Il 4 ottobre, giorno in cui si celebra San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia ma anche patrono dell’ecologia, è anche un’opportunità per riflettere sulla rilevanza dei suoi insegnamenti nell’epoca moderna, in particolare sul tema della sostenibilità ambientale. A distanza di otto secoli dalla sua fondazione, il complesso monastico che ospita la tomba del Santo è divenuto un esempio di pratiche ecologiche innovative, fedeli all’eredità spirituale e ambientale di San Francesco, sempre visto come il santo della natura, il protettore del creato, una figura che ha elevato la natura al rango di “sorella” e “fratello”, come si evince nel suo celebre Cantico delle Creature.
Padre Enzo Fortunato, francescano che per anni è stato direttore della comunicazione della Basilica di Assisi e oggi guida la comunicazione della Basilica di San Pietro in Vaticano, ha sottolineato quanto profondamente contemporanei siano gli insegnamenti del santo di Assisi. “Francesco ci ha lasciato un’eredità di gesti che parlano chiaro – ha affermato Padre Enzo –. Pensiamo, ad esempio, a quando raccomandava ai frati di lasciare incolto un pezzo di terra, un principio che oggi chiamiamo agricoltura rigenerativa. Questo tipo di agricoltura permette alla terra di riposare, rendendola sostenibile per il futuro”.
Ma gli insegnamenti di San Francesco non si fermano qui. “Raccomandava anche di raccogliere i pezzi di carta da terra – continua Padre Enzo –. Questo gesto, che all’epoca poteva sembrare semplice, aveva una doppia valenza: da un lato un rimando spirituale, ovvero il rispetto per ogni parola che può costruire il nome del Signore, dall’altro un chiaro segno di rispetto per l’ambiente”.
Il Sacro Convento e la sostenibilità
Negli ultimi anni, il Sacro Convento di Assisi ha messo in pratica una serie di iniziative ecologiche, trasformando il complesso in un modello di sostenibilità. Padre Fortunato ricorda con orgoglio il percorso intrapreso, sottolineando l’impegno continuo dei francescani: “Durante il mio tempo come direttore della comunicazione della Basilica di Assisi, ho visto come i custodi, in particolare Padre Mauro Gambetti, ora Cardinale e Arciprete di San Pietro, abbiano lavorato per rendere il complesso monumentale ecosostenibile. Dalle pareti coibentate alle luci a LED, passando per la gestione dei rifiuti con una raccolta differenziata che ha superato l’80%, tutto è stato pensato per ridurre l’impatto ambientale del Sacro Convento.”
Uno degli elementi più innovativi è l’accoglienza dei pellegrini, che ogni anno si recano ad Assisi per rendere omaggio al Santo. “Abbiamo predisposto una sala per il ristoro dei pellegrini nei locali ipogei della Basilica – ha spiegato Padre Enzo –. Tutto è pensato per ridurre l’impatto ambientale, e questa filosofia sta gradualmente prendendo piede anche nella Basilica di San Pietro, dove ci si aspetta un afflusso di 3-4 milioni di pellegrini durante il Giubileo”.
Raccolta differenziata e oltre
Con una raccolta differenziata che ha superato l’80%, il recupero delle acque piovane per irrigare gli orti, e l’eliminazione della plastica a favore del vetro il Sacro Convento è un esempio tangibile di come anche una comunità religiosa possa abbracciare la transizione ecologica. Il Bosco di San Francesco, inoltre, un’area di 64 ettari gestita dal FAI, rappresenta un esempio di biodiversità e conservazione naturale. Grazie all’uso di tecnologie sostenibili come il riscaldamento geotermico, il Convento unisce innovazione e tradizione, diventando un faro di ecologia e spiritualità in linea con gli insegnamenti di San Francesco. Padre Enzo sottolinea che uno dei primi passi per chi vuole intraprendere un percorso simile è crederci davvero. “La superficialità, purtroppo, è ancora molto diffusa – afferma –. Bisogna comprendere che il rispetto dell’ambiente è, in fondo, rispetto dell’uomo. San Francesco diceva: ‘Considera, o uomo, in quale sublime condizione ti ha posto il Signore Dio’. È un invito a prendere coscienza del nostro rapporto con il creato”.
L’influenza delle nuove generazioni e il ruolo della chiesa
Padre Fortunato sottolinea come l’attenzione verso la sostenibilità stia crescendo, soprattutto tra le nuove generazioni. “Mi è capitato di osservare nei negozi la presenza di prodotti sostenibili, come carta riciclata e packaging ecologici. Ho chiesto a un negoziante perché avessero adottato queste scelte, e la risposta è stata illuminante: ‘Siamo quasi costretti, perché i giovani vogliono solo prodotti sostenibili’. Questo ci fa capire quanto forte sia la domanda dal basso. Nonostante alcune resistenze governative, è la base che ci spinge a cambiare e adottare pratiche ecologiche.”
Secondo Padre Fortunato, il messaggio francescano può diventare un punto di riferimento per un’etica globale della sostenibilità. “I francescani sono sempre stati testimoni di un mondo riconciliato, non solo sul fronte della pace ma anche su quello dell’ambiente. Il Cantico delle Creature è una delle preghiere più conosciute al mondo, amata da credenti e non credenti. E Papa Francesco, con la sua enciclica ‘Laudato sì’, ha ripreso questo messaggio, invitando tutti a una relazione sana e armoniosa tra uomo, natura e Dio.”
Un’eredità che continua
Il messaggio di San Francesco, con i suoi 800 anni di storia, continua a ispirare non solo credenti, ma anche chi si impegna nella tutela dell’ambiente. Il Sacro Convento di Assisi, con il suo percorso di transizione energetica, il superamento dell’80% di raccolta differenziata, l’eliminazione della plastica e il recupero delle acque, rappresenta un esempio concreto di come i principi francescani possano essere applicati oggi. Padre Enzo Fortunato conclude con una riflessione: “San Francesco ci ha lasciato un’intuizione attualissima: vivere il Vangelo significa vivere in armonia con la creazione. L’etica della sostenibilità, radicata nel suo insegnamento, è un punto di riferimento globale che unisce credenti e non credenti in un dialogo necessario tra fede e scienza”.