sia degradato. Di fronte all’accelerazione di questi fenomeni legati al riscaldamento climatico occorre agire con rapidità e decisione: innanzitutto per monitorarne l’evoluzione, per poi elaborare le risposte giuste all’aumento di rischi e alla diminuzione di risorse che ne possono derivare. Quindi è una soddisfazione constatare che la Carovana dei ghiacciai contribuisce su tutta la linea: rafforzando la cooperazione fra le istituzioni scientifiche che si occupano di monitoraggio e permettendo di comunicare anche l’importanza dei loro risultati alla società”.

“Il permafrost si trova nei detriti e all’interno delle pareti rocciose delle Alpi – dichiara Michael Krautblatter, dell’Università di Monaco -. Nei prossimi 100 anni diventerà la fonte d’acqua più importante in montagna perché impiega molto più tempo a degradarsi, rispetto ai ghiacciai, e lo avremo nei fiumi in estate. Ma dove il permafrost scompare, si generano instabilità dei versanti e movimenti di massa. Quindi la degradazione del permafrost avrà impatti significativi sia sui rischi che sulle risorse d’alta quota e a causa della crisi climatica questi fenomeni aumenteranno in futuro Su questo tema è importante unire forze e risorse scientifiche, e sviluppare una rete di osservatori alpini europei con infrastrutture interconnesse, come lo Schneefernerhaus sulla Zugpitze e il laboratorio ad elevata complessità “Angelo Mosso” sul Monte Rosa”.

Dopo le prime tappe in Svizzera, Lombardia, Alto Adige e Germania, Carovana dei ghiacciai è arrivata infine in Piemonte il 30 agosto e ci rimarrà fino al 2 settembre per osservare i ghiacciai della Bessanese e della Ciamarella.

Territorio | Altri articoli