Non è solo un’impressione: le zanzare negli ultimi anni sono davvero diventate particolarmente ‘aggressive’. È uno dei (tanti) effetti dei cambiamenti climatici, che stanno rendendo questi insetti più numerosi, più resistenti, più diffusi e più pericolosi. Non si tratta infatti solo del seccante ronzio che entra nella testa e disturba il sonno, e nemmeno solo del fastidioso prurito scatenato dalle punture: è anche e soprattutto una questione di salute, come conferma all’Adnkronos Salute Giovanni Rezza, docente straordinario di Igiene e Sanità pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Con l’arrivo del caldo “aumenta, purtroppo, anche l’attività delle zanzare, che non sono solo moleste ma, a volte, possono anche diventare pericolose”, sottolinea l’esperto, che si concentra in particolare su due specie di zanzare.
Zanzare, West Nile e Dengue
La prima è la zanzara culex, da sempre presente nel nostro territorio, che trasmette la West Nile (la cosiddetta febbre del Nilo Occidentale). “In Italia sono stati registrati casi sporadici, più frequenti in alcune zone della Pianura Padana (fra Emilia, Veneto e Lombardia)”, ma negli ultimi anni l’infezione “ha esteso il raggio d’azione anche ad altre regioni”, spiega Rezza sottolineando che “nei casi più gravi – soprattutto nei grandi anziani – può anche causare un’encefalite”.
La seconda specie, che si è stabilita nel Bel Paese all’inizio degli anni ’90, è la Aedes albopictus, ovvero la tigre di origine asiatica. Questa zanzara, illustra Rezza, “è stata particolarmente attenzionata in anni recenti, in quanto si è dimostrata in grado di trasmettere malattie tropicali quali Chikungunya e Dengue. Epidemie di Chikungunya si sono avute da noi nel 2007 e nel 2017 (in Romagna e nel Lazio), mentre sono almeno un paio di anni che nel nostro Paese compaiono focolai epidemici di Dengue: nell’estate del 2023 in Lombardia e nel Lazio, lo scorso anno soprattutto nelle Marche”.
Per ora, continua Rezza, “si tratta in genere di focolai di dimensioni limitate, che però non devono essere sottovalutati”. Questo perché, se il virus arrivasse in Italia all’inizio dell’estate, avrebbe più tempo per diffondersi, anche grazie ai cambiamenti climatici che potenzialmente prolungano la stagione calda, e dunque il periodo di attività delle zanzare, con la possibilità che si sviluppino focolai epidemici più ampi.
Naturalmente, “per arrivare ad una situazione endemica (…) il cambiamento climatico dovrebbe esser tale da mantenere attivo il ciclo uomo-zanzara-uomo anche al di fuori della stagione estiva”, e “non siamo ancora a quei livelli”, rassicura Rezza. Che allo stesso tempo chiarisce la necessità di “considerare la possibilità di importazione e successiva diffusione, tramite la nostra zanzara tigre, di virus tropicali trasmessi da artropodi”.
Per questo, “è bene che le Regioni seguano le indicazioni del ministero – quest’anno non è stata emanata una nuova circolare, ma vale certamente il piano quinquennale arbovirosi – e stimolino le autorità sanitarie locali ad azioni di controllo delle zanzare”, raccomanda l’esperto.
Ma in che modo il caldo come influenza le zanzare?
Caldo e zanzare, un binomio pericoloso
Il cambiamento climatico ha un impatto forte e crescente sulla diffusione, la sopravvivenza e la pericolosità delle zanzare, soprattutto quelle vettori di malattie come la citata zanzara tigre e l’Aedes aegypti. Ecco i principali effetti del caldo su questi insetti:
Zanzare più attive
• Le zanzare sono ectotermi, e la loro attività aumenta col caldo.
• Temperature più elevate accelerano ciclo vitale e riproduzione, permettendo più generazioni in una stagione
Espansione geografica delle specie vettori
• Alcune specie tropicali si stanno adattando a climi più temperati e stanno colonizzando nuove aree, anche in Europa.
• L’Aedes albopictus si è stabilita in Italia, Francia, Germania e sta risalendo l’Europa centrale.
Piogge intense e ristagni d’acqua: habitat ideali
• I cambiamenti nei regimi di pioggia generano microhabitat temporanei dove le zanzare possono deporre le uova.
• Le zanzare si adattano anche ai climi più secchi sfruttando contenitori artificiali, tombini, sottovasi, etc.
Aumento del rischio sanitario
• Il cambiamento climatico favorisce la trasmissione di virus come:
o Dengue
o Zika
o Chikungunya
o Febbre del Nilo occidentale (West Nile)
o Malaria (nelle zanzare Anopheles)
Stagioni più lunghe e svernamento
• Le zanzare anticipano la comparsa in primavera e restano attive più a lungo in autunno.
• Alcune specie riescono a svernare in forma larvale o come uova in ambienti urbani.
Come possiamo difenderci
Proteggersi dalle zanzare – specie in un contesto di cambiamento climatico che ne favorisce diffusione e aggressività – richiede una combinazione di azioni individuali, domestiche e collettive. Ecco cosa possiamo fare:
Eliminare i ristagni d’acqua
• Svuotare sottovasi, secchi, bidoni, grondaie e tombini.
• Cambiare spesso l’acqua degli animali domestici.
• Coprire contenitori d’acqua piovana e piscine fuori uso.
Usare repellenti efficaci sulla pelle
• Applicare prodotti a base di DEET, icaridina o citriodiolo.
• Evitare profumi forti e usare indumenti chiari e a maniche lunghe nelle zone a rischio.
• Utilizzare spray o lozioni solo nelle aree esposte (mai sotto i vestiti o su ferite).
Proteggere gli ambienti interni
• Installare zanzariere a finestre e porte.
• Usare diffusori elettrici, zampironi o lampade UV nei locali interni.
• Dormire sotto zanzariere da letto, soprattutto in zone tropicali.
Ricorrere a rimedi naturali
• Citronella, lavanda, geranio, neem e olio di eucalipto possono aiutare, ma hanno efficacia limitata.
• Le piante repellenti possono ridurre la presenza, ma non fanno miracoli.
Seguire le campagne di disinfestazione pubblica
• In molte aree, i Comuni effettuano trattamenti larvicidi nei tombini e nelle zone umide.
• Segnalare la presenza di focolai e aderire alle iniziative di prevenzione.
Informarsi prima di viaggi in zone endemiche
• Consultare il sito del Ministero della Salute o dell’OMS per informazioni aggiornate su dengue, malaria, chikungunya, Zika.
• In alcune aree può essere necessaria la profilassi antimalarica.
Usare app e strumenti di monitoraggio
• Alcune app segnalano presenza di zanzare e focolai.
• La mappatura collettiva può aiutare gli enti pubblici a intervenire tempestivamente.
Attenzione ai soggetti più vulnerabili
• Proteggere soprattutto bambini e anziani.
• In caso di sintomi sospetti (febbre alta, dolori articolari, esantemi) consultare il medico: alcune malattie trasmesse dalle zanzare richiedono monitoraggio.
La battaglia è appena all’inizio.