“Fermeremo questo crimine“, ha scritto su X lo scorso agosto Robert F. Kennedy Jr., futuro segretario alla Salute degli Stati Uniti d’America. Con cosa ce l’aveva? Qualcuno non ci crederà, qualcun altro approverà, ma la dichiarazione di guerra riguardava le scie chimiche.
Il ‘Make America Healthy Again’ di Kennedy Jr., personale declinazione del trumpiano ‘Make America Great Again (MAGA),’ sembra infatti passare proprio per la lotta contro le strisce bianche rilasciate dagli aerei, che sono al centro di una delle più persistenti, tenaci e smentite teorie cospirazioniste del mondo.
Se a prima vista la cosa può sembrare divertente, o al massimo innocua, non è così: ci sono delle conseguenze da considerare. Prima fra tutte, come vedremo, l’indebolimento della lotta al cambiamento climatico, che viene depotenziata e messa in dubbio.
Cos’è la teoria delle scie chimiche
Secondo una vecchia teoria cospirazionista che risale agli anni ’90 del secolo scorso, i governi, ma anche privati molto ricchi, rilascerebbero nell’aria tramite gli aerei sostanze chimiche e biologiche per vari scopi, nessuno nobile. Si va dalla modifica del clima al controllo del cervello dei cittadini fino agli esperimenti governativi o militari e alla gestione demografica. La manifestazione visibile di queste operazioni sarebbero proprio le ‘scie chimiche’, ovvero le scie bianche rilasciate dagli aerei. Un argomento portato a supporto di questa credenza è che non tutti gli aerei, e non sempre, rilasciano condensazione.
Ma cosa sono in realtà questi pennacchi bianchi? Nient’altro che vapore acqueo che si condensa e congela attorno ai gas di scarico del velivolo, in pratica delle piccole nubi. Questo spiega anche perché appaiano a intermittenza: semplicemente occorre una certa combinazione di umidità e temperatura. In particolare, è più facile che le scie si formino nelle giornate limpide e fresche.
Ma nonostante il rasoio di Occam ci insegni a scegliere la spiegazione più semplice, e nonostante le spiegazioni e le smentite della scienza, il complotto delle scie chimiche è diffuso e duro a morire. Per vari motivi.
Geoingegneria e modificazione meteorologica
Innanzitutto perché c’è della verità in tutta questa storia, che però viene fraintesa o manipolata in cattiva fede. Effettivamente le ‘scie’ lasciate dagli aerei contribuiscono a una forma di “modificazione meteorologica“, ma come effetto indesiderato. Le scie infatti spesso si trasformano in cirri nebulosi che intrappolano il calore e contribuiscono all’effetto serra, senza contare che i velivoli usano dannosi combustibili fossili.
È vero poi che la geoingegneria esiste e che la si sta sperimentando, ma come sistema per combattere il riscaldamento globale. Un esempio è l’uso di sostanze riflettenti come lo zolfo, in modo da deviare la luce solare e impedire che la Terra si scaldi (geoingegneria solare), oppure l’inseminazione delle nuvole per favorire la formazione di pioggia o neve nelle zone aride. Tuttavia si tratta di esperimenti su scala molto piccola e limitata, la cui efficacia è ancora allo studio.
Ancora, nel 2024 la Casa Bianca, su richiesta dal Congresso, ha pubblicato un rapporto su come funzionerebbe un programma di ricerca sulla geoingegneria solare, e nel 2022 il presidente Joe Biden ha incaricato l’Ufficio per le politiche scientifiche e tecnologiche di collaborare con la Nasa sulla ricerca di interventi sul clima.
Il 40% degli americani ci crede in tutto o in parte
Risultato: uno studio del 2017 pubblicato su Nature fotografava una realtà già preoccupante: circa il 10% degli americani credeva “completamente” alla cospirazione, mentre oltre il 30% la riteneva almeno “in parte” vera. Ovvero, il 40% degli americani ci crede in qualche modo.
Ma rimanendo ai fatti, la teoria è una grande bufala: tutti gli scienziati la smentiscono, senza contare che tenere nascosto un programma di così vasta portata, con tantissime persone coinvolte, sarebbe estremamente difficile. Ma quest’ultimo non è certo un argomento che possa convincere, come insegnano altre teorie complottiste, tra cui quella che l’uomo non è mai andato sulla Luna e quella più recente, molto ramificata, che tira in ballo lo stesso Donald Trump come ‘salvatore dell’umanità’ contro il Deep State: Qanon.
Biden ha creato i tornado Helene e Milton?
La teoria delle scie chimiche ha ripreso vigore in seguito agli uragani Helene e Milton, che lo scorso settembre e ottobre hanno devastato alcune parti degli Stati Uniti.
