Terremoto in Kamchatka da record, e l’Italia? Le nostre zone a rischio

Con una magnitudo di 8.8, il sisma in Russia è il sesto più potente dall'inizio delle misurazioni. Lontana dal teatro di questo evento, l’Italia è tra i Paesi più a rischio d’Europa. Una consapevolezza non ancora diffusa tra i cittadini
30 Luglio 2025
3 minuti di lettura
Kamchatka Tsunami
Kamchatka, le onde dello tsunami sommergono la città (Ipa/Fotogramma)

Un violentissimo terremoto si è scatenato stanotte in Kamchatka, penisola situata nella parte più orientale della Russia, provocando danni, feriti, e onde alte fino a 5 metri che hanno colpito la cittadina di Severo-Kurilsk, nelle Isole Curili. Subito è scattato l’allarme tsunami anche in Giappone, nelle Hawaii, nella parte occidente degli Stati Uniti, in Alaska, nelle Filippine, in Indonesia, in Cina, in Colombia.

Un terremoto da record: cosa è successo in Kamchatka

Con una magnitudo di 8.8, il terremoto in Kamchatka è stato il più forte a livello mondiale dal disastro di Fukushima nel marzo 2011 ed è stato superato solo da cinque terremoti dall’inizio delle misurazioni, secondo i dati del Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs). L’Accademia scientifica russa ha sottolineato che si tratta del sisma più potente nella regione dal 1952.

L’US Geological Survey ha rilevato inoltre che il terremoto è stato superficiale, a una profondità di 20,7 km, e che ha avuto epicentro a circa 136 km a sud-est della penisola russa. Le autorità locali hanno confermato che diverse persone sono rimaste ferite, anche se è stato fornito un bilancio preciso.

Kamchatka Epicentro Terremoto
Fonte: Usgs

L’’Anello del fuoco’

I Paesi dove è scattato l’allarme tsunami hanno tutti una cosa in comune: affacciano sul Pacifico. La zona a forma di ferro di cavallo che corre lungo i margini di questo oceano, infatti, è conosciuta come ‘Anello del fuoco’: in questa fascia lunga 40mila chilometri si concentrano circa il 90% dell’attività sismica globale e il 75% dei vulcani attivi della Terra.

Il motivo è da ricondurre ai movimenti tettonici, e in particolare allo scivolamento di una placca sotto un’altra. Un processo che causa accumulo di energia, che si libera in terremoti anche molto forti, e risalita di magma, che alimenta i vulcani attivi. Inevitabile, dunque, che si tratti di un’area instabile e a forte rischio sisma ed eruzioni.

Nella regione della Kamchatka, nello specifico, la placca pacifica si muove verso nord-ovest e si scontra con quella di Okhotsk, a una velocità di circa 8 centimetri l’anno.

La storia ha già registrato eventi eclatanti nell’Anello del fuoco, anche in tempi recenti: tutti ricordiamo il terremoto del 2011 che ha coinvolto la centrale nucleare di Fukushima e ha provocato potenti tsunami (e 20mila morti). Ma non solo: il sisma che nel 1960 ha colpito il Cile, con una magnitudo di 9.5, è stato il più forte mai registrato.

Le aree sismiche più attive nel mondo

L’Anello di Fuoco del Pacifico, tuttavia, non è l’unica area sismicamente attiva del pianeta: anche la Cintura delle Alpi, la regione himalayana, la Dorsale Medio Atlantica, la faglia di Sant’Andrea in California e la faglia anatolica in Turchia rientrano in questa categoria.

In Nord America, le aree più esposte si trovano lungo la costa centrale dell’Alaska e lungo la Columbia Britannica fino alla penisola della Bassa California. Mentre in Sud America seguono il Pacifico o le coste caraibiche di Colombia e Venezuela.

Per quanto riguarda l’Asia, il Giappone ha il record di terremoti registrati sulla Terra, ma anche Indonesia, Fiji e Tonga vengono ripetutamente colpiti ogni anno. L’Europa settentrionale invece è prevalentemente priva di zone sismiche significative, ad eccezione di una parte dell’Islanda occidentale, ma il rischio sale nell’Italia centrale e nella Turchia occidentale. L’Africa non presenta particolari aree a rischio, ad eccezione del Mediterraneo orientale e del Corno d’Africa, così come l’Australia, mentre la Nuova Zelanda registra un’intensa attività. Infine, l’Antartide è sismicamente tranquillo, anche qui con l’eccezione della regione vicino alla Terra del Fuoco.

Zone Sismiche Mondo Gmpe
Le aree sismiche del Mondo (Fonte: Gmpe)

Perché ci riguarda: anche l’Italia è un Paese a rischio sismico

Sebbene geograficamente lontana dalla Kamchatka e dall’anello del Pacifico, l’Italia non è affatto estranea al rischio sismico. Anzi, con vaste aree dell’Appennino, della Calabria, della Sicilia orientale e del Friuli, oltre all’area vesuviana, il nostro Paese è tra i più esposti d’Europa. Inoltre, alcune zone costiere italiane come lo Stretto di Messina e il Golfo di Napoli sono vulnerabili anche a possibili tsunami.

Fino al 2003 il territorio nazionale era classificato in tre categorie sismiche a diversa severità. Nel 2003, in seguito all’utilizzo di nuovi criteri basati all’analisi della probabilità che in un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) si verifichi un evento superiore a una determinata soglia di intensità o magnitudo, le zone sono diventate quattro, a pericolosità decrescente:

Zona 1 – Alta probabilità che capiti un forte terremoto
Zona 2 – Possibilità di forti terremoti
Zona 3 – Minore probabilità di forti terremoti rispetto alla zona 1 e 2
Zona 4 – Probabilità di terremoti molto bassa.

Va precisato che ad oggi è impossibile prevedere con precisione lo scatenarsi di un sisma, ma è possibile stimarne la probabilità su base statistica e geologica. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e la Protezione Civile monitorano costantemente l’attività sismica e vulcanica. Esistono sistemi di allerta, ma la loro efficacia dipende dalla preparazione dei territori. I piani comunali di protezione civile, infatti, sono spesso poco conosciuti o non aggiornati, mentre le esercitazioni scolastiche e le simulazioni di evacuazione non sono diffuse in modo capillare.

Zone Sismiche Italia Gmpe
Zone sismiche dell’Italia (Fonte: Gmpe)

Cosa può fare ogni cittadino: preparazione e consapevolezza

E se le autorità da parte loro dovrebbero implementare i piani e diffondere consapevolezza nella popolazione, anche i cittadini possono svolgere un ruolo attivo. Possono infatti:

verificare la classe sismica dell’edificio in cui vivono
conoscere i punti sicuri dell’abitazione e del quartiere
avere un kit di emergenza con torcia, acqua, medicinali e documenti
informarsi sul piano comunale di emergenza
partecipare ad esercitazioni e informarsi a scuola e sul lavoro
seguire i canali ufficiali di Ingv, Protezione Civile, Alert Italia
richiedere agevolazioni per la messa in sicurezza degli edifici (Sismabonus).

APPROFONDISCI: Cambiamento climatico e terremoti.

Territorio | Altri articoli