Spumanti inglesi sfidano gli champagne francesi: colpa (o merito) del cambiamento climatico?

Aumenta la produzione di vini spumante nelle contee a sud-est di Londra e i primi riconoscimenti internazionali superano quelli francesi: com’è possibile?
30 Ottobre 2024
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Spumante Glass Canva

Lo champagne francese sembra avere un nuovo nemico: lo spumante inglese. Un’azienda vinicola britannica, infatti, ha vinto recentemente un premio internazionale come miglior vino spumante al mondo nell’ambito del Glass of Bubbly Champagne & Sparkling Wine Awards del 2024.

Ma non è il primo caso, perché pare che siano sempre di più gli spumanti inglesi che vincono medaglie d’oro in degustazioni internazionali e che competono regolarmente con i leggendari champagne francesi, spesso addirittura battendoli. Il segreto di questo successo? Il cambiamento climatico.

Il cambiamento climatico modifica il mercato vinicolo

Il Regno Unito ha visto un aumento di un grado Celsius negli ultimi 20 anni. Dal 2003 al 2022, nello specifico, si è registrato ogni anno un piccolo aumento della temperatura. E anche se non si è percepito come in altre parti del Mondo, le viticolture inglesi se ne sono accorte.

“Non sembra molto un grado, vero?”, ha detto il meteorologo Stephen Dorling al Washington Post. Lo studioso di viticoltura britannica ha spiegato che una vite di pinot nero, ha bisogno di 14 gradi Celsius per prosperare. Quindi quel lieve aumento può fare la differenza nella produzione se fino a qualche anno fa la temperatura si fermava tra i 12/13 gradi.

Ed è così che si contano, oggi, più di 1.000 vigneti e 400 viticoltori nel sud dell’Inghilterra, mentre, fino a qualche anno fa, Francia e Italia gareggiavano in corsie preferenziali. Questo cambiamento climatico ha alterato la struttura del terreno calcareo della regione francese dello Champagne e ora, i tre grandi vitigni che producono vino spumante (chardonnay, pinot nero e pinot meunier) sono anche nelle mani degli inglesi.

La produzione di vini spumante in Inghilterra

La crescente produzione di vini spumante in Inghilterra ha iniziato a competere con le produzioni più note e famose di altre Regioni del Pianeta. E non sono mancate le provocazioni. Lo scorso anno, ad esempio, è divenuta nota la “beffa” della cantina Chapel Down che, con un banchetto in strada nella città francese di Reims, ha mascherato la propria bottiglia con un’etichetta che riportava la scritta “Chapelle en Bas” e ha incoraggiato i passanti a confrontarla con uno dei vini locali più famosi: il Moet et Chandon Brut Imperial.

Secondo la cantina britannica, il 60% di un piccolo campione ha preferito la versione inglese. Il Daily Mail titolava: “È sufficiente a far bollire di rabbia i francesi! Lo spumante inglese trionfa sullo champagne in un test di degustazione alla cieca”. La cantina è nata negli anni ’80 nel Kent, a sud-est di Londra, e si è distinta nel panorama vinicolo inglese affermandosi come uno dei maggiori produttori Uk. Vini spumanti, bianchi e rossi, ottenuti da uve coltivate in vigneti situati nel sud-est dell’Inghilterra, la Chapel Down produce ogni anno circa 3,4 milioni di bottiglie.

Nel 2023 la casa vinicola ha dichiarato che i ricavi delle vendite sono cresciuti del 21%, passando da 6,94 milioni di sterline dell’anno precedente a 8,37 milioni di sterline, con un aumento del volume di vino del 6%, in presenza di condizioni di crescita “positive” per il 2023. Segnale, questo, di un’ascesa inaspettata.

A coglierne il potenziale è stato lo stesso governo che ha liberalizzato la competitività nel mercato sostenendo che, se avessero voluto, le aziende vinicole inglesi avrebbero potuto discostarsi dai tappi a fungo coperti di alluminio, simbolo degli champagne francesi. A colpi di battaglia, la Francia resta comunque la vincitrice indiscussa della guerra della produzione di spumante con i suoi 300 milioni di bottiglie nel 2023 (contro gli 8,3 dell’Inghilterra). E lo stesso vale per i prezzi, per i quali l’Uk non può ancora gareggiare le rinomate etichette Francesi.

Il dato resta: il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature ha aiutato la produzione di vini inglesi a svettare le classifiche. Il rischio? Che le incertezze metereologiche possano far “sognare ad occhi aperti” con produttori disposti a investire e poche sicurezze sul futuro di quei terreni. “Eventi meteorologici estremi sempre più intensi, come ondate di calore o piogge torrenziali, stanno causando danni significativi”, ha riferito a marzo l’Istituto di ricerca per l’agricoltura, l’alimentazione e l’ambiente in Francia. E in Inghilterra non ci aspetta il contrario.

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