Il settore dei viaggi e del turismo, pilastro economico a livello mondiale, rappresenta circa il 10% del PIL e dell’occupazione globale. Questa industria, nonostante le sfide imposte dalla pandemia di COVID-19, sta tentando di rialzarsi e reinventarsi, ponendo l’accento sulla sostenibilità e sull’inclusività. Il recente Indice di Sviluppo dei Viaggi e del Turismo 2024 (TTDI), elaborato dal World Economic Forum in collaborazione con l’Università di Surrey e una rete di stakeholder del settore, fornisce una visione approfondita delle dinamiche attuali e delle potenzialità future del turismo. L’indice valuta variabili e politiche che promuovono uno sviluppo sostenibile e resiliente nel settore, evidenziando come la pandemia abbia alterato il panorama e come il settore possa contribuire a risolvere le sfide globali, dalla degradazione ambientale alla prosperità socioeconomica.
Analizzando i risultati del TTDI 2024, si osserva una ripresa continua del settore turistico, ma caratterizzata da un percorso irregolare e complesso. Dei 119 paesi classificati, 71 hanno registrato un aumento dei punteggi dal 2019 al 2024, ma il punteggio medio dell’indice si attesta solo dello 0,7% sopra i livelli pre-pandemia. Queste cifre rivelano una ripresa che, sebbene incoraggiante, è gravata da ostacoli significativi: la domanda non ricreativa, ad esempio, è ancora inferiore rispetto a quella ricreativa, e le carenze di manodopera continuano a rappresentare un problema persistente. Inoltre, i fattori come l’inflazione e l’incapacità di mantenere il ritmo della crescita della domanda con un’adeguata offerta di servizi turistici hanno contribuito a creare squilibri di mercato. Di fronte a questa situazione, diventa cruciale esplorare come il settore del turismo possa non solo risollevarsi, ma anche contribuire attivamente a un futuro più sostenibile.
Il dominio delle economie ad alto reddito e le lezioni dall’Europa
L’analisi dei dati del TTDI evidenzia che le regioni dell’Europa e dell’Asia-Pacifico, insieme alle economie ad alto reddito, continuano a fornire le condizioni più favorevoli per lo sviluppo del turismo. Tra i 30 paesi con i punteggi più alti, 26 appartengono a questa categoria, con 19 in Europa, sette in Asia-Pacifico, tre nelle Americhe e uno nella regione del Medio Oriente e Nord Africa (MENA). Stati Uniti, Spagna, Giappone, Francia, Australia, Germania, Regno Unito, Cina, Italia (al nono posto) e Svizzera sono i leader della classifica, e i loro successi possono essere attribuiti a fattori come ambienti imprenditoriali favorevoli, politiche di viaggio aperte e infrastrutture ben sviluppate.
Questi paesi non solo hanno mostrato capacità di attrazione turistica, ma hanno anche registrato oltre il 75% del PIL del settore turistico globale nel 2022 e il 70% della crescita del PIL tra il 2020 e il 2022. Tuttavia, il contesto attuale presenta anche sfide: l’Europa, pur mostrando una ripresa robusta, ha visto un miglioramento medio del punteggio del TTDI di solo lo 0,4% dal 2019, evidenziando che, sebbene ci siano stati progressi, il cammino verso una ripresa completa è ancora lungo.
Il quadro dell’Europa è particolarmente interessante: il continente ha un consolidato primato nella sostenibilità ambientale e nella conservazione della natura, fattori che stanno diventando sempre più rilevanti per i turisti moderni, sempre più attenti alla responsabilità sociale e ambientale delle loro scelte. Tuttavia, le sfide non mancano: il conflitto in Ucraina rappresenta un rischio significativo per la stabilità regionale, mentre l’inflazione e le carenze di manodopera si pongono come ostacoli alla piena ripresa del settore. Le aziende turistiche europee, in particolare, stanno affrontando difficoltà nella ricerca di personale qualificato, una problematica acuita dai salari relativamente bassi rispetto ad altri settori, il che limita ulteriormente la crescita del turismo come motore economico.
Opportunità per le economie in via di sviluppo
Se da un lato le economie ad alto reddito dominano la classifica del TTDI, dall’altro le economie in via di sviluppo stanno cominciando a muovere passi significativi verso una maggiore competitività. Ben 52 delle 71 economie che hanno migliorato i loro punteggi dal 2019 sono classificate tra il reddito basso e medio. Tra queste, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti si sono distinti come i due unici paesi ad alto reddito nella top ten dei miglioramenti più significativi. Tuttavia, la maggior parte dei paesi in via di sviluppo fatica a colmare il divario con le economie più avanzate: rappresentano infatti quasi il 90% dei punteggi inferiori nel TTDI, evidenziando la necessità di investimenti strategici per migliorare le condizioni abilitanti e per affrontare le future sfide del settore.
Le risorse naturali e culturali di molti di questi paesi offrono un potenziale enorme per un’economia turistica fiorente, ma spesso queste risorse non vengono sfruttate adeguatamente. Molti paesi in via di sviluppo possiedono patrimoni naturali e culturali ricchi che, se gestiti in modo sostenibile, possono attrarre turisti e generare opportunità economiche significative. Tuttavia, per realizzare queste opportunità è necessaria una gestione strategica delle risorse, investimenti in infrastrutture robuste e un’adeguata prontezza digitale. La sfida sta nel costruire un ecosistema turistico che non solo attiri visitatori, ma che crei anche benefici duraturi per le comunità locali.
Verso un futuro sostenibile
Nonostante i progressi ottenuti, il bilanciamento tra crescita e sostenibilità rimane una delle principali problematiche da affrontare. I punteggi medi per la sostenibilità ambientale e l’impatto socioeconomico del turismo hanno mostrato miglioramenti significativi tra il 2019 e il 2024, ma i rischi di regressione sono reali. Ad esempio, la riduzione delle emissioni del settore durante la pandemia potrebbe rivelarsi temporanea e le sfide storiche come l’alta stagionalità e il sovraffollamento stanno riaffiorando con il recupero della domanda turistica. Inoltre, l’importanza di garantire una maggiore equità di genere nel settore rimane cruciale, specialmente in regioni come il MENA e il Sud Asia, dove le disparità occupazionali sono evidenti.
In questo contesto, il settore del turismo ha un ruolo cruciale da svolgere nel rispondere a sfide globali come le disuguaglianze economiche, le minacce ambientali legate ai cambiamenti climatici e l’innovazione tecnologica. Affinché il settore possa realizzare il suo pieno potenziale come attore di cambiamento, è necessario che governi e stakeholder agiscano con proattività, promuovendo un turismo più resiliente, inclusivo e sostenibile. Ciò implica investimenti in forze lavoro qualificate, gestione strategica del comportamento dei visitatori e un approccio integrato alla sostenibilità ambientale.