L’Antartide sta diventando sempre più verde, anche se per transizione green non si intendeva proprio questo. Anzi, proprio a causa del cambiamento e del surriscaldamento climatico, la vegetazione del “continente bianco” è più che decuplicata negli ultimi 35 anni, come certifica uno studio basato sulle immagini raccolte dai satelliti Landsat tra il 1986 e il 2021, pubblicato su Nature Geoscience.
Lo studio ha utilizzato un flusso di lavoro di elaborazione cloud di Google Earth Engine da dove si evince chiaramente l’inverdimento diffuso di tutta la Penisola Artica.
Gli scienziati spiegano che negli ultimi 60 anni, in Antartide, il tasso di riscaldamento è stato molto più rapido della media globale, soprattutto nelle regioni dell’Antartide occidentale e della Penisola Antartica (Ap). Dagli anni Quaranta, sta perdendo massa oltre il 90% dei ghiacciai dell’Ap, lasciando spazio e temperature favorevoli alla vegetazione.
L’evoluzione della vegetazione nella penisola antartica negli ultimi 35 anni_Nature Geoscience
I dati e ancora di più le immagini dimostrano l’impatto devastante del surriscaldamento climatico sulla natura.
Antartide sempre più verde: i dati e le immagini
Nel periodo preso in considerazione, in alcune isole settentrionali della Penisolasotto il Circolo polare antartico, ad una latitudine tra 62 e 64 gradi Sud (sotto il Circolo polare antartico, una latitudine nell’emisfero Nord paragonabile a quella della Norvegia centrale), la zona coperta da vegetazione è passata da 0,863 chilometri quadrati a 11,947 chilometri quadrati, aumentando di ben 14 volte. Negli ultimi cinque anni oggetto di studio, il muschio (di gran lunga la vegetazione più frequente nell’area) ha guadagnato 40 ettari all’anno.
I ricercatori, guidati da Thomas Roland dell’Università di Exeter, non hanno dubbi sul fatto che la vegetazione nell’area sia aumentata a causa del riscaldamento globale.
Nonostante tra il 1999 e il 2014 la Penisola antartica abbia vissuto una pausa nella tendenza dell’aumento delle temperature, l’Antartide negli ultimi 60 anni ha visto un notevole incremento delle temperature e, secondo le stime, la temperatura media aumenterà di 0,34 gradi ogni dieci anni entro la fine del secolo.
Per ora, spiega Roland, “il paesaggio antartico è ancora quasi interamente dominato da neve, ghiaccio e roccia, con solo una piccola frazione colonizzata dalla vita vegetale. Ma anche questa vasta e isolata regione è influenzata dal cambiamento climatico indotto dall’uomo”.
Oltre a sconvolgere gli equilibri climatici in maniera indiretta, l’aumento della vegetazione in Antartide genera pericoli più diretti. “La sensibilità della vegetazione della Penisola antartica ai cambiamenti climatici – avverte Roland – è ormai evidente e, in caso di futuro riscaldamento, potremmo assistere a cambiamenti fondamentali nella biologia e nel paesaggio di questa regione”.
Possibili conseguenze
In natura, gli organismi viventi (animali inclusi) si separano geograficamente dalla popolazione d’origine andando a colonizzare un nuovo territorio. Solitamente, la dispersione naturale ha dei tempi molto lenti, che il surriscaldamento antropogenico sta sconvolgendo.
La traslocazione delle specie su distanze molto maggiori rispetto agli intervalli di dispersione naturale e l’introduzione di specie non autoctone, potenzialmente invasive per l’ambiente della penisola antartica, potrebbero ulteriormente erodere la biodiversità e minacciare le specie endemiche.
Olly Bartlett, dell’Università di Hertfordshire, ha spiegato: “Il suolo in Antartide è per lo più povero o inesistente, ma questo aumento della vita vegetale aggiungerà materia organica e faciliterà la formazione del suolo, aprendo potenzialmente la strada alla crescita di altre piante. Ciò aumenta il rischio di arrivo di specie non autoctone e invasive, eventualmente trasportate da ecoturisti, scienziati o altri visitatori”.
L’attività umana incide persino sui confini tra i Paesi: lo scioglimento dei ghiacciati ha spostato il confine tra Italia e Svizzera, aumentando il territorio elvetico.
Entro la fine del secolo, l’area senza ghiacci dell’Ap potrebbe triplicare. Per i ricercatori sarà fondamentale capire i cambiamenti biologici terrestri di questa regione, che detiene già la maggior parte della vegetazione terrestre dell’Antartide.