In quell’occasione la deputata repubblicana della Georgia Marjorie Taylor Greene, tra gli altri, ha diffuso l’idea che il governo federale avesse creato l’uragano Helene artificialmente per spingerlo verso le regioni del Paese a maggioranza repubblicana, insomma contro l’elettorato di Trump.
Lo stesso è avvenuto per Milton, con diversi influencer online di destra, alcuni con milioni di follower e una tendenza alle fake news, che hanno sostenuto che l’uragano sarebbe stato creato dal governo di Biden attraverso le scie chimiche e poi volutamente diretto contro i sostenitori di Trump.
La situazione era diventata tale che la National Oceanic and Atmospheric Administration aveva dovuto pubblicare un documento intitolato “Sfatando le affermazioni sulle modifiche meteorologiche: nessuno crea o dirige gli uragani; la tecnologia non esiste”, in cui chiariva che “non esiste alcuna tecnologia in grado di creare, distruggere, modificare, rafforzare o guidare gli uragani in alcun modo, forma o aspetto“. E che “la geoingegneria solare non è ancora stata realizzata su larga scala in nessuna parte del mondo”.
Probabilmente non è bastato.
Gli Stati ‘pionieri’ nella lotta alle ‘scie chimiche’
Il problema diventa ancora più rilevante nel momento in cui queste teorie cospirazioniste non solo trovano un ambiente favorevole nel clima creato dall’amministrazione Trump, ma diventano anche parte dell’azione politica, e da ‘popolare’ passano a livello istituzionale.
Riporta la Cnn che la Florida sta portando avanti un disegno di legge per vietare la geoingegneria e la modificazione meteorologica. Anche in Alabama è stato presentato un disegno di legge che rende un crimine il controllo chimico del meteo, compresi gli sforzi in risposta al cambiamento climatico, riprendendo quasi testualmente una legge del 2024 del Tennessee che vieta “l’iniezione, il rilascio o la dispersione intenzionale, con qualsiasi mezzo, di sostanze chimiche, composti chimici, sostanze o apparati all’interno dei confini di questo Stato nell’atmosfera con l’espresso scopo di influenzare la temperatura, il meteo o l’intensità della luce solare”.
Non è chiaro tuttavia come dovrebbero avvenire i controlli.
Robert F. Kennedy Jr. contro le scie chimiche
Dagli Stati al governo federale il passo è breve, nel momento in cui Robert F. Kennedy Jr. ha deciso di intervenire. A fine marzo il responsabile della salute Usa, già noto per le sue posizioni antiscientifiche e anti-vacciniste, ha postato su X una dichiarazione di intenti: “24 Stati si stanno muovendo per vietare la geoingegnerizzazione del nostro clima spargendo tossine sui nostri cittadini, i nostri corsi d’acqua e i nostri paesaggi. Questo è un movimento che ogni MAHA deve sostenere. L’HHS farà la sua parte”.
L’ex democratico, ora alleato di Trump, l’anno scorso aveva affermato nel suo podcast che era “in un certo senso spaventoso pensare che qualcuno possa immettere grandi quantità di alluminio biodisponibile nell’ambiente, spruzzandolo in particelle microscopiche dagli aerei”.
Ora dunque ha fatto sapere che passerà all’azione.
Perché queste leggi possono essere dannose
Come dicevamo, la cosa può sembrare assurda e suscitare risate, ma non è innocua: intanto le proposte di legge statali Usa prendono di mira anche la geoingegneria, un campo ancora in fase molto iniziale ma visto come via ulteriore – non alternativa – per limitare il riscaldamento globale.
Inoltre legittimando teorie antiscientifiche si rischia di depotenziare se non di negare la lotta ai cambiamenti climatici. Senza contare che in questo modo il dibattito viene più o meno consapevolmente dirottato su questioni ad oggi inesistenti, invece di concentrarsi sui veri problemi. Non da ultimo, si genera una sfiducia generalizzata nelle azioni dei governi, attribuendo loro macchinazioni peraltro non precisate, il che è un ulteriore elemento che alimenta sospetto e diffidenza.
Ancora, la tendenza inaugurata dagli Usa potrebbe allargarsi ad altri Paesi. Per rimanere in Italia, è nota la simpatia di molti Cinque Stelle per il complotto delle scie chimiche, diventata praticamente un meme sui social. Ma anche Matteo Salvini nel 2013 tirò fuori la controversa teoria all’Europarlamento.
Infine, un esempio di come anche da noi la questione possa travalicare: alcune persone hanno collegato le scie chimiche con il bradisismo a Pozzuoli, che deriverebbe proprio da tentativi di manipolare il clima.
Ridere sarebbe però sbagliato. Non solo perché ci sono conseguenze pratiche legate alla diffusione della teoria complottista, ma anche perché, sottolineano gli studiosi, questa affonda in timori profondi delle persone, legati a questioni sociali e ambientali che meritano attenzione.